Vai al contenuto

Chiesa di San Francesco (Cortona)

Coordinate: 43°16′30.88″N 11°59′12.85″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Chiesa di San Francesco
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàCortona
Coordinate43°16′30.88″N 11°59′12.85″E
Religionecattolica
TitolareFrancesco d'Assisi
Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Stile architettonicogotico-barocco
Completamento1245

La chiesa di San Francesco è un edificio sacro che si trova in via Berrettini a Cortona, in provincia di Arezzo e diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Storia e descrizione

[modifica | modifica wikitesto]

Costruita su una grande terrazza artificiale probabilmente romana, la chiesa fu iniziata nel 1246 su terreni donati dal Comune di Cortona a Frate Elia, che fu probabilmente anche il progettista della chiesa, già officiata nel 1254 ma consacrata solo nel 1374, come si legge sulla lapide in facciata.

Alla fine del Cinquecento e nel primo Seicento anche la chiesa di San Francesco fu aggiornata in senso controriformato con l'aggiunta di nuovi altari e la sostituzione di altri, tutti dotati di pale che interpretassero i nuovi dettami tridentini.

La facciata conserva il portale a sesto acuto strombato, con tre colonnette nello sguancio, e l'imposta di un grande occhio. Nell'abside sono visibili i profili delle bifore gotiche parzialmente murate. Sul lato sinistro è visibile l'ala orientale del chiostro dove si aprono due bifore, oggi murate, e una porta a sesto acuto, relative alla sala capitolare.

L'interno, a navata unica con copertura a capriate, con tre cappelle terminali voltate a crociera, di cui la centrale più alta, ha una struttura tipica delle chiese francescane.

La chiesa subì nel tardo Cinquecento la trasformazione tipica della Controriforma consistente nella cancellazione degli affreschi al fine di ottenere uno spazio più austero e nell'aggiunta, a partire dalla fine del XVI secolo, di grandi e monumentali altari laterali di grande pregio formale.

Il primo altare destro, eretto nel 1609, mostra il linguaggio tardo manieristico della bottega di Mariotto Radi, come altri in chiesa. Il patrono Pietro Capulli, frate francescano che fu anche reggente del Collegio di San Bonaventura a Roma e studioso degli scritti del santo[1], lo dedicò a san Francesco e appunto anche a san Bonaventura, che nell'iscrizione dedicatoria definì rispettivamente "padre" e "guida". In esso si trova oggi la tela con il San Francesco davanti al Sultano, di Niccolò Monti (1842), in sostituzione di una originaria pala di Andrea Commodi andata perduta.

Al secondo altare è la pala con L'Incontro di San Gioacchino e Sant'Anna alla Porta Aurea, dipinta da Orazio Fidani nel 1645.

Il terzo altare, fondato da Onofrio Sernini Cucciatti nel 1606, attribuibile anch'esso alla bottega di Mariotto Radi e dedicato alla Vergine, a san Cristoforo e a santa Caterina, custodisce una pala di Andrea Commodi con l'Immacolata Concezione con San Cristoforo, San Ludovico Re, Santa Cecilia e Santa Caterina, del 1609. La tela, restaurata nel 2020[2], è ispirata allo stesso soggetto del Vasari in Santi Apostoli a Firenze, ma con una correzione delll'affollamento manieristico del modello e l'inserimento di dettagli naturalistici acquisiti nel suo apprendistato romano, come il terreno sassoso e il grande piede di Cristoforo con le unghie sporche che lo calpesta.

Il quarto altare fu il primo eretto nel rinnovamento controriformato della chiesa, nel 1596, da Antonio Buoni e dedicato ad Antonio da Padova, come si legge nell'iscrizione dedicatoria nel fregio. Nonostante il Buoni richiedesse la pala al Cigoli, l'altare non è attribuito alla progettazione del Cardi architetto, ma pare piuttosto attribuibile a Mariotto Radi[3]. La pala con Sant'Antonio da Padova e il miracolo della mula del Cigoli, che presenta un innovativo connubio tra verità degli 'affetti' e un colore più naturale, derivato dai modelli veneti e del Correggio, è firmata e datata 1597[4].

