François Willème

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François Willème

François Willème (Sedan, 27 maggio 1830[1]Roubaix, 31 gennaio 1905[1]) è stato un pittore, scultore e fotografo francese.

Fu lꞌinventore della fotoscultura[2] verso gli anni 1859-1860.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Inizi[modifica | modifica wikitesto]

François Willème era figlio di un dettagliante di bevande. Fu allievo di Henri Félix Emmanuel Philippoteaux alla Scuola nazionale superiore di Belle Arti di Parigi.

Fotoscultura[modifica | modifica wikitesto]

François Willème inventò la fotoscultura negli anni 1859-1860. Ne depositò il brevetto in Francia il 14 agosto 1860[3], e negli Stati Uniti il 9 agosto 1864[4].

Il 15 maggio 1861, in un articolo del Moniteur de la photographie intitolato «La photo-sculpture, art nouveau imaginé par M. François Willème»[5], François Moigno dà la descrizione d'un procedimento inventato da Willème che combina l'uso della fotografia e del pantografo[6] e che gli permette d'ottenere

«… della scultura esattamente simile al modello (vivo o inerte)»

.

Théophile Gautier qualificò la sua invenzione di "prodigio" in Le Moniteur universel nel 1863[7].

Willème participò all'Esposizione universale di Parigi del 1867. Il suo procedimento è lꞌantenato della stampa in 3D. Fu un grande successo che diede celebrità al suo inventore. Tra i suoi clienti si possono distinguere Charles de Morny, Rainulphe d'Osmond, Sosthène II de La Rochefoucauld, Théophile Gautier, Bernard Pierre Magnan, Ferdinand de Lesseps, Augustine Brohan e altri personaggi famosi.

L'atelier parigino di fotoscultura aperto da Willème nel 1862 al numero 42 di avenue de Wagram (allora denominata ꞌꞌboulevardꞌꞌ o ꞌꞌavenue de l'Étoileꞌꞌ) chiuse nel 1867, nonostante il sostegno dei critici, di artisti e di imprenditori[8]. Dopo la partenza di Willème nel 1869, la società di fotoscultura proseguì la propria attività senza di lui. La sua succursale al numero 35 di boulevard des Capucines funzionò almeno fino ad agosto 1874[9].

Ritorno a Sedan[modifica | modifica wikitesto]

Willème tornò a vivere nella sua città natale nel 1869. Là, si associò a un fotografo, poi tenne dei corsi di disegno al collegio Turenne. Morì a Roubaix il 31 gennaio 1905.

Ricompense[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della sua carriera di fotoscultore, François Willème fu ricompensato con medaglie alle esposizioni, e ricevette le insegne dell'Ordine di Carlo III di Spagna[2].

Posterità[modifica | modifica wikitesto]

Le Temps, 6 febbraio 1905

[10].

Le Rappel, 7 febbraio 1905

[11] Nel 1899 L. P. Clerc, in La Science française[12] riconobbe che la fotoscultura è

(FR)

«la tentative la plus ancienne»

(IT)

«il tentativo più antico»

per

(FR)

«obtenir une image en relief sculptural, ronde bosse ou bas-relief du modèle vivant, par l'emploi de méthodes photographiques»

(IT)

«ottenere unꞌimmagine in rilievo scultoreo, ꞌꞌronde bosseꞌꞌ o bassorilievo del modello vivente, con lꞌimpiego di metodi fotografici»

, ma che essa

«terminò a seguito della sua complicazione inaudita»

.

E gli oppose una nuova tecnica, a suo avviso più semplice e facile d'impiego, inventata dal fotografo Lernac e sviluppata da Nadar: la fotosteria.

Dopo aver conosciuto la celebrità, lꞌopera di François Willème fu successivamente dimenticata. La sua necrologia nel 1905, su Le Rappel, la ridusse a una tecnica concernente solamente ritratti in busti e statuette[11]. Un articolo del giornale Le Temps, il 21 gennaio 1909, parlando d'un nuovo procedimento di fotoscultura, lo evocò come una perfetta novità e ignorò l'invenzione di François Willème[13].

