Cephalophinae

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Cefalofini[1]
Philantomba monticola
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Artiodactyla
Famiglia Bovidae
Sottofamiglia Cephalophinae

Gray, 1871

Generi
Cefalofo dal dorso giallo.

I Cefalofini (Cephalophinae Gray, 1871) sono una delle otto sottofamiglie della famiglia dei Bovidi. Comprendono delle piccole antilopi africane, note come cefalofi, diffuse nelle foreste. Sebbene ve ne sia un gran numero di specie, la loro storia naturale è ancora in gran parte sconosciuta.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

I Cefalofini comprendono 18 specie, suddivise in 3 generi[1]:

Tuttavia, l'esatta classificazione dei Cefalofini è ancora motivo di discussione tra gli zoologi. Il genere Philantomba, ad esempio, non è universalmente accettato, e molti studiosi ritengono che tutti i Cefalofini vadano raggruppati in un unico genere (Cephalophus). Talvolta il cefalofo del Ruwenzori (Cephalophus nigrifrons rubidus, una sottospecie del cefalofo dalla fronte nera) viene considerato una specie a parte e, al contrario, quello di Harvey viene visto come una sottospecie del cefalofo rosso.

Molto controversa è anche la giusta collocazione tassonomica dei Cefalofini all'interno della famiglia dei Bovidi. In passato quasi tutti gli studiosi li consideravano un ramo primitivo della famiglia, poiché molti vedevano in loro somiglianze con i primi Bovidi del Miocene. Oggi, gli zoologi non sono più così certi di questa teoria. Nel 1992 Gentry ipotizzò che i Cefalofini siano i diretti antenati dei Bovini, mentre altri li hanno considerati più imparentati con gli Alcelafini. Recenti studi di genetica molecolare, tuttavia, hanno sottolineato che questi animali siano prossimi ai Reduncini, e che quindi siano parenti stretti di redunche e di antilopi d'acqua.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Silvicapra.

Le specie più piccole di cefalofo non sono più grandi di una lepre, ma le più grandi raggiungono le dimensioni di un capriolo. Misurano 60-170 cm di lunghezza, 40-80 cm di altezza al garrese e pesano 5-60 kg. La coda misura circa 5-10 cm. La colorazione varia a seconda delle specie. Spesso le regioni superiori presentano una colorazione composta da varie tonalità di marrone, mentre quelle inferiori sono molto più chiare. Alcune specie presentano un lucido manto giallastro o rossastro, mentre il cefalofo zebra è ricoperto da una serie di strisce come quelle della zebra.

Le corna possono essere presenti in entrambi i sessi (genere Cephalophus) o solo nei maschi (generi Philantomba e Sylvicapra). Queste sono brevi e rivolte all'indietro. In alcune specie sono completamente nascoste dai peli della sommità della testa.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le specie di cefalofo vivono nell'Africa sub-sahariana, ma la maggior parte di esse abita le foreste pluviali tropicali delle regioni occidentali e centrali del continente, dove conducono vita riservata. Le specie che non vivono nelle foreste prediligono le zone ricche di arbusti e cespugli, in cui trovare riparo all'occorrenza. I cefalofi non si spingono mai in aperta savana, ma alcune specie talvolta sono state viste sui monti fino a 3500 m di altezza.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Cefalofo rosso.

Le scarse conoscenze che abbiamo sui cefalofi sono sicuramente correlate al fatto che in natura vengono avvistati molto raramente, principalmente perché sono attivi di notte, ma anche perché vivono nelle zone più fitte della foresta; inoltre, sono anche molto timidi e al minimo disturbo fuggono attraverso il sottobosco.

La loro dieta è costituita da erba, foglie, frutti, tuberi e fiori.

I cefalofi vivono da soli o in coppia. Sia i maschi che le femmine si comportano in modo aggressivo nei confronti degli altri esemplari dello stesso sesso. Presso i confini dei territori avvengono spesso scontri combattuti a suon di colpi delle piccole corna. Le femmine, dopo un periodo di gestazione di 120 giorni, partoriscono quasi sempre un unico piccolo.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene il cefalofo dal dorso giallo, il cefalofo di Maxwell, il cefalofo baio e quello dai fianchi rossi siano ancora molto numerosi, le loro popolazioni sono in continua diminuzione in molte regioni dell'areale. Ciò è dovuto in gran parte alla deforestazione delle foreste tropicali, che riduce di molto l'habitat di questi animali. Malgrado la maggior parte dei cefalofi sopravviva bene anche nelle foreste secondarie, in tali aree vengono però cacciati intensamente, dato che la loro carne tenera è considerata una leccornia. A questi animali, comunque, viene risparmiata la caccia a scopo ricreativo e per i trofei.

La IUCN inserisce il cefalofo di Aders tra le specie in pericolo critico, e i cefalofi di Jentink, di Abbott e zebra tra quelle in pericolo o vulnerabili.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Cephalophinae, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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