Il successivo altare è quello voluto nel 1625 da Margherita Venuti in memoria del marito Niccolò Baldelli, come riportato nell'iscrizione dedicatoria. La mostra architettonica ripete le forme del primo altare e fu anch'esso commissionato a Mariotto Radi a cui spetta probabilmente solo il disegno, essendo morto nel 1624. Per l'altare fu commissionata la tela con la Madonna in gloria col Bambino e i santi Francesco, Margherita da Cortona e Nicola di Bari, di Francesco Rustici, datata 1625 in un'iscrizione.

Nella cappella a destra della maggiore è il Monumento funebre di Ranieri Ubertini, primo vescovo della diocesi di Cortona, morto nel 1348, opera di Angelo e Francesco di Pietro, del 1360. Alla parete sinistra è la Vergine in gloria con San Luigi, San Ludovico, Santa Margherita da Cortona e Beato Guido da Cortona, di Ciro Ferri (1657).

Chiesa di San Francesco, interno.
Chiesa di San Francesco, interno.

Il presbiterio è occupato dall'alto e pregevole Tabernacolo dell'Altare Maggiore, opera di Bernardino Radi del 1619, dietro il quale si può ammirare, salendo delle scale, il Reliquiario della Croce Santa, opera risalente al X secolo, donato a frate Elia nel 1244 dall'Imperatore di Nicea Giovanni III per custodire un frammento della Santa Croce portato a Cortona da Costantinopoli dal francescano, successore di Francesco alla guida dei Frati Francescani Conventuali.

Il quarto altare, gemello di quello dirimpetto, fu eretto nello stesso 1606, ad opera della stessa bottega dei Radi, da Colonna Alfieri in adempimento della volontà del fratello Ludovico, celebre giureconsulto e vescovo di San Marco Argentano in Calabria, morto nel 1593, che aveva voluto ristrutturare l’altare di famiglia. Esso presenta una pala molto più tarda con l'Annunciazione di Pietro da Cortona, dipinta nel 1669 per Antonio Alfieri.

Il secondo altare fu rinnovato nel 1615 dalla famiglia patrona degli Zeffirini, mantenendo una precedente dedicazione a santa Lucia aggiungendola a quella del proprio patrono Girolamo. La mostra d'altare, la più ricca in senso decorativo della navata, con teschi, nastri, teste di cherubino, erme, è assegnabile a Filippo Berrettini. Essa si distingue anche per l'articolato fastigio, in cui nel timpano triangolare spezzato è inserita una piccola edicola col timpano curvilineo che reca al centro un piccolo dipinto. Al centro si vede l'affresco trecentesco di Mino del Pellicciaio raffigurante l'Incoronazione della Vergine e sotto il Martirio di una santa (Lucia?), che dovette rimanere a lungo visibile dato che solo nel Settecento si provvide alla realizzazione di una pala d'altare con il Martirio di Santa Lucia di Matteo Bonechi (1730).

Il primo altare reca una Natività di Raffaello Vanni.

Nel convento dei frati francescani conventuali, custodi della chiesa, vengono accuratamente conservate le reliquie di san Francesco d'Assisi, ovvero un saio, un cuscino finemente ricamato, donato al santo da Giacoma de Settesoli (nobile patrizia signora di Marino, che Francesco amava chiamare Iacopa), dove il poverello morente posò il capo, e un evangelario.

  1. ^ A. De Ferrari, Capulio, Pietro, in "Dizionario biografico degli italiani", 19, Roma, 1976, ad vocem.
  2. ^ Cortona, il dipinto di Commodi restaurato. Le interviste e le immagini della presentazione, su sr71.it.
  3. ^ Alessandro Grassi, Gli altari post-tridentini di San Francesco di Cortona, in Un modello in discussione..., cit. in bibliografia, Pisa 2025, pagg. 242 - 243.
  4. ^ Roberto Contini, Il Cigoli, Soncino 1991, p. 56, n. 9.
  • AA. VV., Un modello in discussione. Nuove prospettive di ricerca sulla chiesa di San Francesco di Cortona, a cura di Simone Allegria e Giovanni Giura, Pisa, 2025.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN169487520 · LCCN (ENno2011033192