Il 23 maggio 1924, Gabriel Cromer presentò alla Société française de photographie una comunicazione intitolata François Willème, inventore della fotoscultura.

La città di Sedan conserva opere di Willème, dei busti (Cunin-Gridaine, 1890), una tavola (L’Église du collège : chapelle Saint Louis), e tre album «Depaquit» con le sue fotografie delle fortificazioni che egli realizzò dopo il 1880, al momento della loro demolizione, dopo la battaglia di Sedan. Fotosculture sono conservate, in particolare a Rochester alla George Eastman House, a Parigi al museo Carnavalet e al museo Albertina a Vienna in Austria.

Una versione in realtà aumentata è stata realizzata e presentata nel 2023 nel quadro dellꞌesposizione Dimensions - Art numérique depuis 1859 a Lipsia[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Le Figaro, 6 février 1905, p. 2, 2ème colonne. Voir l'annonce du décès reproduit sur la base Commons. La date exacte du décès est indiquée sur la notice d'autorité personne de la BNF.
  2. ^ a b Précisions rapportées imprimées au dos d'une photo de Charles Willème.
  3. ^ The Grove Encyclopedia of Materials and Techniques in Art, pubblicata da Gerald W. R. Ward, pagine 500, 2ª colonna.
  4. ^ Il brevetto depositato negli USA porta il nº 43 822 e la data del 9 agosto 1864.
  5. ^ (FR) Abbé François Moigno, « Photo-sculpture, art nouveau imaginé par M. François Willème », in Revue photographique, tome 6, 1861, p. 136. Riedizione d'un articolo della rivista Le Cosmos, tomo XVIII, 1861, p.54.
  6. ^ (FR) « Nouvelles et faits divers, Bulletin des sciences », in Journal de l'instruction publique, 1861, p. 122.
  7. ^ PHOTOSCULPTURE - Encyclopædia Universalis, su www.universalis.fr. URL consultato il 9 agosto 2023.
  8. ^ (FR) Paris en 3 D : de la stéréoscopie à la réalité virtuelle 1850- 2000, dossier de presse de l’exposition tenue du 4 octobre au 31 décembre 2000 à Paris, al musée Carnavalet (url=[1] Archiviato il 30 ottobre 2020 in Internet Archive.), p. 7.
  9. ^ Argus Chronique, La Semaine des familles, 1º agosto 1874, p. 288, 2ª colonna.
  10. ^ Estratto della rubrica Nécrologie, Le Temps, 6 febbraio 1905, p.3, 5ª colonna]
  11. ^ a b « M. François Willême, l'inventore della fotoscultura, procedette avendo per obiettivo la trasformazione di una serie d'immagini fotografiche di uno stesso ritratto in un busto o in una statuetta; morì a Roubaix. » Estratto della rubrica Nécrologia, Le Rappel, 7 febbraio 1905, p.4, 1ª colonna
  12. ^ L. P. Clerc, « La Photostérie », in La Science française, 1899, p.17-18.
  13. ^ Feuilleton du Temps, 21 gennaio 1909, Causerie scientifique, Sciences appliquées, Le Temps, 21 gennaio 1909, pagina 3, 4ª e 5ª colonna.
  14. ^ (EN) 'Dimensions: Digital Art Since 1859' by Juliette Wallace, su clotmag.com. URL consultato il 9 agosto 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) François Willème, « La sculpture photographique », Le Moniteur de la photographie, 15 maggio 1861.
  • (FR) Jean-Luc Gall, Photo/sculpture L'invention de François Willème, in Études photographiques, Novembre 1997..
  • (FR) « La photosculpture », in Dictionnaire mondial de la photographie, Larousse, 2001.
  • (FR) Wolfgang Drost, La photosculpture entre art industriel et artisanat. La réussite de François Willème (1830-1905), in Gazette des Beaux-Arts, n. 106, 1985, pp. 124-127..

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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