Antonio Boldini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Antonio Boldini

Antonio Boldini (Ferrara, 14 novembre 1799[1]Ferrara, 11 luglio 1872) è stato un pittore italiano.

Boldini è stato un pittore attivo nell'Ottocento ferrarese, autore soprattutto di opere sacre e fine copista[2] di vari autori, compresi Raffaello e vedutisti veneziani;[3] di matrice purista nella sua pittura, fu anche restauratore.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Unico figlio di Beatrice Mandolini e di Giuseppe (1774-1808),[4] si unì con Benvenuta Caleffi dal quale matrimonio nacquero tredici figli: Beatrice (1830), Luigi (1832), Carlotta (1833), Filomena (1835), Maria (1837), Giuseppe (1839), Giovacchino (1841), Giovanni (1842),[5] Francesco (1844), Gaetano (1846), Anna (1848), Veronica (1850) e infine Pietro (1852).[2][4] Di questi, tre si dedicarono all'arte: Luigi (nato a Ferrara il 9 apr. 1832, emigrato poi in Australia[2]), ingegnere ed architetto; Pietro (nato a Ferrara il 26 luglio 1852, trasferitosi a Siena dal 3 settembre 1879[2]) autore di quadretti di genere, tra cui Cortile rustico (presente nelle collezioni del Museo Boldini) e G. Boldini mentre osserva il padre che dipinge (Pistoia, collezione Boldini) e Giovanni, anch'esso pittore, il più dotato e fortunato della famiglia.[2]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Studiò pittura con l'artista locale Giuseppe Saroli[6] avendo come insegnante Alberto Mucchiati,[7][3] frequentando poi gli ambienti romani: in base a fonti discordanti, l'Accademia nazionale di San Luca (notizia suffragata solo da G. Scutellari[2]) e per sei anni il pittore Tommaso Minardi.[7] Rientrato nella città natale, si dedicò soprattutto alla pittura sacra, senza conseguire esiti originali ma piuttosto di stampo neo rinascimental, di eco visibilmente raffaellesca[2] - o comunque ispirata a modelli classici[7] - e all'attività di copista, sia per sostituire dipinti in alcune chiese o collezioni private o, più probabilmente, per il commercio privato, per il quale si presume possa aver avuto anche il ruolo di procuratore locale ed intermediario, assieme ad altri concittadini (Scutellari, Vendeghini, Sarolli).[7] Fu maestro di diversi giovani pittori tra cui solo i figli Luigi e Giovanni (il quale sotto la guida paterna dipinse un Satiro) riuscirono ad elevarsi al rango di artisti.[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Ritratto di Giovanni Monti, 1826
  • Giudizio di Paride, 1834, per l'ambasciatore di Spagna[7]
  • Sacra Famiglia, 1835, per Sarolli
  • Cena in Emmaus, 1837, due versioniki, per Filippo Pasini
  • Danza di Putti, 1846, per Sanquirico
  • Venere, per un negoziante di Venezia
  • Sacra Famiglia, per Antonio Carbonari
  • Madonna tenente il figlio addormentato sullle ginocchia e in alto una gloria di due angioletti, acquistata dai fratelli Malagò
  • Danza di putti attorno ad un piedistallo sormontato da fiori, per Michele Prosperi.[7]

Opere pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

Museo Boldini[modifica | modifica wikitesto]

  • Predicazione di S. Giovanni, olio su tavola
  • Ritratto di Beatrice Boldini, olio su tavola
  • Ritratto di Gaetano Federzoni, olio su tavola
  • Ritratto di Timoteo Pasini all'ìetà di 13 anni, olio su tavola
  • Predicazione di S. Giovanni Battista.[7]

Chiese ferraresi[modifica | modifica wikitesto]

Collezioni private[modifica | modifica wikitesto]

Piccole tele per privati come ad esempio La Sacra Famiglia, raccolta del conte G. Zanardi, Ferrara[2] o il Busto di popolana.[7]

Attività di copista[modifica | modifica wikitesto]

Eseguì copie di quadri del Cinquecento ferrarese, in particolare del Garofalo, eseguite con minuta precisione, spesso su commissione dell'antiquario Filippo Pasini (es., la copia della Madonna in trono e quattro santi di Michelangelo Cortellini, Pinacoteca di Ferrara).[2] Molte di tali copie, vendute dall'antiquario, convogliarono in collezioni sia pubbliche che private, ritenute come opere originali del Rinascimento.[2][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Indicata Spoleto in: Scena di danza, Giovanni Boldini, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Treccani.
  3. ^ a b c lombardiabeniculturali.it.
  4. ^ a b Panconi.
  5. ^ 1844 in: Tiziano Panconi, Biografia di Giovanni Boldini, su giovanniboldini.net. URL consultato il 19 marzo 2024.
  6. ^ Sarolli in Luciano Caramel, BOLDINI, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 11, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1969.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l Savonuzzi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luciano Caramel, BOLDINI, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 11, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1969. URL consultato il 19 marzo 2024.
  • Claudio Savonuzzi, Ottocento ferrarese, Ferrara, Cassa di Risparmio di Ferrara, 1971, p. 69.
  • L. N. Cittadella, Necrologia, in Gazzetta ferrarese, 13 luglio 1872
  • G. Scutellari, Cenni biografici intorno ai pittoriscultori ed architetti ferraresi dal 1750 fino ai giorni nostri (1892) per far seguito alle vite del Baruffaldi, in Atti della Deputazione ferrarese di storia patria, V, (1893), pp. 51 s.
  • Tiziano Panconi, BIOGRAFIA DI GIOVANNI BOLDINI, su giovanniboldini.net. URL consultato il 19 marzo 2024.
  • Scena di danza, Giovanni Boldini, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 20 marzo 2024.

Approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori..., moderni e contemporanei, I, Milano, 1962, p. 215. Al B. accennano inoltre solo genericamente e con aneddoti incontrollabili, molti degli scritti sul figlio Giovanni: cfr. soprattutto C. Cardona, Vie de Jean Boldini, Paris, 1931.

Voci correlate [modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN313561654 · WorldCat Identities (ENviaf-313561654