Albizia julibrissin
Albizia julibrissin | |
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Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Fabidi |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Sottofamiglia | Caesalpinioideae |
(clade) | Mimosoide |
Genere | Albizia |
Specie | A. julibrissin |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Mimosaceae |
Genere | Albizia |
Specie | A. julibrissin |
Nomenclatura binomiale | |
Albizia julibrissin Durazz., 1772 | |
Nomi comuni | |
acacia di Costantinopoli |
Albizia julibrissin Durazz., 1772, detta in italiano acacia di Costantinopoli o gaggìa arborea, è una pianta della famiglia delle Fabacee, originaria delle regioni dell'Asia comprese tra la Transcaucasia orientale e il Giappone.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il genere prende il nome dall'italiano Filippo degli Albizzi, nobile appartenente alla famiglia fiorentina degli Albizzi, che introdusse A. julibrissin in Europa verso la metà del XVIII secolo.[2]
L'epiteto specifico julibrissin è una corruzione della parola persiana gul-i abrisham (گل ابریشم) che significa "fiore di seta" (da gul گل "fiore" + abrisham ابریشم "seta").[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È un piccolo albero di 5-12 metri di altezza a foglie decidue. La corteccia è di colore grigio chiaro con sfumature verdastre e presenta strisce scure in verticale con l'avanzare dell'invecchiamento.[senza fonte]
Le foglie sono bipennate, lunghe dai 20 ai 45 cm e larghe dai 12 ai 25 cm. I segmenti fogliari opposti, lunghi 6–10 mm, sono caratterizzati dalla capacità di chiudersi a libro di notte oppure in caso di pioggia, o comunque sempre in risposta al mancato o parziale irraggiamento da parte di una fonte luminosa di opportuna intensità.
I fiori vengono prodotti durante tutta la stagione estiva, hanno calice e corolla di ridottissime dimensioni e sono portati in infiorescenze. Chiamato anche impropriamente albero della seta, deve il suo nome alla presenza di numerosi stami serici, color bianco crema, che variano dal rosa chiaro allo scuro.
Il frutto è un baccello verde di circa 10–20 cm di lunghezza che con la maturazione assume una colorazione giallo-marrone.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]I semi e le foglie della pianta contengono diversi alcaloidi che - se ingeriti - possono provocare gravi effetti neurotossici a persone e animali.[4]
Si è osservato che le infiorescenze di A. julibrissin sono una buona fonte di nettare per le api, diverse specie di farfalle e alcune specie di colibrì.[3]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale di questa specie si estende dalla Transcaucasia e dall'Iran, attraverso il subcontinente indiano, sino alla Cina, alla Corea e al Giappone.[1]
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Albizia julibrissin è piantata come arbusto ornamentale in parchi e giardini, nota per l'aspetto setoso dei suoi fiori e per l'ombrello di foglie orizzontali che sviluppa, oltre che per la crescita veloce e la bassa richiesta d'acqua che consente di mettere a dimora la pianta anche in luoghi dal clima contraddistinto da estati torride.[5] È piantata con successo anche in California, in Texas ed in Oklahoma. Sebbene queste piante sappiano sopravvivere in condizioni di quasi mancanza d'acqua, la loro crescita rallenta e le piante tendono ad apparire malate.[5]
La chioma degli alberi pienamente cresciuti fornisce una zona d'ombra piacevole.
Varietà
[modifica | modifica wikitesto]- A. julibrissin var. julibrissin. La varietà tipica, descritta sopra.
- A. julibrissin var. mollis. I germogli presentano una peluria più fitta.
I fiori della varietà tipica vanno dal bianco al rosso sfumato, ma vi sono anche varietà color crema e giallo paglierino.
La varietà Summer Chocolate ha delle foglie rosso scuro con fiori rosa pallido.[senza fonte]
La cultivar Ernest Wilson (nota anche come E.H.Wilson o Rosea) ha i fiori di color rosa ancora più scuro. In Giappone è utilizzato talvolta come bonsai non tradizionale.[6]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Albizia julibrissin, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ Albizia julibrissin, su dryades.units.it. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ a b (EN) Albizia julibrissin, su plants.ces.ncsu.edu. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ G.H. Robinson, G.E. Burrows, E.M. Holt, R.J. Tyrl, R.P. Schwab, Evaluation of the toxic effects of the mimosa (Albizia julibrissin) and identification of the toxicant, in: T. Garland, A.C. Barr (eds.), Toxic Plants and Other Natural Toxicants, CAB International (Wallingford, England - New York), 1998, pp. 453-458.
- ^ a b Kathleen Norris Brenzel (ed.), Sunset Western Garden Book, 2007, p. 178.
- ^ (JA) 合歓の花(ねむのはな) 晩夏, su kigosai.sub.jp. URL consultato il 27 giugno 2011.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Albizia julibrissin
- Wikispecies contiene informazioni su Albizia julibrissin
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) silk tree, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.