Vinaya

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Buddismo
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         Sautrāntika
         Mūlasarvâstivāda
     Vibhajyavāda
         Theravāda
         Dharmaguptaka
         Mahīśāsaka
         Kāśyapīya

Il termine vinaya, sia in pāli sia in sanscrito, significa disciplina e nel Buddismo indica la raccolta scritturale delle norme di condotta seguite dai monaci (bhiksu, sanscr., bhikkhu, pāli) e dalle monache (bhiksuni, sanscr., bhikkhuni, pāli).

I differenti vinaya[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente disponiamo di sette vinaya delle antiche scuole (Buddismo dei Nikāya).

  • Il vinaya Theravāda, di probabile origine Sthaviravāda Vibhajyavāda, è conservato nel Canone pāli ed è suddiviso in tre parti:
    • Suttavibhanga, le regole di condotta fondamentali dei monaci e delle monache (patimokkha) con le storie all'origine di ciascuna regola;
    • Khandhaka, a sua volta suddiviso in:
      • Mahavagga, altre regole di condotta e di etichetta per il sangha insieme ad altri discorsi e insegnamenti del Buddha;
      • Cullavagga, elaborazioni sull'etichetta e le norme dei monaci e delle monache e la trattazione di come vadano affrontati i casi di infrazione delle regole monastiche;
    • Parivara, una ricapitolazione delle sezioni precedenti riportante in sunto le regole classificate in vari modi a scopo didattico.

Esso si compone di 227 precetti per i monaci e 311 precetti per le monache, dettagliate nei relativi patimokkha.

Adozione dei vinaya nelle scuole buddiste[modifica | modifica wikitesto]

La scuola Theravāda nei vari paesi del Sud-est asiatico in cui è presente, segue il vinaya contenuto nel Canone pāli.

Tutte le scuole tibetane e mongole seguono il vinaya Mūlasarvāstivāda contenuto nel Canone tibetano.

Tutte le altre scuole buddiste mahāyāna (cinesi, giapponesi, coreane, vietnamite, etc.) seguono il vinaya Dharmaguptaka contenuto nel Canone cinese, con l'aggiunta delle regole Mahāyāna contenute nel Brahmajālasūtra (梵網經 pinyin: Fànwǎng jīng, giapp. Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma) testo fondamentale per l'ordinazione monastica mahāyāna. Fanno eccezione le scuole giapponesi Tendai e Zen le quali seguono esclusivamente le regole Mahāyāna contenute nel Brahmajālasūtra. Ciò è dovuto alla scelta del fondatore del Buddismo Tendai, Saichō, il quale nel IX secolo di rientro da un pellegrinaggio in Cina, decise che erano sufficienti i precetti Mahāyāna. Essendo tutti i fondatori delle scuole Zen stati ordinati su piattaforme monastiche Tendai, anche queste scuole del Buddismo giapponese adottarono la scelta di Saichō.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jayawickrama, N.A., trans. (1962). Inception of discipline and the Vinaya-Nidana, Sacred books of the Buddhists Vol. XXI, London Luzac. (Buddhagosas Samantapasadika, the Vinaya commentary)
  • Horner, I.B. (1970). The book of discipline Vol. I (Suttavibhaṅga), London Luzac, reprint.
  • Horner, I.B. (1957). The book of discipline Vol. II (Suttavibhaṅga), London Luzac.
  • Horner, I.B. (1957). The book of discipline Vol. III (Suttavibhaṅga), London Luzac.
  • Horner, I.B. (1962). The book of discipline Vol. IV (Mahāvagga), London Luzac. 1. publ., reprint, Oxford: Pali Text Society 1993.
  • Horner, I.B. (1963). The book of discipline Vol. V (Cullavagga), London Luzac.
  • Horner, I.B. (1966). The book of discipline Vol. VI (Parivāra), London Luzac.
  • Rhys Davids, T. W.; Oldenberg, Hermann, trans. (1881-85). Vinaya Texts, Sacred Books of the East, volumes XIII, XVII & XX, Clarendon/Oxford. Reprint: Motilal Banarsidass, Delhi (Dover, New York) Vol. XIII, Mahavagga I-IV, Vol. XVII, Mahavagga V-X, Kullavagga I-III, Vol. XX, Kullavagga IV-XII

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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