Eparchia di Batrun

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Eparchia di Batrun
Eparchia Botryensis Maronitarum
Chiesa maronita
 
VescovoMounir Khairallah
Presbiteri54, di cui 38 secolari e 16 regolari
1.240 battezzati per presbitero
Religiosi50 uomini, 33 donne
 
Battezzati67.000
StatoLibano
Parrocchie66
 
Erezione1736
Ritoantiocheno
CattedraleSanto Stefano
IndirizzoConvent St. Jean Maroun, Kfarhay, 4001 Batrun, Liban
Sito webwww.diocesebatroun.org
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Libano

L'eparchia di Batrun (in latino Eparchia Botryensis Maronitarum) è una sede della Chiesa maronita in Libano. Nel 2020 contava 67.000 battezzati. È retta dall'eparca Mounir Khairallah.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'eparchia comprende la città di Batrun, nel Governatorato del Nord Libano, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano.

Il territorio è suddiviso in 66 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Batrun era nota in epoca romano/bizantina con il nome di Botrys.

Fino al XVIII secolo il patriarcato maronita era solo formalmente suddiviso in eparchie: di fatto i vescovi erano tutti considerati come ausiliari del patriarca, l'unica vera guida della nazione maronita. È attestato dalle fonti un vescovo maronita con il titolo di Botrys, Stefano El Douaihy, nel 1728.[1]

In più occasioni Propaganda Fide era intervenuta per ordinare la suddivisione canonica del patriarcato, sull'esempio degli altri patriarcati orientali, ma i suoi decreti erano rimasti lettera morta. Solo nel sinodo del Monte Libano del 1736 furono istituite canonicamente le eparchie in numero di 8, oltre la sede patriarcale, e per ciascuna furono definite anche le giurisdizioni territoriali. Tra le diverse eparchie fu istituita anche quella di Batrun, unita a quella di Jbeil: primo vescovo delle diocesi unite fu Stefano El Douaihy.

Batrun rimase unita a Jbeil fino al 1848; in quell'anno la sede di Jbeil e Batrun divenne eparchia propria del patriarca dei Maroniti, che aveva posto la sua residenza nel distretto di Batrun, e che governò le due diocesi tramite due vicari patriarcali.

Il 9 giugno 1990 fu separata da Jbeil ed unita all'eparchia di Joubbé e Sarba (oggi eparchia di Joubbé, Sarba e Jounieh).[2]

L'ultima divisione avvenne il 5 giugno 1999, quando l'eparchia di Batrun divenne circoscrizione ecclesiastica autonoma. Da questa data non è più sede propria del patriarca maronita.[3]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

  • Stefano El Douaihy † (menzionato nel 1728)
    • Sede unita a Jbeil (1736-1848)
    • Sede propria del patriarca (1848-1999)
  • Paul-Emile Saadé † (5 giugno 1999 - 16 gennaio 2012 ritirato)
  • Mounir Khairallah, dal 16 gennaio 2012

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'eparchia nel 2020 contava 67.000 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
2000 73.000 ? ? 60 49 11 1.216 27 56 66
2001 71.000 ? ? 64 49 15 1.109 31 70 66
2002 70.000 ? ? 67 49 18 1.044 18 62 66
2003 71.000 ? ? 65 49 16 1.092 16 60 66
2004 72.000 ? ? 63 45 18 1.142 37 62 66
2006 73.000 ? ? 61 44 17 1.196 40 56 66
2009 74.000 ? ? 56 43 13 1.321 44 60 66
2012 70.000 ? ? 57 41 16 1.228 38 79 66
2015 68.000 ? ? 55 40 15 1.236 49 70 66
2018 68.000 ? ? 54 38 16 1.259 46 64 66
2020 67.000 ? ? 54 38 16 1.240 50 33 66

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pierre Dib, Maronite (Eglise), in Dictionnaire de Théologie Catholique, Tome Dixième, première partie, Paris, 1928, coll. 1-142.
  2. ^ Dati dell'Annuario Pontificio.
  3. ^ Sessione Plenaria 2002 della Congregazione per le Chiese Orientali. V. Erezione di circoscrizioni ecclesiastiche.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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