Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola

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I bronzi dorati da Cartoceto di Pergola
Il cavaliere
Figura femminile

I bronzi dorati da Cartoceto di Pergola è un gruppo statuario equestre romano composto da due cavalieri (di uno rimangono solo pochi frammenti), due cavalli e due donne in piedi.

Ritrovamento

Alcuni centinaia di frammenti di bronzo dorato, del peso di diverse centinaia di kilogrammi, vennero scoperti casualmente nel giugno-luglio del 1946 in località Santa Lucia di Calamello, nella parrocchia di Cartoceto, all'interno del comune di Pergola (PU). Il rinvenimento fu segnalato dal canonico Giovanni Vernarecci, all'epoca ispettore onorario di Fossombrone. Grazie alla sua testimonianza dattiloscritta siamo a conoscenza della circostanza fortunosa del ritrovamento e delle sua effettuazione in stato di emergenza. Il recupero dei reperti è stato effettuato dal Vernarecci e da Nereo Alfieri, ispettore della Soprintendenza alle Antichità delle Marche.

Il restauro è stato compiuto in varie fasi dal 1949 al 1988 ed ha permesso la ricomposizione di 318 frammenti nei quattro personaggi, due maschili a cavallo e due femminili stanti.

Collocazione originaria

Il gruppo è stato rinvenuto fuori da qualsiasi contesto urbano, non molto distante dall'intersezione tra la via Flaminia e la via Salaria Gallica. Il luogo di ritrovamento, isolato e periferico nel contesto storico antico, fa pensare che il gruppo sia stato rimosso dalla sua originale collocazione e accantonato in un ripostiglio in età tardoantica o bizantina, alcuni ipotizzano a causa di una damnatio memoriae. Il luogo dell'originale collocazione è ancora incerto, l'ipotesi più accreditata è quella che vede il gruppo posto su un basamento in un'area pubblica (probabilmente il foro) di una delle città romane vicine al luogo del ritrovamento: Forum Sempronii, (Fossombrone) che è la città più vicina, Sentinum (Sassoferrato), dove è attestata l'esistenza di una fonderia per grandi statue o Suasa, perché da questa città provengono grossi frammenti di un analogo cavallo di bronzo dorato ora conservati alla Walters Art Gallery di Baltimora, USA.

Identificazioni

Il gruppo è composto da due cavalieri, due donne e due cavalli. Tutti i personaggi probabilmente facevano parte di un'unica famiglia di rango senatoriale. L'identificazione dei personaggi è incerta e nel tempo si sono susseguite diverse ipotesi. Inizialmente si era identificato il gruppo con la famiglia imperiale dei Giulio-Claudi, datando le statue tra il 20 e il 30 e si erano interpretati i cavalieri come Nerone Cesare figlio di Germanico e Druso III e le donne come Livia Drusilla e Agrippina maggiore.

L'ipotesi attualmente più accreditata prevede una datazione nell'età cesariana tra il 50 a.C. e il 30 a.C. e identifica i personaggi come appartenenti ad una prestigiosa famiglia legata al territorio del ritrovamento, l'ager Gallicus. All'interno di questo inquadramento storico rimangono diverse ipotesi di identificazione: le principali proposte vedono da una parte la famiglia dei Domizi Enobarbi, dall'altra la coppia composta da Marco Satrio (senatore e patrono di Sentinum, odierna Sassoferrato) e Lucio Minucio Basilo (originario di Cupra Maritima, odierna Cupra Marittima, futuro cesaricida).

Un'ulteriore ipotesi vede il gruppo collocato originariamente nell'esedra dell'Heraion di Samo e i personaggi appartenenti alla famiglia di Cicerone, identificando con il cavaliere Cicerone stesso.

Cavaliere
Il cavaliere che si è meglio conservato è un uomo maturo (40 anni circa), il cui abbigliamento (paludamentum e tunica) lo identifica come un militare di alto rango in tempo di pace, circostanza questa che è confermata dal braccio destro elevato come segno di pace. Dell'altro cavaliere non rimangono che pochi frammenti.
Donna
La donna è rappresentata in età avanzata e l'acconciatura ellenistica (caratteristica della seconda metà del I secolo a.C.) ha permesso la retrodatazione del gruppo. La donna è vestita con una stola e una palla. Anche per le figure femminili lo stato di conservazione è ben differente, mentre una donna è praticamente integra dell'altra è stata rinvenuta solamente la porzione tra il basamento e la vita.
Cavalli
I cavalli si presentano incedenti con una zampa anteriore alzata. Il pettorale è decorato con tritone e nereide, cavalli marini e delfini. Le bardature sono adornate con falere di metallo su cui sono rappresentati con funzione protettiva diversi dei: Giove, Venere, Marte, Giunone, Minerva, Mercurio.

Tecnica e materiali

La tecnica fusoria è quella della cera persa indiretta, la lega metallica utilizzata è di rame con tracce di piombo, successivamente alla fusione si è applicata una doratura a foglia.

La contesa

Veduta

Il gruppo per la straordinaria rilevanza archeologica è stato oggetto di un lunga e dura contesa tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e il comune di Pergola su chi dovesse tenerlo in custodia e dove. Le due sedi in lizza sono il Museo archeologico nazionale delle Marche di Ancona, dove è stato esposto fino al 1972, e il Museo dei Bronzi dorati e della città di Pergola. Attualmente si è giunti ad un compromesso che vede l'alternarsi dei bronzi dorati originali e di una perfetta copia tra le due sedi. Un'altra copia che rappresenta i bronzi dorati non allo stato di conservazione attuale ma nello splendore originale è posizionata in Ancona sul tetto di palazzo Ferretti (sede del Museo archeologico nazionale delle Marche) come simbolo dell'archeologia marchigiana.

Bibliografia

Voci correlate

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