Comitato interministeriale per i diritti umani

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Comitato interministeriale per i Diritti Umani
SiglaCIDU
StatoBandiera dell'Italia Italia
OrganizzazioneMinistero degli Affari Esteri
Istituito1978
daGoverno Andreotti III
PresidenteFabrizio Petri
Segretario GeneraleLaura Baldassarre
SedePalazzo della Farnesina
IndirizzoPiazza Farnesina, 1 - Roma
Sito webSito ufficiale

Il Comitato interministeriale per li Diritti Umani (CIDU) è un organismo statale italiano istituito con decreto il 15 febbraio 1978, n. 519. Esso svolge un’attività istituzionale di "focal point" per l'Italia degli organi di monitoraggio degli organismi internazionali delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa e dell’Unione europea in materia di difesa dei diritti umani[1].

Il Comitato è oggi inserito nel quadro organico del Ministero degli Affari Esteri, è presieduto da un alto funzionario della carriera diplomatica ed è composto da rappresentanti di ministeri, amministrazioni ed enti che a vario titolo si occupano delle tematiche dei diritti umani.

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Il CIDU è oggi regolato Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 agosto 2010 ed annovera tra i suoi componenti:

Vi fanno parte anche tre eminenti personalità del mondo accademico e scientifico.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Le principali attività del CIDU sono le seguenti:

  • realizzare un sistematico esame delle misure legislative, regolamentari, amministrative da adottare nell’ordinamento interno italiano per dare concreta attuazione agli impegni assunti dall’Italia nelle Convenzioni internazionali sui diritti umani delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea;
  • promuovere l’adozione dei provvedimenti necessari per il pieno adempimento degli obblighi internazionali già assunti e seguire la loro concreta osservanza sul territorio nazionale;
  • preparare i Rapporti periodici che il Governo italiano è tenuto a presentare alle competenti Organizzazioni internazionali;
  • predisporre annualmente la prevista relazione al Parlamento Italiano[2];
  • collaborare alle iniziative internazionali sui diritti umani, come conferenze, simposi e celebrazioni di ricorrenze internazionali;
  • mantenere e gli opportuni rapporti con le organizzazioni della società civile attive nel settore della promozione e protezione dei diritti umani[3].

Corpus iuris internazionale in materia di diritti umani[modifica | modifica wikitesto]

Le Convenzioni internazionali sui diritti umani a cui l'Italia, alla pari della grande maggioranza degli altri Paesi del mondo, ha aderito ed è quindi tenuta a rispettare originano in ambito delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea. In ambito ONU vi sono, in particolare, otto trattati internazionali che l'Italia ha contribuito a far adottare e a cui ha quindi essa stessa aderito. Sono:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

  • DM 15 febbraio 1978, n. 519. Decreto istitutivo.
  • DM 24 novembre 2005, n. 208/3258, che ne precisa le finalità (art. 2), la composizione (art. 3) nonché le modalità di funzionamento.
  • DPCM 11 maggio 2007 con cui si è provveduto al riordino.
  • Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 agosto 2010 che ha definito gli “Indirizzi interpretativi in materia di riordino degli organismi collegiali e di riduzione dei costi degli apparati amministrativi
  • DM 5 settembre 2013, n. 2000/517 per il collocamento nel quadro organico del Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]