Basilica di San Giacomo

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Template:Infobox edifici religiosi La basilica di San Giacomo si trova a Bellagio, sul lago di Como. Fu costruita fra il XI e il XII secolo. Quando venne elevata a parrocchia prepositurale nel 1657, venne trasformata sia internamente che esternamente in stile settecentesco, come rimase fino ai primi decenni del Novecento quando venne ristrutturata e riportata al suo stile originale. Fu dichiarata Monumento Nazionale con decreto ministeriale nel 1904.

Storia

Veduta notturna del campanile

La basilica fu eretta tra la fine del XI secolo e l'inizio del XII secolo. La prima descrizione che si possiede agli Atti della visita pastorale del vescovo di Como Feliciano Ninguarda nel 1580, commentati dallo storiografo Santo Monti. Fu elevata canonicamente a parrocchia prepositurale nel 1657 con istromento rogato dal notaio della Curia Vescovile di Como Pietro Antonio Bello[1], il cui territorio fu smembrato dalla chiesa matrice di San Giovanni. In occasione dell'evento, il diritto di patronato sulla nuova parrocchia venne attribuito alla Famiglia Sfondrati. Si propose di trasformare tutto il complesso in stile settecentesco.

Nel 1904, sotto la guida dell'architetto Perrone, venne avviato il restauro per ottenere l'originale aspetto romanico dell'edificio, con la ricostruzione di due delle absidi, conferendo alla basilica l'aspetto attuale, con cornice sommitale con archetti ciechi nella facciata, con oculi e monofore sopra l'unico portale. Il restauro del campanile avvenne nel 1990. Con un decreto ministeriale venne successivamente dichiarata Monumento Nazionale.

Architettura

Il campanile
L'interno della basilica

Presenta un impianto a tre navate con la torre campanaria impostata a sinistra nella facciata. Del primitivo edificio rimangono all'esterno le tre absidi, decorate da archetti a doppia ghiera; all'interno i quattro capitelli e i simboli degli Evangelisti dell'androne. Il campanile si ottenne sovralzando ed alterando nel Seicento una torre di difesa delle mura nella parte nord, che arrivava circa all'altezza del tetto della chiesa. Con le trasformazioni del Settecento, il campanile assunse l'odierno aspetto. Rimase inoltre intonacato, come anche il resto della chiesa, fino ai restauri del 1990.

Interno

L'interno è decorato con opere d'arte risalenti a diversi periodi storici. Ne sono esempio le due tavole quattrocentesche, uno di scuola umbra ed uno di scuola lombarda, le diverse sculture romaniche e i quadri risalenti al tardo Cinquecento e Seicento, fra cui la Deposizione di Gesù nel sepolcro e la Madonna delle Grazie, il primo attribuito al Perugino e il secondo, del XVI secolo, attribuito al Foppa.

Nelle tre absidi si trovano, partendo da sinistra, la cappella di Sant'Orsola, con un mosaico opera della ditta Castemari di Venezia, risalente ai primi anni del Novecento; l'ancona in legno dorato, sovrastante il tabernacolo, opera dello scultore bellagino Domenico Pini; la cappella di Sant'Antonio, con il mosaico, anch'esso opera della ditta Castemari di Venezia, che sostituì un affresco rovinato dall'umidità. L'altare, risalente al 1985, è stato realizzato dalla ditta Sampietro, con lastre di marmo di Musso. L'ambone è frutto della ricostruzione guidata dall'arch. Perrone, durante i lavori di ripristino dell'antica chiesa. Facevano parte dell'antico ambone anche i simboli degli Evangelisti, recuperati sulla parete del campanile.

Vi si trova anche un Cristo morto, di fattura spagnola seicentesca, che secondo la tradizione apparteneva ad un insediamento spagnolo in località Pian di Spagna, alla sommità del lago di Como, travolto durante una piena del fiume Adda e trasportato nel lago; venne trovato da pescatori bellagini e messo in venerazione nella chiesa. Viene recato in processione ogni Venerdì Santo.

Anche il battistero è il risultato degli interventi operati durante i lavori di ripristino della chiesa. La sistemazione dell'insieme, come si presenta oggi, risale al 1986. Il mosaico della scuola veneziana, raffigura il Battesimo di Cristo della tela del Bergognone, che si trova nella chiesa di Melegnano. Il supporto della vasca è opera dello scultore Daverio di Bergamo.

Bibliografia

Note

  1. ^ Atti della visita pastorale diocesana di Feliciano Ninguarda, vescovo di Como (1589-1593), ordinati e annotati dal Sac. Dott. Santo Monti e pubblicati per cura della Società Storica Comense negli anni 1892-1898, Como, Edizioni New Press, 1992, 2 v.

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