Dàoxuān

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Dàoxuān (道宣T, Tao-hsüanW; coreano: Doseon, giapponese: Dōsen; 596667) è stato un monaco buddista e traduttore cinese.

Dàoxuān è stato uno dei monaci buddisti cinesi più versatili del periodo medievale. Maestro di vinaya ha contribuito con Xuánzàng (玄奘, 602-664) e Dàoshì (道世, ?-683) alla traduzione di diversi testi inerenti ai canoni di disciplina monastica.

La vita[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce esattamente il luogo di nascita di Dàoxuān, le fonti non concordano infatti sul luogo. Tuttavia è certo che egli abbia vissuto la maggior parte della sua vita adulta nei pressi della capitale Chang'an. Si sa che era figlio di un alto ufficiale dell'esercito imperiale e che entrò giovanissimo in un monastero buddista, guadagnandosi presto la fama di giovane erudito.

Lo troviamo insieme a Xuánzàng nel centro di traduzione di Chang'an, presso il monastero Xīmíng (西明寺, Tempio della luce occidentale) e poco dopo, come abate dello stesso monastero dove, con Dàoshì, avviò la traduzione, la sistemazione e lo studio del materiale inerente ai diversi Vinaya.

A tale scopo fondò, nel monastero di Nánshān (南山寺, Tempio del Monte orientale) una specifica scuola, denominata (律宗, Lǜ zōng), affinché i monasteri buddisti cinesi seguissero scrupolosamente le regole monastiche soprattutto al riguardo delle ordinazioni.

Fu lui ad evidenziare il vinaya della scuola indiana Dharmaguptaka (Cāturvargīya-vinaya, Quadruplici regole della disciplina, 四分律 pinyin: Shìfēnlǜ, giapp. Shibunritsu, conservato nel Lǜbù, contiene 250 regole per i monaci e 348 regole per le monache) che era già stato tradotto dal sanscrito al cinese nel 408 Buddhayaśas (in cinese 佛陀耶舍 Fótuóyéshè, IV-V secolo) e da Zhú Fóniàn (竺佛念, IV-V secolo), non trascurando, tuttavia, lo studio degli altri Vinaya[1].

Dàoxuān si oppose sempre al progetto di un saṅgha (cin. 僧伽 pinyin: sēngqié) di esclusiva formazione mahāyāna fondato esclusivamente sui precetti del bodhisattva riportati nel Brahmajāla-sūtra (梵網經 pinyin: Fànwǎng jīng, giapp. Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma, conservato nel Lǜbù) tradotto, forse, da Kumārajīva nel 406 [2].

Le opere[modifica | modifica wikitesto]

Dàoxuān è autore di importanti opere, tra queste vanno ricordate:

  • Dàtáng nèidiǎn lù (大唐內典錄, giapp. Daitō naiten roku, Catalogo di opere buddiste del periodo Tang, T.D. 2149.55.219a-342a, conservato nel Mùlùbù) composta in 10 fascicoli nel 664.
  • Xù gāosēng zhuàn (續高僧傳, giapp. Zoku kōsō den, Continuazione delle Biografie di monaci eminenti, T.D. 2060.50.425a-707a, conservato nel Shǐchuánbù) che contiene la biografia di circa 500 tra monaci e monache, vissuti in Cina tra il 519 e il 645, e corrisponde alla continuazione del Gāosēng zhuàn di Huìjiǎo (慧皎).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Grazie all'opera di Dàoxuān il Cāturvargīya-vinaya divenne presto il vinaya di riferimento di tutte le scuole buddiste cinesi, coreane, vietnamite e, in parte, anche giapponesi.
  2. ^ Da notare che il monaco giapponese del IX secolo, Saichō, fondatore della scuola Tendai opterà invece per l'abolizione del vinaya hīnayāna applicando esclusivamente i precetti previsti nel Brahmajāla-sūtra, scelta che poi sarà ereditata da diverse scuole giapponesi come la scuola buddista Zen.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Shinohara, Koichi. Changing Roles of Miraculous Images in Medieval Chinese Buddhism: A Study of the Miraculous Images Section of Daxuan's Ji-shenzhou Sanbao Gantonglu. In Images, Miracles, and Authority in Asian Religious Traditions. USA, Westview Press, 1998.
  • Shinohara, Koichi. The Kasaya Robe of the Past Buddha Kasyapa in the Miraculous Instruction Given to the Vinaya Master Daoxuan (596–667). Chung-hwa Buddhist Journal 13, 2000, 299 – 367.
  • John Kieschnick. Daoxuan. Encyclopedia of Buddhism. USA, MacMillan, 2005, pag. 202.
  • Ph. Cornu. Daoxuan. Dizionario di Buddismo. Milano, Bruno Mondadori Editore, 2003, pag.153.

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