Diocesi di Tabaicara

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Tabaicara
Sede vescovile titolare
Dioecesis Tabaicarensis
Chiesa latina
Vescovo titolareMarcelo Antônio da Silva
Istituita1933
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Tabaicara
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Tabaicara (in latino Dioecesis Tabaicarensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tabaicara, nell'odierna Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Mauritania Cesariense.

Sono tre i vescovi documentati di questa diocesi africana. Alla conferenza di Cartagine del 411, che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa romana, presero parte il cattolico Vittore e il donatista Marciano.[1] Il vescovo Vittore potrebbe essere identificato con l'omonimo vescovo della Mauritania Cesariense che subì, attorno al 422, una sanzione ecclesiastica senza perdere tuttavia la dignità episcopale;[2] non essendo specificata la sede di appartenenza, questo fatto potrebbe riferirsi anche agli omonimi vescovi di Vardimissa, Mammilla, Malliana e Timici.

Terzo vescovo noto è Crispino, il cui nome appare al 103º posto nella lista dei vescovi della Mauritania Cesariense convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Crispino, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[3]

Dal 1933 Tabaicara è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 15 febbraio 2023 il vescovo titolare è Marcelo Antônio da Silva, vescovo ausiliare di Santo Amaro.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittore † (prima del 411 - dopo il 422 ?)
  • Crispino † (menzionato nel 484)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 1165, Victor 35; p. 694, Marcianus 10.
  2. ^ Agostino d'Ippona, Lettera 209,8.
  3. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 254, Crispinus 3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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