Henri Félix Emmanuel Philippoteaux

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Lamartine devant l’Hôtel de Ville de Paris le 25 février 1848 refuse le drapeau rouge. Pittura a olio di Henri Felix Emmanuel Philippoteaux

Henri Félix Emmanuel Philippoteaux (Parigi, 3 aprile 1815Parigi, 8 novembre 1884) è stato un pittore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Philippoteaux apprese l'arte della pittura dal francese Léon Cogniet, ed espose il suo primo lavoro al Salon del 1833.[1]

Uno dei suoi più celebri dipinti mostra l'assedio di Parigi della guerra franco-prussiana,[2] realizzato sotto forma di ciclorama. Philippoteaux fu l'autore anche di un gran numero di quadri sull'ascesa al potere e il successo di Napoleone Bonaparte, incluso un ritratto del militare còrso nella sua uniforme reggimentale e un gruppo di pitture rappresentati le vittorie francesi nelle guerre napoleoniche. Venne onorato con la Legion d'onore nel 1846.[1][3]

Ebbe un figlio, Paul Philippoteaux (1846–1923), anch'esso famoso per i ciclorama dipinti. Insieme collaborarono alla realizzazione de La Défense du Fort d'Issy en 1871 e de la Bataille de Gettysburg, quest'ultimo diventato un successo negli USA.[4] Padre e figlio evidenziarono l'effetto artistico delle loro opere aggiungendo una terza dimensione, come ad esempio un diorama posto davanti alla pittura, o addirittura incorporando sezioni di muri e oggetti del campo di battaglia nei quadri.[5]

Henri Félix Emmanuel Philippoteaux morì nel 1884 e il suo necrologio apparve nel The New York Times il 10 novembre 1884.[1]

Opere esposte nelle collezioni pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Death of a French Painter, su nytimes.com, 10 novembre 1884. URL consultato il 5 giugno 2011.
  2. ^ (EN) The Panorama of a battle. The picture of the Siege of Paris, su nytimes.com, 17 settembre 1882. URL consultato il 5 giugno 2011.
  3. ^ Louis Viardo, The Masterpieces of French Art, vol I., Philadelphia, Gebbie & Co. 1883, p. 70.
  4. ^ (EN) J.A. Sokalski, Pictorial illusionism: the theater of Steele MacKaye, McGill Queens University Press, 2007, p. 133, ISBN 978-0-7735-3204-5.
  5. ^ Sokalski, p. 134

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