Brassica oleracea var. acephala
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Brassica oleracea var. acephala | |
---|---|
Cavolo nero | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Ordine | Brassicales |
Famiglia | Brassicaceae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Capparales |
Famiglia | Brassicaceae |
Genere | Brassica |
Specie | B. oleracea |
Nomenclatura binomiale | |
Brassica oleracea L. | |
Nomenclatura trinomiale | |
Brassica oleracea var. acephala | |
Sinonimi | |
Brassica oleracea var. viridis | |
Nomi comuni | |
Cavolo cavaliere, cavolo da foraggio, cavolo nero |
Brassica oleracea var. acephala (o B.oleracea var. viridis) è una varietà di cavoli alla quale appartengono il cavolo nero[1] e altre cultivar.
Sistematica[modifica | modifica wikitesto]
Questa tipologia di cavoli viene anche classificata come Brassica oleracea var. viridis[2] o come Brassica oleracea convar. acephala var. viridis[3]. Tra le cultivar raggruppate nella varietà acephala o viridis oltre al cavolo nero ci sono anche quelle chiamate, sempre in italiano, cavolo da foraggio[4] e cavolo cavaliere [5].
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Coltura in pieno campo (Pennsylvania) |
Le cultivar del gruppo acephala sono prive della testa centrale che formano molti altri tipi di cavolo (da cui il nome della varietà, che in greco significa senza testa), e sono caratterizzate da foglie di colore verde scuro lanceolate e divise, dalla superficie bollosa[6]. Può comportarsi, a seconda del clima, come pianta annuale o biennale[7].
Diffusione[modifica | modifica wikitesto]
La pianta è coltivata per il valore nutritivo delle sue foglie e anche a scopo ornamentale in numerose aree del mondo come il Portogallo, in nord della Spagna, l'Italia, i Balcani, gli Stati Uniti, il Brasile, il nord dell'India e in varie zone dell'Africa.
Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]
Questo tipo di cavolo è usato in varie zone del mondo come pianta da foraggio. Nell'alimentazione dei bovini da latte un eccesso di questo alimento nella razione giornaliera, pur essendo molto gradito agli animali e aumentando la loro produzione di latte, può peggiorare le caratteristiche organolettiche di quest'ultimo.[8]
La parte edule per il consumo umano è rappresentata principalmente dalle foglie private dello stelo, le quali sono utilizzate per numerose preparazioni che in Italia comprendono la tipica ribollita, il minestrone, la bruschetta e il risotto. Il periodo migliore è quello caratterizzato da temperature molto rigide, infatti secondo l'opinione comune, nei periodi successivi alle gelate invernali di gennaio e febbraio, le foglie risultano meno coriacee e più saporite. Viene usato soprattutto nella cucina toscana. In Spagna viene usato per la preparazione del cocido, spesso con patate e vari tagli di carne suina. In Portogallo e in Galizia è alla base della preparazione del caldo verde.
Ricette[modifica | modifica wikitesto]
Nonostante rilevanti variazioni delle ricette a seconda delle zone geografiche, vari piatti necessitano l'utilizzo di cavolo nero, come la ribollita, la minestra di pane, la farinata di cavolo nero e la minestra di cavolo nero. In altri casi è invece interscambiabile con altri tipi di cavolo.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Luigi Mondo e Stefania del Principe, Il cavolo nero: in po' di storia, in Le mille virtù del cavolo nero: Proprietà, usi e ricette di un superalimento tutto italiano, Il punto d'incontro, 2016. URL consultato il 29 gennaio 2019.
- ^ (EN) Francesco Orsini, Marielle Dubbeling, Henk de Zeeuw, Giorgio Gianquinto, Rooftop Urban Agriculture, Springer, 2017, pp. 241. URL consultato il 29 gennaio 2019.
- ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima, serie generale, Istituto poligrafico e zecca dello Stato, 1999, pp. 26. URL consultato il 29 gennaio 2019.
- ^ La Sentinella agricola, vol. 82, 1978. URL consultato il 29 gennaio 2019.
- ^ (ES) AA.VV., Prontuario de agricultura, Mundi-Prensa Libros, 2005, pp. 538. URL consultato il 29 gennaio 2019.
- ^ (EN) Brassica oleracea var. acephala, Floridata, 6 febbraio 2007.
- ^ (EN) Brassica oleracea (Acephala Group), Missouri Botanical Garden, 6 febbraio 2007.
- ^ Nicola Olivieri, Brassicaceae parte II (PDF), Università degli Studi di Teramo. URL consultato il 30 gennaio 2019.
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Brassica oleracea var. acephala, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.