Classe Kazakistan

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Classe Kazakistan
La Oral in navigazione nel 2016
Descrizione generale
Tipomotocannoniera missilistica
Numero unità4
In servizio con Äskerï-teñiz küşteri
CostruttoriUral Plant "Zenit"
Entrata in servizio2012 - 2017
Caratteristiche generali
Dislocamentostandard: 240 t
Lunghezza41,8 m
Larghezza7,8 m
Pescaggio2,5 m
Propulsione2 motori diesel MTU 16V4000M71; 6 090 hp (4 540 kW)
Velocità28 nodi (51,86 km/h)
Autonomia1 200 miglia a 12 nodi (2 222 km a 22,22 km/h)
Equipaggio30
Equipaggiamento
Sensori di bordo1 radar di scoperta Kvant-Radiolocation Delta-M
Armamento
Artiglieria1 cannone automatico AK-630
Missili1 lanciatore quadrinato per missili antinave Baryer-V
1 lanciatore quadrinato per missili antiaerei Igla
Note
Dati tecnici riferiti alla versione ammodernata
dati tratti da [1][2]
voci di navi presenti su Wikipedia

La classe Kazakistan è una classe di motocannoniere missilistiche, composta da quattro unità entrate in servizio tra il 2012 e il 2017 per conto della marina militare del Kazakistan.

Realizzate nei cantieri navali nazionali Ural Plant "Zenit", le navi della classe rappresentano le unità da combattimento di punta della piccola Forza navale kazaka (Äskerï-teñiz küşteri).

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La Mangystau in manovra per ormeggiare al porto di Bandar-e-Anzali in Iran nel 2021

Le unità classe Kazakistan rappresentano, dal punto di vista bellico, l'acquisizione più importante operata dal Kazakistan nell'ambito di un piano di ammodernamento e potenziamento della sua piccola componente navale attuato negli anni 2010; le Kazakistan rappresentano inoltre le prime unità delle Forze navali kazake orientate primariamente al combattimento navale, integrando una flotta composta solo da unità da pattugliamento e sorveglianza costiera[3].

Le Kazakistan sono piccole unità lanciamissili adatte a operare in ambiente costiero, con uno scafo lungo fuori tutto 41,8[2] o 42[1] metri, con una larghezza massima di 7,8 metri e un pescaggio di 2,5 metri; il dislocamento standard si aggira sulle 240 tonnellate. L'apparato propulsivo si basa su due motori diesel della MTU modello 16V 4000 M71[4], capaci di una potenza di 6 090 hp (4 540 kW) e che spingono le unità a velocità massime comprese tra i 25 e i 28 nodi. A dispetto delle dimensioni ridotte dello scafo, le unità possono ospitare a bordo 16,5 tonnellate di carburante e 4,4 tonnellate di acqua, che garantiscono un periodo di permanenza in mare di una decina di giorni; l'autonomia complessiva è stimata in 1200 miglia alla velocità di crociera di 12 nodi. L'equipaggio ammonta a 30 tra ufficiali e marinai[1][2].

La configurazione originaria dell'armamento prevedeva un impianto binato di mitragliere da 25/82 mm 2M-3M collocato in torretta a prua, un impianto binato di mitragliere da 23 mm ZU-23[1] (o uno binato di mitragliere da 14,5 mm[2]) collocato nella parte posteriore della sovrastruttura centrale, e un lanciarazzi BM-21 collocato a poppa. Già dalla seconda unità della classe il lanciarazzi è stato sostituito da un impianto quadruplo per il lancio di missili antinave RK-V2, versione navalizzata del missile anticarro Baryer-V, ed è stato aggiunto un impianto quadruplo Arbalet-K per il lancio di missili antiaerei a corta gittata Igla; entrambi gli impianti lanciamissili sono stati forniti dalla ditta ucraina Luch Design Bureau. Dal 2018 le unità sono state interessate da un programma di ammodernamento condotto in cooperazione con l'industria bellica ucraina, comprendente la sostituzione della torretta binata da 25 mm a prua con un impianto AK-630 di cannoni automatici da 30 mm a sei canne rotanti e l'installazione di un radar 2D in banda X Kvant-Radiolocation Delta-M[1][2][5].

Unità[modifica | modifica wikitesto]

Nome Distintivo ottico Varo Entrata in servizio Status
Kazakhstan 250 26 aprile 2012 agosto 2012 in servizio attivo
Oral 251 30 aprile 2013 5 dicembre 2013 in servizio attivo
Saryarka 252 7 maggio 2014 2014 in servizio attivo
Mangystau 253 20 aprile 2017 21 dicembre 2017 in servizio attivo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Barone, pp. 80-81.
  2. ^ a b c d e (EN) KAZAKHSTAN patrol craft (2012-2017), su navypedia.org. URL consultato il 31 dicembre 2022.
  3. ^ (EN) Joshua Kucera, Kazakhstan Navy Unveils Its First Ship, su eurasianet.org. URL consultato il 31 dicembre 2022.
  4. ^ (EN) Diesel Engines 12V/16V 4000 M71 (PDF), su tdxltd.co.nz. URL consultato l'8 febbraio 2023.
  5. ^ Da Frè, p. 725.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Giulio Barone, Il riarmo navale nel Mar Caspio, in Rivista Italiana Difesa, n. 8, Giornalistica Riviera, agosto 2020, pp. 76-81.
  • Giuliano Da Frè, Almanacco navale del XXI secolo, Odoya, 2022, ISBN 978-88-6288-759-5.

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