Beatrice di Pian degli Ontani

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«Feci venire di Pian degli Ontani una Beatrice, moglie d'un pastore, donna di circa trent'anni che non sa leggere e che improvvisa ottave con facilità, senza sgarrar verso quasi mai»

«La montagna ci dà Pan di legno e Vin di nuvoli»

Beatrice di Pian degli Ontani ritratta da Francesca Alexander

Beatrice di Pian degli Ontani (Cutigliano, 2 marzo 1802Cutigliano, 25 maggio 1885) è stata una poetessa italiana.

I suoi componimenti erano rispetti e strambotti, cioè brevi poesie popolari, generalmente ottave in endecasillabi, per lo più amorose o scherzose, recitate o spesso cantate sopra noti e facili motivi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Maria Beatrice Bugelli, più nota come Beatrice di Pian degli Ontani, e anche come Beatrice la poetessa-pastora, nacque nel 1802 in località Conio, presso Melo nel comune di Cutigliano, sulla Montagna pistoiese.[2]

Rimasta orfana di madre da piccola, seguì più volte il padre in Maremma per aiutarlo nel suo lavoro. Non frequentò mai la scuola ed era di fatto analfabeta.

Se volete sapere dov'era la mia scuola
su per i monti all'acqua e alla gragnola.
E questo è stato il mio imparare
vado per legna e torno a zappare[3]

Nel 1823 sposò Matteo Bernardi, molto più anziano di lei, e andò a vivere a Pian di Novello, presso Pian degli Ontani, nella casa del marito. Dal matrimonio nacquero otto figli.[2]

Proprio il giorno del matrimonio Beatrice si cimentò per la prima volta nell'improvvisazione di alcuni versi scatenando l’ammirazione dei presenti. Da allora venne costantemente invitata ad esibirsi in feste e cerimonie in varie località della Montagna pistoiese, e sempre riscuoteva grande successo, tanto che la sua notorietà varcò i confini dell’Appennino tosco-emiliano.[4]

La notorietà come poetessa-pastora[modifica | modifica wikitesto]

Pur essendo analfabeta, grazie alla sua vena poetica creativa e al suo spirito acuto, divenne una celebrata protagonista nella storia della poesia di improvvisazione tra ottocento e novecento. Eminenti filologi, letterati ed estimatori di poesia popolare iniziarono a recarsi a Pian degli Ontani per conoscerla e per ascoltarla. Il primo a volerla conoscere fu Niccolò Tommaseo che la incontrò nel 1832, durante un suo viaggio letterario in Toscana. In seguito si recarono nella sua modesta casa, tra gli altri, lo studioso di " poesia popolare" e poeta Giuseppe Tigri, i letterati Massimo d'Azeglio e Giuseppe Giusti, il filologo Michele Barbi e il linguista Giambattista Giuliani.[2]

La sua fama arrivò inevitabilmente a Pistoia, e non tardò a giungere fino a Bologna e Firenze. Fu invitata dunque ad esibirsi nei salotti buoni cittadini e a Firenze incontrò per caso anche il re Vittorio Emanuele II, che pretese di saggiarne il talento.[5][6]

Nonostante la notorietà, Beatrice continuò a fare il suo mestiere di pastora e contadina per tutta la vita, vivendo sempre in modo estremamente semplice, come scrissero le sue prime biografe, Carla Schubert [7] e Francesca Alexander [8], che contribuirono a creare il mito della "poetessa-pastora".

Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a Beatrice poetessa-pastora nella piazza centrale di Pian degli Ontani

La sua vita fu dura e costellata di numerosi dolori, fra i quali anche la perdita del primo figlio. Nel 1863 la piena del torrente Sestaione causò la distruzione della sua casa e la famiglia si dovette trasferire a Pian egli Ontani, frazione della Montagna pistoiese, paese vicino a Pian di Novello. I versi di Beatrice sono spesso intrisi delle sofferenze provate, anche se nelle sue parole si nota una forza interiore non indifferente.[4]

Quanti ce n’è che mi senton cantare
diran: Buon colei ch’ha il cor contento!
S’io canto, per non dir del male,
canto per iscialar quel ch’ho qua dentro
Canto per iscialar mi’ afflitta doglia
Sebben io canto, di piangere ho voglia:
canto per iscialar mi afflitta pena
sebben io canto di dolor son piena[7]

Sul finire della vita lo scrittore Renato Fucini salì sulla montagna pistoiese per incontrarla, lasciando di lei un commovente ritratto [9]. Morì a Pian di Novello il 25 maggio 1885 all'età di 83 anni.[2]

Il parco culturale “Beatrice”[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di Pian degli Ontani ha dedicato alla sua poetessa un percorso lungo più di un chilometro, lungo il quale sono scolpite su grandi massi illuminati le ottave più significative di Beatrice, che permettono di comprenderne al meglio la figura. Il Parco è stato inaugurato nel mese di luglio del 2008 ed è finalizzato a fare meglio conoscere ed apprezzare la figura della poetessa-pastora.[10]All'inizio del percorso, nella piazza centrale del paese, è stato posto un monumento dedicato a Beatrice, una lastra di pietra con il ritratto scolpito della poetessa e alcuni suoi versi incisi.

