Giacomo Del Maino

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Deposizione, 1450-75 ca., Castello Sforzesco, Milano

Giacomo Del Maino (Milano, prima del 1469Pavia, 1503 o 1505) è stato uno scultore e architetto italiano.

Discendente da una famiglia di artisti del legno, fu a capo di una delle principali botteghe operanti nel Ducato di Milano nella seconda metà del XV secolo.

Vita ed opere[modifica | modifica wikitesto]

La personalità artistica di Giacomo Del Maino, attenta alle novità rinascimentali emergenti in campo architettonico e nelle arti figurative, connotò in Lombardia – assieme a quella dei Fratelli De Donati ed al cosiddetto Maestro di Trognano – una stagione assai fertile per la produzione di opere lignee di arte sacra, a cominciare dalle grandi ancone d'altare.

Tra le sue prime opere vanno ricordati gli stalli del coro di Santa Maria del Monte sopra Varese (1478): i dossali decorati con scene dominate da grandi motivi vegetali accostano il suo stile a quello di Baldino da Surso.

Il nome di Giacomo è ricordato innanzi tutto come autore dell'ancona (circa 1485) che racchiudeva La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci. Il contratto per la realizzazione dell'ancona, fu firmato con la Confraternita dell'Immacolata Concezione l'8 aprile 1480[1].Tra gli altri lavori di maggior impegno va ricordata l'ancona (anch'essa andata perduta) realizzata per la scuola dell'Immacolata Concezione in San Francesco Grande a Milano (circa 1483): i documenti conservati testimoniano l'importanza dell'opera che prevedeva una "lista de li ornamenti" che chiamava in causa Leonardo e Ambrogio de Predis. A tale opera si ispirano verosimilmente gli altari, tuttora in sito, realizzati in Valtellina: quello della chiesa di San Maurizio di Ponte in Valtellina, realizzato in collaborazione con Bernardino de Donati (Ancona dell'Immacolata), e quello di Sernio, oratorio di Santa Maria della Neve.

Nel 1496, quando già anche i suoi due figli - Giovanni Angelo e Tiburzio - erano registrati a Milano come maestri del legno, Giacomo decise di trasferire la sua bottega da Milano a Pavia, attratto forse dalle importanti commesse per le decorazioni della Certosa grazie ai contatti con Giovanni Antonio Amadeo.

A quella data Giacomo manteneva la direzione della bottega: le prime opere nelle quali si comincia ad osservare il maggior talento artistico di Giovan Angelo sono frutto di una stretta collaborazione col padre, come ad esempio avviene nell'imponente Ancona di Santo Stefano nella Basilica di San Michele Maggiore a Pavia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Romano, Desiderata per la scultura lignea-Opere insigni e per la divorione e per il lavoro, Milano, 2015, p. 17.23.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Richard V. Schofield, Janice Shell, Grazioso Sironi, Giovanni Antonio Amadeo/ I documenti, Edizioni New Press, Como 1989.
  • Raffaella Ganna, Giacomo del Maino, Giovan Pietro De Donati e altri artisti a Santa Maria del Monte sopra Varese, in «Arte Lombarda», 117, 2, 1996, 64-71.
  • Paola Viotto, Miracolati da Caterina da Pallanza. Nuovi documenti per Santa Maria del Monte, in «Tracce», 2, 1996.
  • Casciaro Raffaele, Precisazioni su Giacomo del Maino, in «Rassegna di Studi e di Notizie», Volume XXII, Anno XXV, Milano 1998.
  • Raffaele Casciaro, La scultura lignea lombarda del Rinascimento, Milano, 2000, 64-68, 281-282.
  • Angela Guglielmetti, Scultura lignea nella diocesi di Novara tra '400 e '500. Proposta per un catalogo, Novara 2000.
  • Paolo Venturoli, Del Maino (ad vocem), Dizionario Biografico degli Italiani, XXXVIII, Roma 1990, 103-111.

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