Colobopsis

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Colobopsis
Operaia di Colobopsis truncata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Hymenopteroidea
Ordine Hymenoptera
Sottordine Apocrita
Sezione Aculeata
Superfamiglia Vespoidea
Famiglia Formicidae
Sottofamiglia Formicinae
Genere Colobopsis
Mayr, 1861
Regina di Colobopsis truncata con ancora le ali addosso
Diversi esemplari di Colobopsis imitans (precedentemente nota come Camponotus lateralis), tra cui un soldato e due operaie.

Colobopsis Mayr, 1861 è un genere di formiche appartenenti alla sottofamiglia Formicinae. Per molto tempo questo termine è stato utilizzato per descrivere alcune delle specie appartenenti a Camponotus che mostravano una caratteristica "testa a botola", finché nel 2016 sono state riposte in un loro genere a parte. La specie di riferimento è Colobopsis truncata. [1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le colonie di Colobopsis spesso non sono molto numerose, rimanendo intorno al migliaio di individui e cercando di essere il più inosservate possibile, nidificando nelle cavità degli alberi o addirittura imitando altre specie di formiche (C. imitans). Una caratteristica unica e comune tra queste specie è una deformazione insolita del capo, che gli dà una forma appiattita e circolare nella parte frontale. Un'altra caratteristica che le differenzia dal genere Camponotus è la mancanza di un bozzolo durante gli stadi giovanili.[1]

Particolare del capo piatto.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Queste formiche sono molto timide: non amano le zone turbolente o molto affollate, evitando i rapporti con altre formiche e addirittura diffidando pure dei membri della propria colonia all'esterno del formicaio. Spesso non hanno scie vere e proprie e utilizzano feromoni sparsi o le scie di altre specie di formica per orientarsi. Sono onnivore, quindi possono cibarsi di carne viva o morta, vegetazione e sostanze zuccherine.

Sono suddivise in caste, perciò ci sono differenze fisiche tra le operaie, che sono le più piccole e snelle; i soldati, che sono più robusti e con il capo tozzo ed appiattito; i maschi, che hanno il compito, una volta giunto il momento, di spiccare il volo durante la sciamatura e fecondare le regine degli altri formicai; e le regine, che sono le più grandi in lunghezza ed hanno il compito di fondare e mantenere viva la colonia producendo uova.

Mentre le operaie cercano il cibo, i soldati si mettono di guardia all'ingresso del formicario, e, utilizzando il loro capo piatto, "tappano" l'entrata, spostandosi solo durante il passaggio delle sorelle. Il formicaio stesso solitamente è ramificato in tunnel stretti e cilindrici, per proteggersi da eventuali predatori. Alcune specie, come C. explodens hanno sviluppato armi di difesa tali da farsi "esplodere", sacrificando la propria vita e rilasciando ingenti quantità di acido per provare ad uccidere l'aggressore.[1][2]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di Colobopsis si possono trovare in varie zone mediterranee e continentali dell'Europa e in alcuni stati occidentali dell'Africa come il Marocco; è anche diffusa nella parte meridionale dell'Asia passando per le isole come il Borneo (che comprende 18 specie autoctone) per poi arrivare fino in Australia, Tasmania e Nuova Zelanda. Sono anche state rinvenute nelle zone meridionali del Nord America attorno al Golfo del Messico. In Italia, due specie autoctone sono state riconosciute: C. truncata e C. imitans.[1][3][4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Colobopsis - AntWiki, su www.antwiki.org. URL consultato il 16 aprile 2024.
  2. ^ Scheda: Colobopsis truncata, su www.formicarium.it. URL consultato il 17 aprile 2024.
  3. ^ antmaps.org, su antmaps.org. URL consultato il 17 aprile 2024.
  4. ^ Scoperta in Italia nuova specie di formiche arboricole, su la Repubblica, 21 luglio 2021. URL consultato il 17 aprile 2024.
  5. ^ A taxonomic Ant Picturebase of Asia and Europe, su www.antbase.net. URL consultato il 17 aprile 2024.

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