Due milioni per un sorriso

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Due milioni per un sorriso
Una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1939
Durata75 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaMario Soldati, Carlo Borghesio
SoggettoCarlo Borghesio
SceneggiaturaCarlo Borghesio, Mario Soldati, Renato Castellani
Casa di produzioneCompagnia Italiana Cinematografica Lux
Distribuzione in italianoLux Film
FotografiaMario Albertelli
MusicheFelice Montagnini
ScenografiaGino Brosio
TruccoRaimondo Van Riel
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Due milioni per un sorriso è un film del 1939 diretto da Mario Soldati e Carlo Borghesio.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un industriale italiano, che ha fatto fortuna in America, ritorna in Italia ricco ed agiato. Vuole, sopra ogni altra cosa, ritrovare colei che nei suoi anni giovanili un giorno gli sorrise, facendolo innamorare. Questo suo sogno nostalgico fa sì che si lasci convincere a finanziare un film in memoria dell'episodio della sua lontana giovinezza. Il ricco industriale conosce così un giovane professore, che gli somiglia tantissimo a quando era giovane, che mette a capo della direzione artistica del film. Durante le ricerche dell'attrice protagonista, il giovane professore conosce una dattilografa e se ne innamora. Questo affetto viene aiutato a progredire grazie all'aiuto del ricco industriale il quale, soddisfatto dal film, se ne ritorna in America dopo aver donato un ingente parte del suo patrimonio ai due fidanzati, che gli hanno donato una "seconda giovinezza" e lo hanno aiutato a rivivere i suoi sogni giovanili: quel favorire un amore altrui ma per molti versi simile al suo, infatti, lo consola.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Le recensioni sono state altalenanti:

«[...] A parte quell'ormai noto tono da buona recitazione domenicale nel quale tutti questi nostri attori lodevolmente gareggiano [...] a film finito vien fatto di chiedersi per quanto ancora si continuerà ad approfittare della buona fede del pubblico e spesso di una sua troppo lodevole rassegnazione. Unico dispiacere il vedere la brava Elsa De Giorgi muoversi, per quanto dignitosissimamente, fra tanta mediocrità.»

«Ecco un film dignitoso, garbato, spesso divertente. Il racconto è molto semplice ed abbastanza convenzionale, ma la sceneggiatura ha provveduto ad arricchirlo. Si potrebbe discutere la eccessiva cura del particolare che talvolta porta il narratore a scambiare il delirio per fantasia e le bislaccherie per trovate, ma bisogna riconoscere che piuttosto che la deserta piattezza di tanti film è da preferirsi questo talvolta troppo evidente sforzo di novità.»

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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