Delvauxite

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Delvauxite
Classificazione StrunzVII/D.55-10
Formula chimicaCaFe+++4(PO4,SO4)2(OH)8·4-6(H2O) (?)
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinoamorfo
Gruppo puntualeamorfo
Proprietà fisiche
Densità1,85-2 g/cm³
Durezza (Mohs)2,5
Sfaldaturanon si sfalda
Fratturaconcoide
Coloregiallo-bruno, rosso-bruno, bruno-scuro
Lucentezzavitrea, grassa, un po' cerosa
Opacitànon trasparente
Strisciogiallo
Diffusioneassai rara
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La delvauxite è un minerale, un fosfato basico e idrato di ferro trivalente.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva da J. S. P. J. Delvaux de Feuffe (1782 - 1863), chimico e mineralogista belga.[1]

I primi esemplari rinvenuti vennero denominati delvauxéne dal geologo belga André Dumont. La denominazione attuale risale a Wilhelm Karl von Haidinger (1795 - 1871), geologo e mineralogista austriaco, che nel 1845 ne analizzò vari esemplari[2].

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Essendo un minerale amorfo non presenta alcuna struttura cristallina.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

La genesi è secondaria, in vene minerali o giacimenti di ferro intensamente ossidati. Ha paragenesi con ematite[1], limonite[1], vivianite, melanterite, diadochite e pitticite.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in concrezioni, stalattiti, masse concrezionate arrotondate[1] e noduli bruno-giallastri, nero-bruni e rossastri [3].

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

È effervescente in HCl e si disgrega[4]. Al cannello crepita, annerisce e lascia un residuo magnetico[1].

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

A Berneau, presso Visé, in Belgio; a Železník, in Slovacchia, a Litošice e Nenakovice, nella Repubblica Ceca[1]; a Tollinggraben, nella Stiria, in Austria; sui monti Karatau, in Kazakistan; a Kapunda, nella catena dei Monti Lofty, nell'Australia del Sud.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Rudolf Duda e Lubos Rejl, 1988 - La grande Enciclopedia dei minerali, p.134
  2. ^ The type mineralogy of Belgium, su popups.ulg.ac.be. URL consultato il 9 settembre 2012 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2012).
  3. ^ Enciclopedia Italiana delle Scienze - Scienze Naturali: Minerali e Rocce vol.I, p.202, Istituto Geografico De Agostini - Novara
  4. ^ Michele Giua, 1948-49 - Dizionario di chimica generale e industriale, Torino, 3 voll.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Michele Giua, 1948-49 - Dizionario di chimica generale e industriale, Torino, 3 voll.
  • AA.VV., 1972 - Enciclopedia Italiana delle Scienze - Scienze Naturali: Minerali e Rocce vol.I, p. 202, Istituto Geografico De Agostini - Novara
  • Rudolf Duda e Lubos Rejl, 1988 - La grande Enciclopedia dei minerali, p. 134
  • Daltry, V. & Deliens, M., 1993 - The type mineralogy of Belgium, Annales de la société Géologique de Belgique, vol.116, p. 15-28

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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