Fioravanti (famiglia)

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I Fioravanti furono una famiglia nobile originaria di Pistoia, attiva a Firenze e in altre città italiane. Politicamente schierati come guelfi, alleati con i Cancellieri e avversari dei ghibellini Panciatichi. Altre famiglie nobili di Marchesi Fioravanti, solo omonime, esistevano a Roma e a Ferrara.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima loro menzione risale al 1267, quando Fioravanti d'Accorso ricoprì la carica di consigliere comunale. Nel 1310 Ranieri, suo figlio, fu sindaco di Pistoia. Nel 1319 Simone, figlio di Ranieri, fu membro degli anziani. Giovanni, figlio di Puccio e nipote di Ranieri Fioravanti, fu banchiere attivo alla corte di papa Clemente V ad Avignone. Andrea, figlio di Simone, figlio di Baldo Fioravanti, fu eletto Capitano della Montagna Superiore il 17 giugno 1354. Neri fu Capomastro della Signoria a Firenze, a lui sono attribuiti alcuni progetti dei più importanti edifici cittadini, quali Ponte Vecchio, la cupola di Santa Maria del Fiore, parte del Bargello. Francesco, figlio di Rinieri, fu gonfaloniere della Repubblica Fiorentina nel 1385 e nel 1389: Neri, suo figlio, ricoprì la stessa carica nel 1428. Fioravanti, figlio di Piero, fu Capitano di Cavalleria nelle Fiandre nel 1510 e poi, per papa Alessandro VI, commissario presso l'assedio di Faenza. Vincenzo, figlio di Cipriano, fu uno dei primi ad essere eletto cavaliere di Santo Stefano, nel 1576, poco dopo la costituzione di quell'ordine militare, e successivamente Cancelliere dell'Ordine. Fabio, figlio di Cipriano, fu Capitano di Cavalleria nei Paesi Bassi. Alberto, figlio di Fioravanti, Cavaliere di Malta nel 1590, e Commendatore nel 1610. Niccolao, figlio di Fioravanti, capitano dell'imperatore Ferdinando II contro il Re di Svezia nel 1636, e nel 1643 in Toscana per il granduca contro i Barberini.[2]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Spreti, 1928, volumeIII, Milano, EnciclopediaStoricoNobiliareItaliana, p. 185.
  2. ^ Copia archiviata, su www.archiviopistoia.it. URL consultato il 28 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2018).

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