Baratto amministrativo

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Il baratto amministrativo, nel diritto italiano, è un contratto che viene stipulato tra una amministrazione pubblica e un cittadino.

Il cittadino, per sanare la propria posizione debitoria svolge dei lavori utili come ridipingere i muri di un edificio comunale, curare i fiori in un giardino, verniciare una staccionata, ripulire le strade ed altro, sulla base di un elenco di progetti approvati.[1]

Nel 2014 un decreto legge[2] ha introdotto la possibilità di pagare in questo modo tasse locali, multe e altri debiti contratti con il Comune; una condizione per accedere a questo tipo di contratto è che il cittadino debitore si trovi in difficoltà economiche. Solitamente vi è un regolamento per la sua applicazione presso l'ente[3].

Il primo comune italiano ad aver istituito il baratto amministrativo e averlo regolamentato è stato il comune di Invorio, in provincia di Novara, il 2 luglio 2015.[4]

Il 24 marzo 2016 la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per l'Emilia Romagna ha però stabilito che questo istituto non può essere utilizzato per l'adempimento di tributi locali pregressi.[5]

Tra i comuni che hanno istituito il baratto amministrativo:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Baratto amministrativo a Milano: lavori pubblici per sanare gli arretrati al Comune, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 10 aprile 2016.
  2. ^ Articolo 24 del decreto legge 133/2014 poi legge 164/2014, abrogato con l'art. 217, comma 1, lettera rr) e sostituito dall'art. 190 del DECRETO LEGISLATIVO 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici).
  3. ^ Sperimentazione del Baratto Amministrativo, su comune.milano.it.
  4. ^ Baratto amministrativo: regolamento Comune, cos'è e come funziona, su Guidafisco.it, 8 marzo 2019. URL consultato il 9 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2018).
  5. ^ L'evoluzione del baratto amministrativo (PDF), su rivistacorteconti.it.
  6. ^ Regolamento baratto amministrativo (PDF), su comune.monteroni.le.it.
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