Castello di Siculiana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Castello chiaramontano di Siculiana
Veduta del castello
Ubicazione
StatoRegno di Sicilia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
CittàSiculiana
IndirizzoVia Castello, 52, 92010 Siculiana AG, Italia
Coordinate37°20′16.84″N 13°25′10.26″E / 37.338012°N 13.419516°E37.338012; 13.419516
Mappa di localizzazione: Sicilia isola
Castello di Siculiana
Informazioni generali
Termine costruzione1310
Primo proprietarioFederico II di Chiaramonte
Condizione attualeAperto al pubblico, visita museale
Visitabile
Informazioni militari
UtilizzatoreRegno di Sicilia
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il castello chiaramontano di Siculiana è un castello costruito attorno al 1310 da Federico II di Chiaramonte, figlio di Federico Chiaramonte e Marchisa Prefolio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Posto all'estremità nord-ovest di un costone roccioso, a 85 metri sul livello del mare tra il capoluogo e Sciacca, il castello è stato il fulcro di sviluppo urbano della parte più antica dell'abitato di Siculiana.

Era una rocca imprendibile, la sua inespugnabilità era particolarmente dovuta alle sue mura che cadevano a picco sull'orlo della roccia.

L'origine del fortilizio è araba; i Musulmani lo avevano chiamato, unitamente al piccolo casale circostante, "Rahl" o "Kalat Suguliana" e figura tra gli undici castelli che resistettero a Ruggero il Normanno.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Lorenzo, Siculiana
Interno della Chiesa di San Lorenzo

Nel complesso architettonico originario si trovano gli ambienti di servizio, ed una chiesa dedicata a San Lorenzo.

La parte restante presenta un impianto planimetrico composto da due corpi longitudinali convergenti: l'ala meridionale consta di un corpo longitudinale ad una elevazione, l'ala settentrionale presenta un'articolazione più complessa e doppia elevazione.

Tutta la costruzione è costruita con pietrame di gesso legato con abbondante malta.

Notizie storiche[modifica | modifica wikitesto]

  • 1311 Alla morte di Federico Chiaramonte gli succede l'unica figlia, Costanza[1]
  • 1350 testamento di Costanza che lascia erede il primo figlio di letto Antonio del Carretto[2]
  • 1398 (ante) si investe di Siculiana Gerardo del Carretto, figlio di Antonio
  • 1401 re Martino I conferma il possesso della baronia e del castello a Matteo del Carretto che lo aveva acquistato dal fratello Gerardo
  • 1408 la terra di Siculiana passa per metà a Giovanni del Carretto figlio di Matteo e per metà ad Andrea Caro
  • 1427 la terra e il castello vengono acquistate dal nobile Catalano Gilberto
  • 1430 viene concessa da re Alfonso V il mero e misto impero a Gilberto Isfar sopra Siculiana[3]
  • 1457 si investe della baronia e del castello il figlio di Gilberto, Giovanni Gaspare Isfar[4]
  • 1491 Vincenzo Isfar, figlio di Giovanni Gaspare, vende la baronia di Siculia a Guglielmo Valguarnera
  • 1526 Giovanni Isfar riacquista la baronia di Siculia ed il castello
  • 1542 per donazione da parte del padre Giovanni, Francesco Isfar si investe della baronia, terra e castello ibidem
  • 1561 Si investe il fratello di Giovanni, Blasco
  • 1616 Giovanna Isfar, figlia di Blasco, si investe dei possedimenti di Siculiana che porta in dote a Vincenzo del Bosco, duca di Misilmeri
  • 1721 Francesco Bonanno del Bosco, principe di Roccafiorita, acquista la baronia dopo la morte dello zio materno Giuseppe del Bosco, nipote di Giovanna Isfar.
  • 1781 la baronia passa a Francesco Antonio Bonanno Borromei
  • 1899 Antonio Bonanno Perez
  • XX la proprietà del castello sino agli anni settanta appartenne alla famiglia Agnello che successivamente la cede per compravendita

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pag 227-232, Inveges Agostino 1651-1709.
  2. ^ SMDS,VII, p.388.
  3. ^ Pirri 1733, p 762.
  4. ^ SMDS,VII, P.388.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Amico, 1855-56 , pp 498-500.
  • Calogero Carità, Castelli e Torri dell provincia di Agrigento, pp 123-126.
  • Fazello, I,VI 309-310.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]