Ferrante de Gemmis

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Ferrante de Gemmis
Ferrante de Gemmis in una incisione dell'epoca
Barone di Castel Foce
In carica9 aprile 1761 –
21 aprile 1803
PredecessoreTommaso de Gemmis
SuccessoreTommaso de Gemmis Maddalena
TrattamentoSua Eccellenza Don
NascitaTerlizzi, 14 aprile 1732
Morte21 aprile 1803
SepolturaTerlizzi
Dinastiade Gemmis
PadreTommaso de Gemmis
MadreFrancesca Bruni Maddalena
ConsorteCaterina Lioy
FigliTommaso, Cecilia, Caterina, Giuseppe
ReligioneCattolicesimo

Ferrante de Gemmis (Terlizzi, 14 aprile 1732Terlizzi, 21 aprile 1803) è stato un filosofo e letterato italiano.

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del Barone di Castel Foce Tommaso de Gemmis e di Francesca Bruni dei baroni di Cannavalle, fu fratello di Gioacchino de Gemmis, rettore dell'Università di Altamura, di Giuseppe de Gemmis, Presidente della Regia Camera della Sommaria, e di Giovanni Andrea, Consigliere della Suprema Corte di Giustizia. All'età di undici anni si trasferì nella capitale Napoli affidato al prozio, il potente Ministro Ferrante Maddalena, dove studiò dai più prestigiosi precettori dell'epoca. Fu allievo dell'abate Antonio Genovesi[senza fonte], di cui divenne amico e con cui mantenne una cospicua corrispondenza epistolare raccolta nelle Lettere familiari del celebre illuminista.

Laureatosi in diritto all'Università di Napoli, il ministro Maddalena lo introdusse negli ambienti più esclusivi della corte partenopea istituendolo erede universale con la clausola di aggiungere il suo cognome, obbligo mai rispettato dai discendenti[senza fonte]. Morto il prozio nel 1752, fu nominato dal sovrano giudice a Cava de' Tirreni[senza fonte] e fu malvisto a corte poiché rinunziò alla carica per ritirarsi a Terlizzi, per stare vicino al padre malato, nel 1754. Qui si dedicò ai suoi studi di filosofia e diede vita ad una fervida attività culturale rivelandosi l'esponente primario dell'illuminismo della regione. Istituì una Accademia a Terlizzi, vero e proprio cenacolo culturale con scopo di ricerca scientifica e di attuazione pratica di conoscenze in campo agricoloː purtroppo, non ottenendo l'approvazione Reale perché sospetto centro di idee liberali, l'Accademia dovette chiudere[senza fonte], ma gli incontri culturali proseguirono ufficiosamente per anni grazie anche all'incoraggiamento epistolare di Antonio Genovesi.

Prese in moglie nel 1757 Caterina Lioy di Terlizzi, di nobile famiglia di orientamento massonico[senza fonte].

Fu governatore di Terlizzi e promosse il riscatto della città dal diritto di molitura che aveva la duchessa di Giovinazzo donna Eleonora Giudice. Fondò, in questi anni, il Conservatorio delle Orfanelle nel 1769 e nello stesso anno aprì le scuole pubbliche con reale approvazione; nel 1774 fu inoltre incaricato da Ferdinando I di Borbone al riordinamento dell'amministrazione della Città, che fu divisa in tre ceti in base ai ranghi[senza fonte].

Ebbe sette figli[senza fonte], tra cui Tommaso de Gemmis Maddalena, capitano dei R. R. eserciti e governatore militare di Terlizzi; Elisabetta, moglie di Giuseppe de Samuele Cagnazzi, fratello del celebre Luca de Samuele Cagnazzi; Cecilia, sposatasi con Pietro Lupis e Giuseppe, sposato a Donna Maria de Introna, dalla cui discendenza avrà origine il ramo di Gennaro de Gemmis.

Morì a Terlizzi, largamente stimato, il 21 aprile 1803, e fu sepolto nella cappella nobiliare de Gemmis di Terlizzi.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

De Gemmis scrisse numerose opere letterarie e filosofiche, che volle pubblicate anonime per modestia e che oggi sono andate perdute[senza fonte], salvo il libro storico intitolato Tavole cronologiche della Storia Universale pubblicato a Napoli nella stamperia della Soc. Letteraria e tipografica nel 1782.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Valente Feudalesimo e feudatari Terlizzi nel Settecento, Molfetta, Mezzina, 2004.
  • Cabreo de Gemmis, Biblioteca Provinciale "de Gemmis", Bari
  • Ruggiero Di Castiglione, La Massoneria nelle Due Sicilie e i «fratelli» meridionali del '700 , Gangemi Editore, Roma 2006

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