Carlo Maffei di Boglio

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Carlo Maffei di Boglio

Senatore del Regno di Sardegna
Durata mandato10 maggio 1848 –
28 aprile 1854
Legislaturadalla I (nomina 3 aprile 1848) alla V
Tipo nominaCategoria: 14
Sito istituzionale

Dati generali
ProfessioneMilitare di carriera
Carlo Maffei di Boglio
NascitaTorino, 14 novembre 1772
MorteTorino, 28 aprile 1854
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armataArmata Sarda
ArmaCavalleria
CorpoDragoni
GradoGenerale d'armata
GuerreGuerre napoleoniche
Decorazionivedi qui
Studi militariAccademia militare di Torino
dati tratti da Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821)[1]
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Carlo Giuseppe Maria Maffei di Boglio (Torino, 14 novembre 1772Torino, 28 aprile 1854) è stato un generale e politico italiano, che fu Primo scudiero del re Carlo Alberto di Savoia e Gran Mastro del Corpo d'artiglieria di stanza al Palazzo reale di Torino. Senatore del Regno di Sardegna, fu insignito del Collare di Cavaliere dell'Ordine della Santissima Annunziata e dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Torino il 14 novembre 1772, figlio del marchese Vittorio Amedeo, conte di Boglio, e della contessa Rosa Maria Caterina Porporato d'Alma.[2] La sua famiglia era una prosapia di antica nobiltà che aveva ottenuto già dal 20 giugno 1488 un diploma che concedeva come trasmissibile il titolo di Patrizio Romano ai propri discendenti (poi perfezionato con bolla pontificia del 4 gennaio 1746).

Sin dalla giovinezza intraprese la carriera militare, favorito dallo zio Annibale, già ambasciatore del Regno di Sardegna in Inghilterra. Ciò nonostante poco o nulla si conosce relativamente al suo cursus onorum. Nel 1818 era tenente colonnello dei "Cavalleggeri del Re" e nel 1821 comandante generale della Guardia nazionale. Poco prima dello scoppio dei moti del 1821 fu ammonito da Alessandro Saluzzo di Monesiglio a non creare inutili allarmismi su complotti politici,[N 1] e dopo lo scoppio dell'insurrezione, rimasto fedele al nuovo sovrano Carlo Felice di Savoia, fu comandante dei "Cavalleggeri del Re" durante lo scontro di Novara (4 aprile).[1] Nel 1824 assunse il comando del Reggimento "Dragoni del Genevese"[N 2] di stanza a Pinerolo.[1] Promosso maggior generale, nel 1830 divenne vicecomandante della 1ª Compagnia archibugieri guardie della porta e il 27 febbraio 1833 fu nominato Secondo scudiero del re Carlo Alberto di Savoia e vicecomandante delle guardie del corpo reali.[1] Fu promosso tenente generale il 20 dicembre 1834; l'anno successivo fu insignito dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[1] Il 12 marzo 1839 divenne Primo scudiero del re e nel 1840 fu insignito della Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[1] Divenuto Gran Mastro del Corpo d'artiglieria di stanza presso il palazzo reale di Torino dal 1º giugno 1841, il 30 ottobre 1847 fu elevato al rango di generale d'armata.[1] Senatore del Regno di Sardegna il 3 aprile 1848, fu nominato comandante superiore la guardia nazionale di Torino e introdotto a corte come Gentiluomo di Corte della regina Maria Adelaide.[2] Il 27 marzo 1840 venne insignito del Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Medaglia Mauriziana per i dieci lustri di servizio;[3] il 15 giugno 1850 ricevette dal re Vittorio Emanuele II di Savoia il Collare di Cavaliere dell'Ordine della Santissima Annunziata.[1] Nel 1851 ricevette il titolo di Commendatore dell'Ordine di San Gregorio Magno.[1] Morì a Torino il 28 aprile 1854.[2]
Si era sposato due volte: la prima con Maria Barbara D'Hallot Des Hayes, nobile savoiarda dalla quale ebbe gli unici quattro figli, e poi con Luigia Bonardi.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze sabaude[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Mauriziana al Merito di 10 lustri di Carriera Militare - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine di San Gregorio Magno (Stato della Chiesa) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il re Vittorio Emanuele I di Savoia gli disse: siamo in carnevale, divertitevi.
  2. ^ Esso era stato formato con elementi provenienti da tre disciolti reggimenti di cavalleria.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Ilari, Shamà 2008, p.302.
  2. ^ a b c d Il cannochiale.
  3. ^ Calendario generale pe' regii stati, 1845, p. 142. URL consultato il 12 marzo 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luca Di Pietrantonio, Per un dizionario dell’alta ufficialità dell’esercito carlo albertino. Prosopografie dei protagonisti dal 1831 al 1849, Torino, Università degli Studi di Torino, 2020.
  • Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
  • Alberico Lo Faso di Serradifalco, Gli ufficiali del Regno di Sardegna dal 1814 al 1821. Vol.2 (PDF), Torino, Centro Studi Piemontesi, 2016.
  • Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1962.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]