Un centro studi a lei dedicato è attivo a Pian degli Ontani (Cutigliano).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Niccolò Tommaseo, Gita nel Pistoiese, "Antologia. Giornale di scienze, lettere e arti", vol. XLVIII, 1832
  2. ^ a b c d G.P. Borghi, Beatrice e le altre: improvvisazione e canto itinerante al femminile tra Otto e Novecento, in "Homo Appenninicus. Donne e uomini delle montagne". Atti delle giornate di studio (Capugnano, 8 settembre 2007- Porretta Terme, 10 novembre 2007), a cura di R. Zagnoni, Gruppo di Studi alta Valle del Reno (Porretta Terme, Bologna) - Società Pistoiese di Storia Patria, Porretta Terme-Pistoia 2008, pp. 147-170
  3. ^ P. Bellucci, Poetessa pastora. La storia e i canti di Beatrice di Pian degli Ontani scoperta dal Tommaseo e amata dal Raskin, Medicea, Firenze, 1986
  4. ^ a b Francesca Alexander, Storia del popolo. Volume primo. Beatrice di Pian degli Ontani, in Quaderni d'Ontignano, Fiesole, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1976 (estratto da: Francesca Alexander, Roadside songs of Tuscany, Ed. John Ruskin, Orpington, Gran Bretagna, 1885
  5. ^ La poetessa che pascolava i versi, Silvio Ramat su "ilGiornale.it" del 30.06.2008
  6. ^ P. Ciampi, Beatrice. Il canto dell’Appennino che conquistò la capitale, Ed. Samus, Firenze, 2008
  7. ^ a b Carla Schubert, La pastorella poetessa. Beatrice di Pian degli Ontani, in «L’Illustrazione Italiana», Ed. Treves, Milano (1888)
  8. ^ Francesca Alexander era una gentildonna americana, illustratrice e traduttrice, innamorata della Toscana e delle sue tradizioni popolari, che aveva instaurato un rapporto di amicizia con Beatrice. Nel 1885 la Alexander, in collaborazione con l’editore John Ruskin, pubblicò in Inghilterra la biografia della poetessa, corredata dei canti raccolti ed illustrati. (Francesca Alexander, Roadside songs of Tuscany, Ed. John Ruskin, Orpington, Gran Bretagna, 1885). Solo nel 1976 il volume è stato pubblicato, in estratto, in edizione italiana.
  9. ^ Silvio Ramat, Beatrice, la poetessa che pascolava i versi, su ilGiornale.it. URL consultato il 20 agosto 2019.
  10. ^ Il percorso di Beatrice a Pian degli Ontani – Presentazione e immagini del parco (16.10.2013)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Volumi storici[modifica | modifica wikitesto]

  • Niccolò Tommaseo, Gita nel Pistojese, in «Antologia. Giornale di Scienze, Lettere e Arti», Vieusseux, Firenze, vol. XLVIII. Vol. Ottavo del secondo decennio Ottobre-Novembre-Dicembre 1832, pp. 12-33
  • Francesca Alexander, Roadside songs of Tuscany, Ed. John Ruskin, Orpington, Gran Bretagna, 1885
  • Carla Schubert, La pastorella poetessa. Beatrice di Pian degli Ontani, in «L'Illustrazione Italiana», Ediz. Treves, Milano: N.31 (1888), pp. 51-52; N.32 (1888), pp. 71 e 74; N.34 (1888), pp. 108-109 e 112.
  • Giambattista Giuliani, Sul vivente linguaggio della Toscana. Lettere, Ed. Ricci, Firenze, 1879

Libri biografici e raccolte di versi[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesca Alexander, Storia del popolo. Volume primo. Beatrice di Pian degli Ontani, in Quaderni d'Ontignano, Fiesole, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1976 (estratto da: Francesca Alexander, Roadside songs of Tuscany, John Ruskin, Orpington, Gran Bretagna, 1885)
  • S. Bartolini, 20 ottave d'amore: inedite. Beatrice di Pian degli Ontani, scelte e illustrate in occasione delle nozze della figlia Simonetta con Alberto Bianchi, Il Torchio, Firenze, 1985
  • P. Bellucci, Poetessa pastora. La storia e i canti di Beatrice di Pian degli Ontani scoperta dal Tommaseo e amata dal Raskin, Medicea, Firenze, 1986
  • G.P. Borghi, Beatrice e le altre: improvvisazione e canto itinerante al femminile tra Otto e Novecento, in "Homo Appenninicus. Donne e uomini delle montagne". Atti delle giornate di studio (Capugnano, 8 settembre 2007- Porretta Terme, 10 novembre 2007), a cura di R. Zagnoni, Gruppo di Studi alta Valle del Reno (Porretta Terme, Bologna) - Società Pistoiese di Storia Patria, Porretta Terme-Pistoia 2008, pp. 147–170
  • P. Ciampi, Beatrice. Il canto dell'Appennino che conquistò la capitale, Ed. Samus, Firenze, 2008
  • C. Rosati, Beatrice Bugelli di Pian degli Ontani. Poetessa, Pastora, Brigata del Leoncino, Pistoia, 2001

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN35253853 · ISNI (EN0000 0000 4626 5507 · SBN CFIV053626 · CERL cnp00540269 · LCCN (ENnr88007805 · GND (DE118850784 · WorldCat Identities (ENlccn-nr88007805
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