Belbo

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Belbo
Stato{{{nazione}}}
Divisione 1Piemonte
Lunghezza86 km
Portata media6 m³/s
Bacino idrografico516 km²
NasceColli di Montezemolo
SfociaTanaro

Torrente (86 km, bacino 516 Kmq) del Piemonte sud-orientale, affluente di destra del Tanaro.


Il corso del torrente

Nasce dalle Langhe sul confine tra Liguria e Piemonte a circa 800 m. di quota dai colli di Montezemolo (CN), scorrendo inizialmente in una verde conca naturale tutelata a Riserva Naturale Sorgenti del Belbo. Subito la valle si approfondisce cosicché il torrente si incassa per alcuni Km in uno stretto fondovalle tra aspri ed instabili rilievi tufacei dove si arricchisce dell’apporto di svariati ruscelli. Qui lambisce il territorio di molti comuni come San Benedetto Belbo (CN), Niella Belbo (CN), Bossolasco (CN) e Rocchetta Belbo (CN). Dopo quest’ultimo comune la pendenza della valle aumenta notevolmente cosicché il Belbo prende a scorrere più accidentato formando alcuni ghiaioni ed innescando alcuni suggestivi processi erosivi in sponda sinistra (calanchi). In questo tratto attraversa Rocchetta Belbo (CN) e Cossano Belbo (CN) dove a tratti si allarga notevolmente. Giunto a Santo Stefano Belbo (CN) attraversa la parte nord dell’abitato ricevendo da sinistra il modesto contributo del suo maggior affluente, il Tinella (24 Km, 1 mc/sec), un piccolo torrente proveniente dalle Langhe particolarmente capriccioso nella stagione piovosa. Da questa confluenza gira poi bruscamente da sud a nord entrando in provincia di Asti nel Monferrato. Qui scorre canalizzato e attraversa per intero la cittadina di Canelli (AT) dove riceve da destra il Rio Rocchea. La pendenza inizia a diminuire e il torrente approfondisce il suo letto. La portata media è molto modesta. Proseguendo sinuoso lambisce il comune di Calamandrana (AT) giungendo poi a Nizza Monferrato (AT), dove scorre nuovamente canalizzato ricevendo, sempre da sinistra, il contributo esiguo del Rio Nizza, altro corso d’acqua estremamente temibile in caso di forti precipitazioni. Da Nizza in poi il Belbo rallenta ancora la sua corsa scorrendo con andamento meandriforme e giungendo così nel comune di Incisa Scapaccino (AT) dove si incassa per un breve tratto tra le colline monferrine scavalcato da un curioso ponte. Da qui giunge a Castelnuovo Belbo (AT), dove inizia ad essere pesantemente arginato. Nei pressi di Bruno (AT) entra poi in Provincia di Alessandria attraversando i comuni di Bergamasco (AL) e Oviglio (AL) sino a giungere nei pressi di Villa del Foro (AL) dove confluisce da destra nel fiume Tanaro.


Regime Idrologico

Il Belbo è un corso d'acqua dal carattere spiccatamente torrentizio a causa di alcuni suoi aspetti peculiari:

  • la particolare conformazione del bacino di raccolta molto lungo e stretto (fattore che favorisce la sovrapposizione di piene degli affluenti con il corso d’acqua principale)
  • la pendenza molto elevata dell’alveo nel tratto medio-alto e la presenza dei rilievi delle Langhe dai versanti molto instabili e franosi.
  • la natura quasi totalmente impermeabile dei terreni attraversati (marne e argille), ben poco efficaci nell’assorbire le precipitazioni e rallentare la velocità della corrente.

A causa di questi fattori il torrente presenta un comportamento non dissimile da quello delle fiumare del Sud-Italia: in caso di precipitazioni abbondanti sull’alto bacino la propagazione a valle di conseguenti onde di piena avviene in tempi brevissimi (appena 2-3 ore per raggiungere la foce nel Tanaro!) con picchi di piena brevi ma estremamente rabbiosi e distruttivi. Le piene del Belbo possono quindi essere devastanti nei mesi piovosi, (Ottobre-Novembre), inoltre i tempi di ritorno delle piene straordinarie sono nell’ordine di appena 15-20 anni. Per quanto riguarda invece periodi di magra il Belbo presenta fortissime magre estive che vedono scorrimenti superficiali quasi nulli. Non mancano in ogni caso piene durante il periodo siccitoso dovute magari a brevi acquazzoni, in quanto la risposta dell’alto bacino in caso di forti piogge è sempre immediata. La portata media annua si attesta presso la confluenza con il Tanaro sui 6 mc/s, un valore molto modesto.

Alluvioni

La storia della valle del Belbo è costellata di piene catastrofiche: ad esempio nel 1948 quando il torrente inondò Canelli e Nizza Monferrato o ancora peggio nel 1968 quando dopo 380 mm di pioggia in poche ore causò una vera catastrofe dalla sorgente alla foce, sommergendo Santo Stefano Belbo e Nizza Monferrato. L’ultimo disastro causato dal fiume è recente: anche il Belbo infatti è tristemente famoso insieme al Tanaro per essere stato uno dei corsi d’acqua ad aver causato l’alluvione in Piemonte del novembre 1994. Allora infatti, dopo 3 giorni di pioggia ininterrotta (oltre 200 mm in 24 ore solo nella giornata del 5 novembre) si gonfiò a dismisura toccando a Santo Stefano Belbo valori di portata eccezionali di 1.330 mc/sec e a Castelnuovo Belbo di quasi 1000 mc/sec. (rispettivamente 220 e 167 volte la portata normale!). Il fiume tracimò così per l’intera lunghezza del suo corso e devastò brutalmente quasi tutto il suo fondovalle. Particolarmente sconvolti della furia delle acque furono i comuni di Rocchetta Belbo (CN), Cossano Belbo (CN), Santo Stefano Belbo (CN), Canelli (AT) (il centro più colpito che contò anche 3 vittime) e Incisa Scapaccino (AT). Solo Nizza Monferrato venne risparmiata pur subendo pesanti danni alle strade adiacenti al corso d'acqua e allagamenti di qualche scantinato.