Alexandromys fortis

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Alexandromys fortis
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Famiglia Cricetidae
Sottofamiglia Arvicolinae
Tribù Arvicolini
Genere Alexandromys
Specie A.fortis
Nomenclatura binomiale
Alexandromys fortis
Büchner, 1889
Sinonimi

M.pelliceus, M.superans

Alexandromys fortis (Büchner1889) è un roditore della famiglia dei Cricetidi diffuso in Estremo oriente.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 115 e 176 mm, la lunghezza della coda tra 35 e 75 mm, la lunghezza del piede tra 18 e 26 mm, la lunghezza delle orecchie tra 12 e 19 mm e un peso fino a 117 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è densa. Le parti dorsali sono bruno-grigiastre scure, mentre le parti ventrali sono bianco-argentate. La coda è corta e bicolore. La pianta dei piedi è fornita di 5 cuscinetti carnosi. Il cariotipo è 2n=52 FN=64.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie terricola, attiva tutto il giorno. In estate l'attività è prevalentemente notturna.

Vive in colonie familiari. Tane, nidi e siti di foraggiamento di ciascuna colonia sono collegati da percorsi. In estate costruiscono due tipi di tane, ricoveri nei luoghi di foraggiamento e nidi. I rifugi sono semplici e sono costituiti da gallerie lunghe 20–40 cm, che scendono fino a 10–17 cm. I nidi sono costruiti in ambienti asciutti e consistono in una camera del nido (12–17 cm di diametro) e 1-2 brevi tunnel che conducono alla superficie del terreno. Negli habitat umidi, i nidi vengono costruiti fuori dal terreno. Le tane invernali hanno una struttura complessa e sono costituite da un nido, 1-2 camere di stoccaggio (profondità 10–19 cm) e una complessa rete di gallerie, con un massimo di 20 uscite sulla superficie del terreno. I maschi adulti mostrano un comportamento amichevole con i membri del proprio gruppo familiare (compresa la prole adulta), ma sono molto aggressivi con i membri di altri gruppi. Gli attacchi con combattimenti e morsi sono comuni tra i maschi adulti. I contatti tra individui sono accompagnati da comunicazioni acustiche espresse in strilli e canti sommessi o acuti. I canti sono prodotti dai maschi a contatto con le femmine.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

In estate, si nutre principalmente di parti verdi di erbe, carici e, in misura minore, insetti. In inverno e in primavera, la dieta contiene principalmente radici, bulbi, semi e cortecce di alberi. Conserva il cibo per l'inverno in appositi magazzini nelle tane, la scorta invernale è di circa 1–4 kg per gruppo familiare.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si riproduce in natura tra aprile e settembre. Partoriscono 1-13 piccoli (in media 5-8) 3 o 4 volte l'anno e gli intervalli tra le gravidanze sono di 17-74 giorni (in media 29). Le gravidanze durano 17-20 giorni. Le femmine nate nella prima metà dell'estate raggiungono la maturità riproduttiva a 45-50 giorni di età e producono 1-2 cucciolate nella stessa stagione; quelle nate a fine estate raggiungono la maturità riproduttiva nella primavera successiva.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa in Estremo oriente, dalla Siberia meridionale fino alla Penisola coreana attraverso la Cina settentrionale e centrale.

Vive in ambienti aperti di foreste boreali di conifere, foreste di latifoglie, steppe forestali, steppe, zone semidesertiche e desertiche. Occupa un'ampia varietà di paesaggi ma predilige gli habitat ripariali, si incontra spesso nei campi coltivati e negli insediamenti umani.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 6 sottospecie:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato che si tratta di una specie comune e senza minacce rilevanti, classifica A.fortis come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Batsaikhan, N. & Tsytsulina, K. 2016, Alexandromys fortis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Alexandromys fortis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Wilson & Al., 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Don E. Wilson, Russell A. Mittermeier, Thomas E. Lacher, Jr, Handbook of the Mammals of the World. Volume 7 Rodents II, Lynx Ediciones, 2017. ISBN 978-84-16728-04-6

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