Aldo Chiarini

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Aldo Chiarini
NascitaArgelato, 1915
MorteJagodnij, 24 agosto 1942
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Reparto6º Reggimento bersaglieri, 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta"
Anni di servizio1940-1942
GradoCaporal maggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattagliePrima battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Aldo Chiarini (Argelato, 1915Jagodnij, 24 agosto 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Argelato, provincia di Bologna, nel 1915, figlio di Alfonso e Annunziata Fanti.[2] Di professione agricoltore, assolse gli obblighi del servizio militare di leva nel Regio Esercito dall'ottobre 1936 al febbraio 1937 presso il 2º Reggimento bersaglieri, raggiungendo il grado di caporal maggiore.[1] Richiamato in servizio attivo nell’agosto 1939, in forza al 6º Reggimento bersaglieri, partecipava, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, alle operazioni svoltesi nei Balcani dal 6 aprile al 14 novembre 1941.[1] Rientrato in Patria, poco dopo, il 31 gennaio 1941, partì per l'Unione Sovietica con il suo reggimento inquadrato nella 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta".[1] Cadde in combattimento a Jagodnij, nel corso della prima battaglia difensiva del Don, il 24 agosto 1942, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Superbo caposquadra bersaglieri, di rara capacità ed eccezionale coraggio durante un attacco contro forze nemiche soverchianti, entusiasmava e trascinava i suoi uomini in un travolgente assalto, che portava all’occupazione di una importantissima posizione. Successivamente resisteva imperterrito con i suoi uomini, su terreno scoperto ed intensamente battuto da fuoco avversario, a ben sette contrattacchi sferrati dal nemico in sei ore consecutive. Ferito gravemente all’addome, trattenendo con una mano la fuoriuscita dell’intestino, raggiungeva da solo il posto di medicazione. Ad un ufficiale che cercava di confortarlo rispondeva fieramente: «Ho vissuto da bersagliere e da bersagliere non ho paura di morire; guardatemi, sorrido ». Poco dopo assurgeva nel cielo della gloria testimoniando della virtù di una eroica razza. Quota 208,4 di Jagodnij (Fronte russo), 24 agosto 1942.[3]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 30 luglio 1947.[4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 74.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Chiarini, Aldo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  4. ^ Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.11 del 15 gennaio 1938.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 14 novembre 1947, Registro Esercito n.23, foglio 207.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 74.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]