Battaglia di Mari
Battaglia di Mari | |||
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I Mamelucchi sconfissero gli armeni di Cilicia nella battaglia di Mari nel 1266, uccidendo uno dei figli del re Aitone I (a terra sulla destra) e catturandone un altro (il futuro re Leone III, al centro); poi razziarono il territorio della Cilicia armena.[1] | |||
Data | 24 agosto 1266 | ||
Luogo | Mari, vicino Darbsak | ||
Esito | Disastrosa sconfitta degli armeni di Cilicia | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La battaglia di Mari, detta anche il disastro di Mari, fu combattuta tra i Mamelucchi d'Egitto e gli armeni della Cilicia il 24 agosto 1266.
Il conflitto iniziò quando il sultano mamelucco Baybars intimò al re armeno Aitone I di accettarlo come sovrano abbandonando l'alleanza con i mongoli e di consegnare ai Mamelucchi i territori e le fortezze che Aitone aveva acquisito grazie alla sua alleanza con i mongoli.
A seguito di tali minacce, Aitone I si recò alla corte mongola dell'Il-Khan in Persia per ottenere supporto militare, ma durante la sua assenza i Mamelucchi mossero sulla Cilicia guidati da Mansur II e dal comandante mamelucco Qalawun.
Due figli di Aitone I, Leone (il futuro re Leone III) e Thoros prepararono la difesa rafforzando le guarnigioni delle fortezze all'entrata del territorio della Cilicia. Ma i Mamelucchi superarono le fortezze passando attraverso le montagne, ed incontrarono e sconfissero gli armeni a Mari, vicino Darbsak il 24 agosto 1266. Leone fu fatto prigioniero e Thoros fu ucciso in azione. Anche Vasil Tatar, Il figlio armeno-mongolo del Connestabile Sempad, fu preso prigioniero dai Mamelucchi e tenuto in cattività con Leone; tuttavia è stato riferito che furono trattati bene.[2]
Dopo la vittoria i Mamelucchi saccheggiarono le tre maggiori città della pianura della Cilicia: Mamistra, Adana e Tarsus, ed anche il porto di Laiazzo. Un altro gruppo di Mamelucchi guidato da Mansur prese la capitale, Sis. Il saccheggio durò 20 giorni e 40,000 armeni furono fatti prigionieri.
Quando arrivò Aitone I con le truppe mongole, il paese era gìa stato devastato. Aitone I per ottenere la restituzione di suo figlio Leone, dovette cedere il controllo delle fortezze armene di confine ai Mamelucchi. Nel 1269 Aitone I abdicò in favore di suo figlio e si fece monaco, morì un anno più tardi.[3]
Leone fu lasciato nella scomoda situazione di tenere la Cilicia sotto la sovranità dell'Impero mongolo mentre, allo stesso tempo, pagava tributi ai Mamelucchi.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) René Grousset, Vol. III. 1188-1291 L'anarchie franque, in Histoire des croisades et du royaume franc de Jérusalem, Parigi, Perrin, 2006 [1936], ISBN 2-262-02569-X.
- (EN) Angus Donald Stewart, The Armenian kingdom and the Mamluks : war and diplomacy during the reigns of Het'um II (1289-1307), Leida, Brill Academic Publishers, gennaio 2001, ISBN 90-04-12292-3. URL consultato il 31 maggio 2008.
- (FR) Claude Mutafian, Le Royaume Arménien de Cilicie, XIIe-XIVe siècle, 2ª ed., Parigi, CNRS Editions, 14 marzo 2002, p. 80, ISBN 2-271-05105-3.
- (EN) George A. Bournoutian, A Concise History of the Armenian People: From Ancient Times to the Present, Costa Mesa, California, Mazda Publishers, luglio 2002, ISBN 1-56859-141-1.
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