GUPPY

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Il GUPPY (Greater Underwater Power Propulsion Program con la 'Y' usata solamente per migliorarne la pronunciabilità) fu un programma di ammodernamento della flotta di sommergibili statunitensi, sviluppato partendo dagli studi di reingegnerizzazione realizzati sugli U-Boot Tipo XXI tedeschi.

Il sommergibile USS Greenfish
Il sommergibile USS Cubera (SS-347) dopo gli ammodernamenti GUPPY II

Lo sviluppo del programma ebbe inizio al termine della seconda guerra mondiale e furono modificate quarantanove unità. Con questo programma la US Navy mirava a migliorare le prestazioni della sua flotta di sommergibili costruiti durante la seconda guerra mondiale in attesa di una nuova generazione di battelli a propulsione nucleare.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Versioni classe GUPPY
N° unità Classe Modifiche
2
24
10
27
17
4
9
Guppy I
Guppy II
Guppy 1 A
Fleet Snorkel
Guppy IIA
Guppy I B
Guppy III
tra il 1947 e il 1948
tra il 1948 e il 1950
nel 1951
tra il 1952 e il 1962
tra il 1952 e il 1954
tra il 1954 e il 1956
tra il 1960 e il 1962

Modifiche[modifica | modifica wikitesto]

Il sommergibile USS Odax

Le modifiche riguardarono un miglioramento delle linee idrodinamiche, l'eliminazione di protuberanze, il rinforzo delle sovrastrutture, una più rapida ricarica delle batterie, una più rapida estrazione e ventilazione dei gas, l'installazione dello snorkel, una maggiore autonomia ed una maggiore velocità di immersione. Fu anche migliorata l'elettronica con nuovi sonar e nuove apparecchiature per il controllo del fuoco, quali il sistema PUFFS.

GUPPY I[modifica | modifica wikitesto]

  • USS Odax - Rio de Janeiro (S-13) nella Marinha do Brasil successivamente aggiornato agli standard GUPPY II prima della cessione al Brasile
  • USS Pomodon aggiornato successivamente agli standard GUPPY II.

GUPPY II[modifica | modifica wikitesto]

Il sommergibile ARA Santiago del Estero ex USS Chivo

GUPPY IA[modifica | modifica wikitesto]

Fleet Snorkel[modifica | modifica wikitesto]

Il sommergibile Torricelli ex Classe Balao
  • Scabbardfish - Triaina (S-86) nella Polemikó Nautikó
  • Segundo
  • Sea Cat
  • Sea Owl
  • Sennet
  • Spinax
  • Piper
  • Torsk
  • Argonaut - HMCS Rainbow (SS-75) per la Royal Canadian Navy
  • Runner
  • Diablo - Ghazi nella Marina del Bandiera del Pakistan Pakistan
  • Medregal
  • Requin
  • Irex
Il sommergibile TGC Uluçalireis ex USS Thornback ora museo galleggiante a Istanbul

GUPPY IIA[modifica | modifica wikitesto]

GUPPY I B[modifica | modifica wikitesto]

GUPPY III[modifica | modifica wikitesto]

Sommergibili GUPPY della Marina Militare[modifica | modifica wikitesto]

Venute meno nel 1952 le clausole del trattato di pace che vietavano all'Italia il possesso di battelli subacquei, e con l'ingresso dell'Italia nella NATO, nell'ambito di un programma di potenziamento navale avviato nel 1950 fu anche avviata la ricostituzione della componente subacquea, con il recupero e la messa in servizio di due sommergibili risalenti al periodo bellico, il Giada e il Vortice. Lo sviluppo della flotta subacquea avvenne con l'aiuto statunitense mediante la cessione di battelli che seppur risalenti al periodo bellico, presentavano caratteristiche all'altezza dei tempi come risultato dei lavori di ammodernamento agli standard GUPPY, mentre solo alla fine degli anni sessanta furono immessi in servizio i primi battelli di produzione nazionale con la classe Enrico Toti, ma fino all'ingresso in servizio dei battelli della classe Sauro la Marina Militare continuò ad avvalersi prevalentemente di questi battelli GUPPY. Le loro caratteristiche generali ne facevano delle unità efficaci, nonostante le dimensioni, essendo sommergibili di tipo oceanico, ne rendevano problematico l'impiego in un teatro come il Mediterraneo e di conseguenza essi furono utilizzati prevalentemente per l'addestramento della componente subacquea nazionale e delle navi di superficie specializzate nella lotta antisommergibile.

Il sommergibile Leonardo da Vinci ex USS Dace

Alla fine sarebbero stati nove i battelli di tipo GUPPY ceduti alla marina italiana:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il battello, inizialmente battezzato BAP Pabellón de Pica, venne ribattezzato BAP La Pedrera alcune settimane dopo conservando la stessa sigla numerica

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

guppysubmarinetribute, su guppysubmarinetribute.homestead.com. URL consultato il 9-12-2007 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2012). - in lingua inglese

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