Corona trionfale

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L'imperatore Teodosio I offre una corona d'alloro al vincitore di una gara circense (obelisco di Teodosio nell'Ippodromo di Costantinopoli).

La corona trionfale (latino: corona triumphalis), detta anche corona d'alloro (latino: laurea isignis) era una corona utilizzata come onorificenza della Repubblica e dell'Impero attribuita ad un generale trionfante.

Caratteristiche della corona trionfale

La Vittoria nell'atto di reggere un serto d'alloro su una moneta dell'imperatore romano Costantino II.

La corona era composta da un serto d'alloro, simbolo di gloria, posto sul capo del generale trionfante dall'esercito al momento dell'acclamazione a imperator. Al generale veniva poi donata anche un'analoga corona d'oro, sempre in foggia di corona d'alloro, da utilizzare nel corso del trionfo, sorretta sul suo capo da uno schiavo pubblico durante la sfilata. Il medesimo schiavo aveva allo stesso tempo il compito di recitare la frase rituale memento mori, cioè "ricordati che devi morire", per ricordare al generale che la gloria del trionfo era solo un passaggio momentaneo.

A queste due corone se ne aggiungeva spesso una terza, ancora d'oro, inviata dalle provincie al momento in cui il trionfo fosse decretato dal Senato. Nei tempi più antichi tale corona veniva offerta gratuitamente dalle provincie, ma in epoche successive tale atto d'omaggio venne esplicitamente richiesto con il nome di Aurum coronarium, spettante esclusivamente a coloro per i quali fosse stato decretato il trionfo. Tale usanza riprendeva una tradizione ellenistica già risalente all'epoca delle conquiste di Alessandro Magno.

Utilizzata anche come premio nelle gare sportive, la corona d'alloro divenne in età imperiale attributo proprio degli imperatori. La corona trionfale era anche un tipico attributo della dea Vittoria, spesso rappresentata nell'atto di reggere o porgere una serto d'alloro.

Araldica e uso medievale

Statua dell'Italia turrita reggente una corona d'alloro a Reggio Calabria. La statua porta sul capo una corona muraria.

Nel Medioevo la corona d'alloro venne utilizzata anche come simbolo di trionfo nella poesia e utilizzato per incoronare i grandi poeti (comune è la raffigurazione di Dante Alighieri con il capo cinto d'alloro): si parla allora di alloro poetico.

Il serto d'alloro è stato utilizzato anche in araldica e in particolar modo nell'araldica civica italiana, dove esso compare in forma di mezzo serto o ramo d'alloro negli stemmi delle provincie e, soprattutto, nell'Emblema della Repubblica Italiana, in entrambi i casi accompagnato da un mezzo serto di quercia della corona civica.

Bibliografia

Fonti primarie

Fonti secondarie

  • William Smith, "Corona", A Dictionary of Greek and Roman Antiquities, John Murray, 1875.

Voci correlate

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