Duomo di Sansepolcro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Infobox edifici religiosi La Cattedrale di San Giovanni Evangelista è il Duomo di Sansepolcro.

Cenni storici

L'attuale cattedrale, un tempo chiesa abbaziale, sorge approssimativamente sul luogo ove nel X secolo fu fondato il primo monastero benedettino, passato alla congregazione camaldolese nel corso del XII secolo.

Tra il 1012 e il 1049 si costruì la chiesa, dedicandola inizialmente ai Quattro Evangelisti e al Santo Sepolcro, le cui reliquie, secondo la tradizione, furono portate dalla Terrasanta dai due pellegrini Egidio e Arcano.

L'abbazia benedettina, che tra 1137 e 1187 entra a far parte della congregazione camaldolese, fu ricostruita nel tardo Duecento. Nel 1520, con la creazione della Diocesi di Sansepolcro da parte di papa Leone X, l'abbazia divenne Cattedrale di San Giovanni Evangelista, patrono della città e da allora anche della Diocesi (dal 1520 a oggi si sono succeduti 35 vescovi). Il territorio della nuova Diocesi fu scorporato da quella di Città di Castello, della quale fino a quel momento Sansepolcro aveva fatto parte, aggiungendo anche l'abbazia di Santa Maria Assunta in Bagno di Romagna, con tutto il suo territorio nell'appennino cesenate. Tra 1934 e 1943, su iniziativa del vescovo mons. Pompeo Ghezzi, vengono promossi radicali lavori di restauro secondo la linea "purista" allora in voga: se furono distrutti quasi tutti gli elementi barocchi e tutte le epigrafi, è pur vero che fu possibile recuperare l'originaria fisionomia architettonica romanico-gotica e alcuni affreschi di scuola riminese e di Bartolomeo della Gatta dei secoli XIV-XV, in precedenza ricoperti dalle sovrastrutture dei secoli XVII-XVIII. Inoltre, venne realizzata la Cappella del SS. Sacramento, nella quale fu collocato il Volto Santo, in precedenza posto sull'altare maggiore. Dal 1994 questa cappella è stata esclusivamente dedicata al Volto Santo. Nel 1962 il papa beato Giovanni XXIII, accogliendo la richiesta del vescovo mons. Domenico Bornigia, elevò la Cattedrale al rango di Basilica minore. Tra 1966 e 1967 il vescovo mons. Abele Conigli, padre conciliare, promosse i lavori di adeguamento del presbiterio alla riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, con la collocazione dell'altare al centro del presbiterio e la realizzazione del nuovo coro dei canonici all'interno del catino absidale, con al centro la cattedra vescovile. Nel 1979 questa sistemazione venne ulteriormente modificata con la ricollocazione del Polittico della Resurrezione (Niccolò di Segna, 1348 circa) tra l'altare e il coro dei canonici.

Ancora oggi la chiesa conserva, eccetto che nella parte absidale, la struttura e la forma trecentesca con la pianta basilicale a tre navate. L'edificio denuncia caratteri ancora romanici nella foggia degli archi a tutto sesto, nei capitelli depressi (ma anche dalla plastica vigorosa) e nelle proporzioni generali.

Aperture alla nuova corrente gotica sono più avvertibili nella facciata, soprattutto nel portale centrale strombato e sormontato da una cuspide triangolare e più ancora nella finestra circolare soprastante, mentre il rosone è opera di ripristino. Mai terminato fu il progettato prolungamento della chiesa con un'abside poligonale gotica, interrotto nella navata destra dalla robusta torre campanaria costruita secondo un modello di ispirazione umbra. Lungo la scalinata di accesso alla cella campanaria si apre una sala decorata da un fregio affrescato con stemmi abbaziali e della congregazione camaldolese (inizio XVI sec.), forse usata per un certo periodo come sala capitolare.

Interno

L'interno è a tre navate su colonne di cui quella mediana con soffitto a capriate e le due minori a volta.

Le opere d'arte presenti

  • All'inizio della navata destra, Madonna con Bambino (1385), affresco di scuola romagnola.
  • Al primo altare a destra, Incredulità di San Tommaso di Santi di Tito (1576-77).
  • Segue l’affresco raffigurante la Crocifissione di Bartolomeo della Gatta (1486)
  • Al secondo altare a destra, Adorazione dei pastori di Durante Alberti.
  • L'altare di fondo della navata destra è l'unico rimasto di quelli in stile barocco; si apre sulla parte superiore entro il campanile dal quale prende luce mediante una piccola cupola decorata in stucco con la gloria di san Pio V. All'interno, Madonna della Misericordia, di Raffaello Schiaminossi (sec. XVII).
  • Sull'altar maggiore è collocato il polittico della Resurrezione, opera senese del XIV secolo realizzata da Niccolò di Segna attorno al 1348.
  • Sulla controfacciata e presso la porta della sacrestia sono collocate alcune terracotte di scuola robbiana del XVI sec.
  • Lungo la navata sinistra Ascensione di Cristo di Pietro Vannucci detto il Perugino e monumento sepolcrale dell'abate Simone Graziani, degli inizi del XVI sec.
  • Particolare interesse riveste il cosiddetto Volto Santo, conservato nella cappella sinistra del presbiterio, crocifisso ligneo forse di età carolingia, con policromia del XII secolo, di provenienza orientale, oggetto di particolare venerazione.

Il Palazzo Vescovile

A fianco della Basilica Cattedrale sorge il Palazzo Vescovile, antica abbazia. Al piano terreno, interessanti gli affreschi del chiostro (inizi sec. XVI), con scene della vita di san Benedetto. Nel chiostro si apre anche la cappella detta "Monacato", che contiene la sepoltura di Piero della Francesca (morto il 12 ottobre 1492). Al primo piano, oltre agli uffici della Curia Vescovile e dell'Istituto Diocesano Sostentamento Clero, hanno sede l'Archivio Vescovile (con documenti dei secoli XI-XX) e la Biblioteca Vescovile, ricca di oltre 20.000 volumi, il cui allestimento si deve a mons. Ercole Agnoletti, che lo curò personalmente e lo completò nel 1991. L'archivio raccoglie i documenti dell'antica abbazia camaldolese (secc. XI-XVI), quelli della diocesi di Sansepolcro (secc. XVI-XX) e del capitolo della Cattedrale (secc. XVI-XX), delle abbazie di Bagno di Romagna e di Galeata (secc. XVI-XVIII) e dell'arcipretura di Sestino (secc. XVI-XVIII). Nel salone si conservano i ritratti di alcuni vescovi di Sansepolcro, tra i quali quelli di Galeotto Graziani (1520-1523), Roberto Costaguti (1778-1818), Pompeo Ghezzi (1912-1953), Domenico Bornigia (1954-1963) e Giovanni D'Ascenzi (1983-1986). Tra la quadreria si segnala anche il ritratto del concittadino Antonio Maria Graziani, vescovo di Amelia e letterato (secc. XVI-XVII).

Bibliografia

  • E. Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro (note di archivio), I-IV, Sansepolcro 1972-1975 .

Voci correlate