Aloe (medicinale)

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Secondo le indicazioni del Ministero della Salute e la farmacopea ufficiale F.U. IX l'aloe si usa come purgante. Entra anche nella preparazione del fernet e di altri prodotti alimentari, di cosmetici (in forma di Aloe-vera-Gel) ed è molto usata in veterinaria.

L'uso è controindicato negli stati di gravidanza (abortivo), durante l'allattamento e in ilei di ogni genere.

Uso popolare e come fitoterapico[modifica | modifica wikitesto]

Nella tradizionale medicina popolare l'aloe barbadensis e l'aloe capensis vennero usati come lassativo / purgante per costipazioni acute. Si usava il succo inspessito delle foglia o la polvere essiccata (aloina), che è ancora officinale secondo la F.U. IX.

Come polvere e come unguento, l'aloe si usa ancora nelle ferite e negli eczemi, visto che è stata riscontrata una sua funzione antisettica.[1]

Negli anni 80 del secolo ventesimo l'industria cosmetica ha scoperto l'utilità dell'uso del succo fresco delle foglia, che dispone di proprietà rinfrescanti e blandamente idratanti, antinfiammatori e battericidi, se applicato sulla pelle. È quindi usato come ingrediente a buon mercato di tanti prodotti cosmetici (sapone, emulsioni per il viso eccetera).

Nei primi anni del ventunesimo secolo esso è diventato un principio attivo di moda negli ambienti del fitness e del wellness, classico esempio di una medicina spinta dal marketing[senza fonte]: viene aggiunto a vari prodotti (in forma di "Aloe-vera-Gel"), dalla carta igienica ai detersivi fino allo yogurt, come "toccasana" contro tutti i danni e i malanni della civiltà.

Quanto sopra è almeno obsoleto riguardo alla somministrazione orale, perché la cuticola della foglia e le spine contengono degli antrachinoni (sostanza di quasi tutti vegetali lassativi), praticamente assenti nel gel interno, che a lungo ledono irreversibilmente i gangli neuronali che controllano la motilità intestinale e li rende "pigri". Anche piccole dosi (a ca. 50 mg appare l'effetto) a lungo termine sono lesive.[senza fonte]

La commissione E del Ministero tedesco per la Salute scrive:

Indicazioni: Stati patologici che richiedono una evacuazione con feci molli ad es.:

Controindicazioni: gravidanza (abortivo), allattamento, ilei di qualsiasi origine.

Effetti collaterali: in caso di abuso o uso cronico: perdita di elettroliti, prevalentemente di potassio.

Interazioni: nessuna nota. In caso di abuso o uso cronico: potenziamento dell'effetto di glucosidi cardioattivi.

Si usano preparati commerciali secondo F.U. IX, con una concentrazione garantita, perché siano dosabili in modo razionale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.28

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia fitoterapica[modifica | modifica wikitesto]

  • Fintelman V. Weiss R.: Lehrbuch der Phytotherapie; Hippokrates 2002; ISBN 3-8304-5243-8
  • Della Loggia, R (cur): Piante officinali per infusi e tisane. Manuale per farmacisti e medici; OEMF 1993; ISBN 88-7076-132-0

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]