Chiesa di Santa Maria della Pace (Napoli)

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Chiesa di Santa Maria della Pace
Facciata tra i stretti vicoli della zona
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Località Napoli
Coordinate40°51′08.32″N 14°15′42.93″E / 40.85231°N 14.261925°E40.85231; 14.261925
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareMaria
DiocesiArcidiocesi di Napoli
ArchitettoNicola Tagliacozzi Canale
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneXVI secolo

La chiesa di Santa Maria della Pace si trova a Napoli e fa parte dell'omonimo complesso, formato anche da un ospedale del XVI secolo e dalla cosiddetta Sala del Lazzaretto.

Storia

Interno
Abside

Il Complesso Monumentale di Santa Maria della Pace comprende l'ospedale dei frati Ospedalieri di San Giovanni di Dio (eretto nel 1587), l'omonima chiesa e la Sala del Lazzaretto; l'insieme si erge in via dei Tribunali, prima che questa sbocchi di fronte al Castel Capuano, subito dopo la piazzetta Sedil Capuano.

Il complesso è sorto intorno ad un antico palazzo nobiliare costruito da Giovanni Caracciolo agli inizi del XV secolo (disegno di Andrea Ciccione). L'architettura dell'antico edificio è ancora riscontrabile nel portale d'ingresso, che, in stile gotico, è caratterizzato da un grande arco polilobato. Pietro De Marino progettò la chiesa, che fu iniziata nel 1629 e conclusa nel 1659; il tempio venne consacrato a Santa Maria della Pace perché fu ultimato nell'anno in cui venne sancita la pace tra Luigi XIV di Francia e Filippo IV di Spagna.

Descrizione

Affresco della volta
Cupola

La chiesa è a croce latina ad una sola navata e presenta tre cappelle per lato. L'interno fu restaurato dopo il terremoto del 1732 ad opera di Domenico Antonio Vaccaro; di Donato Massa è l'impiantito in cotto e le splendide piastrelle maiolicate, create secondo un disegno del medesimo Vaccaro. L'abside è di Nicola Tagliacozzi Canale.

Sala del Lazzaretto

Vi si accede grazie ad un grande scalone, la cui entrata è sulla sinistra del vestibolo.

La sala è detta del Lazzaretto perché, questo luogo, era uno dei pochi della città che accoglieva i lebbrosi, gli appestati ed altri malati infetti. La sala è lunga 60 metri e sul fondo è possibile ammirare l'altare in marmi commessi del XVIII secolo, che anticamente separava l'ambiente principale dal gabinetto medico.

Alta 12 metri e larga 10, presenta inoltre un ballatoio che corre lungo le pareti, posto a mezza altezza e che in origine era usato per servire cibo e bevante agli appestati al fine di evitarne il contagio. Gli affreschi di Andrea Viola e Giacinto Diano sono collocati sotto la volta e tra le finestre.

Bibliografia

  • Vincenzo Regina, Le chiese di Napoli. Viaggio indimenticabile attraverso la storia artistica, architettonica, letteraria, civile e spirituale della Napoli sacra, Newton e Compton editore, Napoli 2004.

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