Mahāsāṃghika

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 Mahāsāṃghika
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     Gokulika
     Prajñaptivāda
     Bahuśrutīya
 Vatsīputrīya
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         Avantaka
         Kurukulla
     Dharmôttarīya
     Bhadrayānīyāḥ
     Saṇṇagārika
 Sthaviravāda
     Sarvāstivāda
         Sautrāntika
         Mūlasarvâstivāda
     Vibhajyavāda
         Theravāda
         Dharmaguptaka
         Mahīśāsaka
         Kāśyapīya

Mahāsāṃghika è stata una delle più importanti scuole del Buddismo dei Nikāya.

L'origine della scuola Mahāsāṃghika è incerta e dibattuta. Secondo certi autori avrebbe avuto origine nella metà del Ⅳ secolo a.C. quando la comunità buddista (sangha), fino a quel momento unita, si scisse in due primi grandi tronconi: la scuola Mahāsāṃghika (grande comunità) e la scuola Sthaviravāda (gli anziani). Tale scissione non è riportata in nessun Canone buddista ma nella cronaca singalese del Dīpavaṃsa[1]. Fino agli anni 80 circa del ⅩⅩ secolo la maggioranza degli studiosi riconosceva come storicamente corretta la ricostruzione degli eventi riportata in questo testo, secondo il quale questa divisione monastica avvenne quando la maggioranza della comunità buddista (i Mahāsāṃghika) tentarono di rendere meno rigide le regole monastiche contenute nel vinaya. A tale richiesta avrebbero opposto un rifiuto i monaci più anziani della comunità, gli sthavira, da cui lo scisma (sanscrito: sanghabedha) tra le due scuole. Ma ad una più attenta lettura dei vinaya delle tradizioni coinvolte emerge quanto sia fragile questo resoconto. Scrive ad esempio il monaco e studioso Bhante Sujato che «tutti i Vinaya concordano che la disputa a[l secondo concilio buddista tenuto a] Vesali si risolse senza uno scisma», a dimostrazione che le comunità del tempo concordavano su una condotta monastica valida per tutti[2]. Anche il vinaya Mahāsāṃghika risulta, infatti, essere piuttosto rigido. Invalidata la ricostruzione di questo testo, non c'è oggi accordo sulle origini dello scisma. Addirittura c'è chi sostiene che il vinaya autentico della comunità buddista antica fosse proprio quello Mahāsāṃghika e che questi si opposero ad un suo successivo irrigidimento da parte di una minoranza dei monaci, gli Sthaviravāda[3], nonostante la già riferita identità delle discipline monastiche delle scuole coinvolte nei fatti del concilio buddista che sarebbe stato all'origine della divisione della comunità buddista che dette origine ai Mahāsāṃghika.

Dalla scuola Mahāsāṃghika, e dalla sua scissione con la scuola degli sthavira, alcuni autori fanno risalire l'origine del Mahāyāna.

Paolo Taroni nella introduzione all'opera di Icilio Vecchiotti (1930-2000) Storia del Buddismo indiano, scrive:[4]:

«Come è noto, il Mahāyāna venne contrapposto all'Hīnayāna, il Piccolo Veicolo, dagli esponenti del Mahāsāṃghikā, più riformatori e progressisti al problema del come si potesse conseguire la Buddhità, in contrapposizione agli anziani (Sthavirāḥ), i quali sostenevano invece che fosse necessario osservare le regole e la disciplina (vinaya) per raggiungere l'illuminazione. [...] I Mahāsāṃghikā - originari del centro-sud dell'India - furono sconfitti; tennero quindi un concilio separato, così da venire a delineare ormai la demarcazione tra Mahāyāna e Hīnayāna. [...]
All'incirca tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. iniziò dunque ad affermarsi - soprattutto grazie ai laici [...] - il buddismo Mahāyāna, in aperta opposizione alla rigidità e all'arroganza dei monaci, che ormai avevano snaturato il pensiero del buddismo originario e ne avevano dissolta tutta la carica rivoluzionaria, dissacrante e antiteoretica»

Così Luis O. Gòmez:

«Discordanti sono le opinioni degli studiosi occidentali riguardo all'epoca e alla collocazione geografica delle origini del Mahāyāna. Alcuni propendono per una origine antica (intorno agli inizi dell'era volgare tra le comunità dei Mahāsāṃghikā della regione sud-orientale dell'Andhra. Altri propongono un'origine nordoccidentale, tra i sarvasitvadin, tra il II e il III secolo d.C. Ma forse è più verosimile, per la formazione del Mahāyāna, pensare a un processo graduale e complesso, sviluppatosi in varie regioni dell'India.»

