Albergo diffuso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L'albergo diffuso è «un'impresa ricettiva alberghiera situata in un borgo, formata da più case, preesistenti e vicine fra loro, con gestione unitaria e in grado di fornire servizi alberghieri a tutti gli ospiti»[1].

Sono alberghi diffusi "le strutture ricettive caratterizzate da servizi di ricevimento e accoglienza centralizzati e dalla dislocazione degli altri servizi ed eventualmente delle sale comuni, ristorante, spazio vendita in particolare di prodotti tipici locali e delle camere o alloggi, in uno o più edifici separati, anche con destinazione residenziale, purché situati nel medesimo ambito definito ed omogeneo. Per le aree montane nella individuazione dell'ambito definito e omogeneo si tiene conto delle peculiarità del territorio e in particolare della necessità di valorizzazione degli antichi nuclei. Le strutture centrali e gli edifici adibiti a camere o alloggi possono essere di proprietà di soggetti distinti a condizione che venga garantita la gestione unitaria di albergo".[2]

Requisiti[modifica | modifica wikitesto]

Ogni regione italiana, nelle proprie differenti normative, ha stabilito i propri criteri e requisiti per nuovi alberghi diffusi. Questi sono i requisiti di un albergo diffuso secondo il modello messo a punto da Giancarlo Dall'Ara:

  • Gestione unitaria – Struttura ricettiva gestita in forma imprenditoriale nel centro
  • Servizi alberghieri – Struttura ricettiva alberghiera gestita in forma professionale
  • Unità abitative dislocate in più edifici separati e preesistenti – Centro storico abitato
  • Servizi comuni – Presenza di locali adibiti a spazi comuni per gli ospiti (ricevimento, sale comuni, bar, punto ristoro)
  • Distanza ragionevole degli stabili – massimo 200 metri tra le unità abitative e la struttura con i servizi di accoglienza (i servizi principali)
  • Presenza di una comunità viva – Comunità ospitante, integrazione nel territorio
  • Presenza di un ambiente autentico – Integrazione con la realtà sociale e la cultura locale
  • Riconoscibilità – Identità definita e uniforme della struttura; omogeneità dei servizi offerti
  • Stile gestionale integrato nel territorio e nella sua cultura

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto di albergo diffuso nasce in Carnia (Friuli-Venezia Giulia), a seguito del terremoto del 6 maggio del 1976 e della necessità di valorizzare le case mano a mano che queste venivano ristrutturate. Il primo documento che riporta il termine albergo diffuso è il progetto-pilota di Comeglians (Borgo Maranzanis) del 1982, firmato dall'architetto Carlo Toson e nato da un'idea di Leonardo Zanier, poeta e scrittore. Le prime parziali esperienze di albergo diffuso nascono nel 1994 a Sauris a seguito del Progetto Turismo dello stesso comune del 1982, nel 1995 a Bosa in Sardegna e successivamente ad Alberobello, in Puglia. Nel 1999 a Bologna la Camera di Commercio registra la prima società che, con alcuni mini appartamenti distribuiti nel Centro della Città, ed un ufficio gestione nei pressi della Stazione Centrale, offre ai propri clienti il servizio di "albergo diffuso e distribuito sul territorio": Bologna Residence. Oggi vi sono alberghi diffusi anche nelle Marche e in altre regioni del centro e nord Italia. Nel Lazio a Trevignano Romano sulle rive del Lago di Bracciano l'albergo diffuso Borgo Vistalago nato nel 2012. In Molise, l'albergo diffuso Residenza Sveva è nato nel febbraio 2005 nel Borgo marinaro di Termoli. Nel 2007 sono cominciati i lavori di recupero di case e stalle abbandonate del cuore storico di Castel del Giudice (IS), da cui è nato l'albergo diffuso Borgotufi, grazie ad una public company pubblico-privata. In Abruzzo, l'albergo diffuso Sextantio è nato nel 2001 dall'idea di un giovane imprenditore italo-svedese, Daniele Elow Kihlgren, che ha recuperato antiche abitazioni nell'antico borgo di Santo Stefano di Sessanio. Sempre dell'imprenditore italo-svedese in Basilicata l'albergo diffuso Sextantio Le Grotte della Civita (Sassi di Matera) del Gruppo Sextantio nasce con l'intento di recuperare il centro storico di Matera celebre per le famose grotte dove sono state ricavate diciotto camere d’albergo.

