Chiesa di San Nicola (Brenzone sul Garda)

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Chiesa di San Nicola
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàAssenza (Brenzone sul Garda)
Coordinate45°43′35.48″N 10°46′53.55″E / 45.726522°N 10.781541°E45.726522; 10.781541
Religionecattolica
Titolaresan Nicola di Bari
Diocesi Verona
Stile architettonicoromanico

La chiesa di San Nicola è una chiesa cattolica situata ad Assenza, frazione del comune di Brenzone sul Garda, in provincia di Verona; è sussidiaria della parrocchiale di Santa Maria Assunta di Castello, e fa parte della diocesi di Verona[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno
Lacerto di Ultima Cena duecentesca sulla parete sinistra dell'abside; si vedono i santi Pietro, Filippo, Matteo e Bartolomeo
Alcuni degli affreschi trecenteschi: a sinistra santo Stefano, san Zeno, san Bartolomeo, di nuovo san Zeno e sant'Anna che tiene in braccio la Madonna con Bambino; a destra Crocifissione, san Benigno, san Nicola, san Caro, sant'Antonio abate e san Giacomo il Maggiore
Madonna in Trono con i santi Caterina e Lorenzo

Le origini della chiesa, molto antica, sono sconosciute; la prima citazione documentale risale all'anno 1159, quando viene menzionata da papa Adriano IV tra le cappelle che erano soggette alla pieve di Santo Stefano di Malcesine; l'edificio venne ingrandito nel corso del Duecento, allungandolo verso est e ricostruendo quindi l'abside[1][3].

Altri interventi seguirono nel Quattrocento: la chiesa venne nuovamente allargata verso ovest e, sul fronte, anche verso sud (arrivando a livello del campanile), rifacendo quindi la facciata in stile gotico; contestualmente venne anche demolita l'abside duecentesca e costruito l'odierno presbiterio. Nello stesso periodo la chiesetta divenne di pertinenza della neo-eretta parrocchia di San Giovanni Battista di Magugnano[1].

Una visita pastorale di Gian Matteo Giberti nel 1530 trovò la chiesa in condizioni precarie, notando anche che era adibita a magazzino e alla macinatura di granaglie, e si minacciò di sospenderla[3]; entro il 1532 quindi venne rifatta la copertura, poi tra il XVII e il XVIII secolo venne rialzato il campanile; nel 1797 la chiesa di San Nicola cambiò nuovamente parrocchia, venendo assoggettata a quella appena creata di Santa Maria Assunta di Castello[1]. Tra il 1965 e il 1975 la mensa dell'altare maggiore venne spostata, ridisponendola secondo le nuove esigenze di adeguamento liturgico[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, orientata verso est, si presenta con facciata a capanna di gusto gotico, aperta dal portale d'ingresso archiacuto e da una finestra ogivale neogotica sopra di esso. Le fiancate sono lisce, quella nord aperta da un ingresso secondario e da una finestra in navata, e quella sud da una finestra nel presbiterio. Il campanile si eleva in posizione arretrata, appoggiato contro il fianco destro del presbiterio: è una torre a pianta quadrata, con cella campanaria aperta da grandi monofore e copertura a quattro falde in laterizio[1][3].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno è a navata unica, pavimentata con quadrotte di cotto, sezionata da arcate ogivali e coperta da una struttura a due falde di tavelle in cotto e travi di legno; l'aula, a base rettangolare, si restringe sul fianco destro nella parte più interna, e si conclude con un presbiterio rettangolare e privo di abside, rialzato di due gradini, coperto da due volte a crociera e pavimentato in parte come l'aula, in parte a lastroni di pietra calcarea bianca[1][3].

Nel presbiterio si trova l'altare maggiore tardocinquecentesco, e sulla parete di fondo è appesa la pala d'altare dotata di cornice lignea, vicina allo stile di Giovanni Ermanno Ligozzi: realizzata tra il 1541 e il 1595, essa raffigura la Madonna con Bambino, i santi Nicola e Antonio abate e il committente (forse il nobile Delaido Spolverini, ricordato negli atti visitali del 1532). Nella navata, sul fianco destro, si trova un secondo altare, probabilmente sei o settecentesco, dedicato a san Francesco, con pala raffigurante il santo di Assisi mentre riceve le stigmate, dipinta tra il 1664 e il 1713[1][3][4].

Le pareti interne della chiesa sono ornate da molti affreschi, risalenti in gran parte al XIII secolo e al 1322, questi ultimi attribuibili forse al maestro Cicogna[1][3]. I più antichi sono sulla parete sinistra dell'aula, più vicini all'entrata: molto frammentari, raffigurano un'Ultima Cena (sono visibili gli apostoli Pietro, Filippo, Matteo e Bartolomeo e, a sinistra della finestra, Giacomo), un San Martino che cede il mantello al povero e un gruppo di figure di cui sono riconoscibili l'arcangelo Michele, san Giovanni evangelista (o il profeta Giona) e un frammento di Madonna della Misericordia[3][4].

Gli altri affreschi della parete di sinistra sono trecenteschi: da sinistra, santo Stefano, san Zeno, san Bartolomeo, di nuovo san Zeno, e una raffigurazione di sant'Anna che tiene in braccio la Madonna con Bambino; quindi una Crocifissione, rovinata dall'innesto dell'arcata; e quindi san Nicola tra i santi Benigno (chiamato qui erroneamente "Belinus") e Caro, sant'Antonio abate e san Giacomo il Maggiore. Sulla parete destra dell'abside sono affrescati gli arcangeli Michele e Gabriele, di nuovo un san Bartolomeo e santa Lucia, anche questi trecenteschi. Un ultimo affresco, probabilmente di fine Quattrocento, orna la parete di rientro dell'aula, e rappresenta la Maestà con i santi Caterina e Lorenzo[3][4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Chiesa di San Nicola da Bari <Castello, Brenzone sul Garda>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 agosto 2022.
  2. ^ Chiesa medievale San Nicola, su Comune di Brenzone sul Garda. URL consultato il 5 agosto 2022.
  3. ^ a b c d e f g h Viviani, pp. 116-119.
  4. ^ a b c Le Chiese Romaniche di Brenzone - San Nicola ad Assenza, su SlideShare. URL consultato il 5 agosto 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Franc Viviani (a cura di), Chiese nel Veronese, Verona, Società Cattolica di Assicurazione, 2004.

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