Secondo Nicoletta Celli:

«È superata l'ipotesi che il mahayana si sia sviluppato all'interno del mahasanghika, dal momento che gli insegnamenti del mahayana non presuppongono una divisione su questioni disciplinari»

Alcuni studiosi sono quindi portati a ritenere che lo scisma avvenne in seguito per altri motivi, probabilmente dottrinali, anche se, per autori come Paul Williams[5] e Heinz Bechert[6]"uno scisma non ha niente a che vedere con divergenze dottrinali, ma è il risultato di divergenze riguardanti la disciplina monastica".

La posizione dottrinale Mahāsāṃghika si distingue da quella di origine Sthaviravāda per una minore attenzione all'ideale dell'arhat e al fatto che per loro solo la prajñā (saggezza) può portare all'effettiva liberazione[7]. Un'ulteriore dottrina Mahāsāṃghika sembrerebbe consistere nel sostenere che le parole del Buddha Śākyamuni, riportate negli Āgama-Nikāya, necessitano di interpretazione (sanscrito: nitartha)[7]. Ambedue queste dottrine, insieme alla credenza della molteplicità dei Buddha nelle varie direzioni[7], sembrano aver avuto un'influenza sulla nascita del Mahāyāna[8]. Va tuttavia considerato che tutte le scuole Mahāyāna hanno un vinaya di chiara derivazione Sthaviravāda. A Bāmiyān, grande centro di questa scuola insieme alla regione Gandhāra, sono stati rinvenute parti del Sutrapitaka e del vinaya Mahāsāṃghika[9].

Da questa scuola emergeranno, nel corso dei secoli altre scuole, in particolare: i Lokottaravada (autori del Mahavastu), i Caitikia, Gokulika e i Prajnaptivada. La scuola Mahāsāṃghika scomparirà progressivamente, e già nel VII secolo i pellegrini cinesi Xuánzàng e Yìjìng ne riporteranno le divisioni e il declino.

  1. ^ K. Lal Hazra, p. 122
  2. ^ B. Sujato, p. 4
  3. ^ N. Celli, p. 113.
  4. ^ Paolo Taroni, Storia del Buddismo indiano, Introduzione, pp. 9-10
  5. ^ Il Buddismo in India, Roma, Ubaldini, 2002.
  6. ^ ''The importance of Asoka's so-called schism edict in AA.VV. Indological and Buddhist Studies: Volume in Honour of Professor J.W. de Jong on his Sixtieth Birthday 1982 Faculty of Asian Studies, Canberra.
  7. ^ a b c Gómez, p. 382.
  8. ^ «Un'influenza diretta della scuola dei mahāsāṃghika non si estese al di là del subcontinente indiano. Tuttavia, attraverso la sua influenza nella formazione del Mahāyāna, la scuola lasciò il suo segno nella storia del Buddismo nell'Asia orientale e nel Tibet. Le sue dottrine chiave, quali la centralità della prajñā, i voti del bhodhisattva, le apparizioni del Buddha e la distinzione tra verità convenzionale e verità assoluta, continuano ancora oggi a influire sulla percezione buddista mahāyānica del mondo e della tradizione buddista.» Gómez, p. 382-3
  9. ^ Luis O. Gomez, Mahāsāṃghika, in "Enciclopedia delle Religioni", vol. 10, p.383
  • Luis O. Gómez, Mahāsāṃghika, in "Enciclopedia delle religioni" vol.10. Milano, Jaca Book, 2006.
  • Kanai Lal Hazra, Buddhism and Buddhist Literature in Early Indian Epigraphy, New Delhi, Munshiram Manoharlal Publishers Pvt, 2002, ISBN 81-215-1037-6.
  • Nicoletta Celli, Buddismo, Milano, Electa Mondadori, 2006, p. 336, ISBN 978-88-370-3849-6.
  • (EN) Bhante Sujato, Bhikṣuṇīs in Theravāda (PDF) [collegamento interrotto], su Pubblicazione del "Congresso Internazionale sul ruolo delle donne buddhiste nel Vinaya Bhikhsuni Sangha e i lignaggi di ordinazione", 18 luglio 2007, 21. URL consultato il 6 luglio 2010.
  • Icilio Vecchiotti, Storia del Buddismo indiano - Ⅱ - Il Grande Veicolo e Nāgārjuna, Roma, Editory Riuniti university press, 2010, p. 414, ISBN 978-88-6473-017-2.

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