Casa dell'Obelisco
Casa dell'Obelisco | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Piemonte |
Località | Torino |
Indirizzo | Piazza Crimea, 2 |
Coordinate | 45°03′22.23″N 7°41′44.38″E / 45.056174°N 7.69566°E |
Informazioni generali | |
Condizioni | completato |
Costruzione | 1954 - 1959 |
Uso | Residenziale |
Realizzazione | |
Architetto | Sergio Jaretti Sodano, Elio Luzi |
Costruttore | Impresa Edìle Manolino |





La Casa dell'Obelisco è un edificio residenziale di Torino, ubicato nell'area residenziale Borgo Po, all'interno del quartiere ottocentesco di Borgo Crimea che prende nome dalla piazza omonima dove sorge l'obelisco dedicato alla storica battaglia.[1].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Negli anni cinquanta del Novecento l'architettura visse una sorta di reinterpretazione del liberty, e a Torino alcuni eminenti architetti piemontesi dell'epoca tra cui Roberto Gabetti, Aimaro Isola, Sergio Jaretti ed Elio Luzi diedero seguito a questa corrente; per la loro rilettura degli stilemi floreali e strutturali, indussero il critico Paolo Portoghesi a definire tale fenomeno neoliberty, che vide la realizzazione di alcune significative opere.[2][3]
Insieme alla Torre BBPR, dell'omonimo studio milanese, la Casa dell'Obelisco è un edificio che ha costituito una sorta di provocazione rispetto al contesto architettonico torinese dell'epoca, con un notevole ritorno in termini di immagine per gli autori del progetto e altresì per l'Impresa Edile Manolino, la ditta costruttrice che lo commissionò e lo realizzò tra il 1954 e il 1959.
Nel 1971 l'edificio fu scelto da Dario Argento come luogo delle riprese del suo film Il gatto a nove code.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Progettata da Sergio Jaretti Sodano ed Elio Luzi nel 1954, la Casa dell'Obelisco aderisce perfettamente a quella corrente di architettura neoliberty, che si era manifestata a Torino ed emergono con raffinata ironia colti riferimenti stilistici che conducono fino a una rivisitazione dei materiali da costruzione, riproponendo il largo impiego del litocemento per i vari elementi decorativi che caratterizzano tutti i sinuosi prospetti dell'edificio.[4]
L'edificio residenziale è caratterizzato dai prospetti curvilinei delle facciate, marcatamente scanditi da rilievi orizzontali sovrapposti e nell'insieme si impone nell'ottocentesco contesto architettonico circostante con una sua particolare armonia delle forme che richiama le morfologie moderniste di Gaudì,[5] ma anche con qualche citazione riconducibile a Frank Lloyd Wright, in particolare i pilotis del Johnson Wax Building del 1936-39. Nonostante le notevoli sinuosità dei prospetti esterni, l'edificio si basa su una planimetria variegata ma assai regolare, sviluppata su cinque piani fuori terra e da tre unità abitative ciascuno, alcuni su due livelli, ma con le pareti interne assolutamente rettilinee.
Nel 2017 l'edificio ha subito un restauro conservativo di tutte le facciate e che ha riguardato anche la sostituzione di tutti i serramenti esterni.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Scheda Casa dell'Obelisco Archiviato il 10 giugno 2016 in Internet Archive.
- ^ B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017, pp. 22-23.
- ^ P. Portoghesi, 1998.
- ^ B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017, p. 23.
- ^ vedi Casa Milà
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984 , p. 633
- Carlo Olmo (a cura di), Cantieri e disegni. Architetture e piani a Torino 1945-1990, Umberto Allemandi & C., Torino 1992
- Luca Barello, Elio Luzi (a cura di), Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Il Tipografo, Buttigliera d'Asti 1997
- Sergio Pace, Casa dell'Obelisco, in Vera Comoli, Carlo Olmo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, Allemandi, Torino 1999, p. 206
- Paolo Scrivano, Elio Luzi in Carlo Olmo (a cura di), Dizionario dell'architettura del XX secolo (Vol. II), Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2003.
- Maria Luisa Barelli, Davide Rolfo, Il palazzo dell'Obelisco di Jaretti e Luzi. Progetto e costruzione, Gangemi, Roma 2018.
- Casabella, 1973, n. 375.
- Bruno Zevi, L'andropausa degli architetti moderni italiani, in Editoriali di architettura, Torino, Einaudi, 1979.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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