Discussione:Porta Magenta
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Estratto di testo
[modifica wikitesto]per la voce sulla porta del tracciato romano, qui fuori luogo
[modifica wikitesto]Tale è il consolidamento dei tracciati e delle testimonianze, che è certamente da rifiutare la tesi di quegli studiosi che la sovrapporrebbero alla "Porta Giovia" sita all’altro capo di via San Giovanni sul Muro. Della porta romana non rimane alcuna traccia, se non due significative toponomastiche: (i) il toponimo ‘San Giovanni al muro rotto’, che sembra suggerire la sopravvivenza, nei secoli, di tracce dell’antica fortificazione che congiungeva porta Vercellina alla più settentrionale Porta Giovia, (ii) la vicinissima chiesa di Santa Maria alla Porta (rifatta nel 1652 dal Richini ma risalente almeno al XII secolo).
Lì accanto, invece, sono conservati alcuni dei più pregevoli resti della Milano romana: (i) l’aula circolare di via Brisa, forse residuo del palazzo imperiale, sicuramente risalente a Massimiano Erculeo od al quasi diretto successore Costantino il Grande, (ii) la cosiddetta Torre di Ansperto, poi trasformata in campanile del Monastero Maggiore, oggi museo archeologico, (iii) un tratto delle fondazioni delle mura urbane, ben visibile nel circuito del museo.
È disputato se la Torre di Ansperto costituisse parte della cinta muraria ovvero (con minor probabilità) una delle torri terminali del Circo: con certezza essa venne trasformata in campanile del Monastero Maggiore dal suo fondatore, arcivescovo Ansperto (868-881). Ciò che starebbe a testimoniare la ridotta funzionalità difensiva della cinta muraria romana, che pure all’epoca sicuramente sopravviveva imponente.
bis temporaneo
[modifica wikitesto]La porta nelle diverse epoche
[modifica wikitesto]La prima Porta Vercellina risale alle prime mura milanesi, edificate probabilmente sotto il principato di Ottaviano Augusto, e si trovava in fondo all'attuale via San Giovanni sul Muro, all'incrocio con la via Meravigli. La porta si apriva per l'importante strada verso il fiume Ticino, Novara e la più lontana Vercelli. La posizione della porta non venne modificata in sede di allargamento del tracciato murario operato da Massimiano Erculeo, che però ne operò un rafforzamento e molto probabilmente un rifacimento monumentale della porta.
Entro l’XI secolo Milano aveva riacquistato un solido ruolo urbano e, nel contesto delle crescenti rivendicazioni territoriali e comunali, provvide, a partire dal 1155, al consolidamento della cinta muraria: con i mezzi a disposizione venne realizzata la cosiddetta "cinta dei terraggi" (perché costituita da un terrapieno), nel cui impianto venne conservata la precedente Porta Vercellina. Con la costruzione, nel 1171, del nuovo impianto murario, successivo alle devastazioni del Barbarossa, all’originale impianto difensivo venne aggiunto un largo fossato, già lontano a descrivere un cerchio di maggiore ampiezza attorno alla città. Su di esso vennero poi edificate nuove mura, mentre il fossato venne utilizzato per la costruzione della fossa del naviglio (attuale cerchia dei navigli). In quella fase Porta Vercellina venne anch’essa avanzata verso ovest, sino all’altezza dell’attuale via Carducci (ex ramo del naviglio detto di S. Girolamo), tra la Basilica di Sant'Ambrogio (a sud) e il Castello (a nord).