Il Friuli-Venezia Giulia resta la regione dove essi sono più diffusi (se ne contano 15 a fine 2009, di cui 11 hanno la forma di società cooperativa). Altre forme giuridiche prescelte sono la ditta individuale, la società di persone e la società di capitali in base all'entità degli investimenti richiesti.

Vantaggi[modifica | modifica wikitesto]

Questa forma ricettiva permette di offrire un servizio alberghiero completo, unendo potenzialità già presenti nel territorio, senza dover ricorrere alla creazione di una struttura apposita che le raccolga in un unico edificio. In Italia l'albergo diffuso è una soluzione che incontra sempre più favori, soprattutto in piccoli centri, in virtù del fatto che contribuisce a coniugare il mantenimento e la valorizzazione dell'esistente, con lo sfruttamento turistico degli stessi luoghi, con particolare riferimento ai centri storici. Un albergo diffuso non è solo un modello di ospitalità made in Italy, è anche un modello di sviluppo turistico territoriale, rispettoso dell'ambiente e "sostenibile", una modalità, di sviluppo locale, a rete che genera filiere e che contribuisce a contrastare lo spopolamento dei borghi. In Friuli-Venezia Giulia, ad esempio, l'albergo diffuso nacque per recuperare immobili rurali in piccoli borghi montani caratterizzati da un consistente fenomeno emigratorio e da scarso dinamismo economico. Oggi poi l'albergo diffuso, se opportunamente integrato in una gestione complessiva dell'accoglienza turistica, può diventare il punto di snodo cui fanno riferimento tutti gli esercizi commerciali di un centro abitato[3].

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

  • L.R. del 12 agosto 1998, n. 27 (art. 25);
  • Friuli-Venezia Giulia: L.R. del 16 gennaio 2002, n. 2 (articoli n.65 e 66);
  • Campania: Decreto dell'8 agosto 2003, n. 579;
  • Marche: L.R. dell'11 luglio 2006, n. 9 (art. 10);
  • Umbria: L.R. del 27 dicembre 2006, n. 18 (art. 23);
  • Emilia-Romagna: Delibera 916/07;
  • Liguria: L.R. del 21 marzo 2007, n. 13 (art. 2);
  • Lombardia: Articolo 19 della L.R. 27/15
  • Lazio: Regolamento del 24 ottobre 2008, n. 16;
  • Calabria: Regolamento del 27 ottobre 2008, n.4.
  • Sicilia: Legge del 2 agosto 2013, n. 11;
  • Abruzzo: L.R. 9 agosto 2013, n. 22

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dall'Ara, 2011.
  2. ^ Definizione Albergo diffuso, su normelombardia.consiglio.regione.lombardia.it.
  3. ^ Ad esempio nel caso del comune di Sutrio l'albergo diffuso ivi costituito è la principale struttura ricettiva del comune carnico e attraverso una rete di convenzioni fa sia da ufficio di informazione turistica sia da snodo fondamentale per tutti i ristoranti ed esercizi del paese

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Toson, Il Racconto dell'Albergo Diffuso 1978-2014, AArchitects 2015, ISBN 978-1533377258
  • Giancarlo Dall’Ara, Manuale dell’Albergo Diffuso, Milano, Franco Angeli Editore, 2011.
  • Dall'Ara G., Marongiu P. "Report sul fenomeno dell'albergo diffuso in Italia" Rapporto sul Turismo italiano, Mercury Firenze, novembre 2003.
  • Dall'Ara G., Esposto M. "Il fenomeno degli alberghi diffusi in Italia" Palladino Editore, Campobasso 2005.
  • Dall'Ara G. "Un modello originale di sviluppo turistico dei Borghi: l'Albergo Diffuso", in "Come progettare un piano di sviluppo turistico territoriale" a cura di Dall'Ara G. Halley Editore, Matelica 2009.
  • Droli M., (2007) "Tuscia romana, area Ausoni: l'individuazione delle località più adatte ai fini della creazione di un Albergo Diffuso", in: "L'Albergo Diffuso come strumento innovativo per la valorizzazione del potenziale turistico", Quaderno BIC Lazio, n.4, pg.49-72, dicembre, Roma.
  • Droli M., Dall'Ara G. (2012) "Ripartire dalla Bellezza. Gestione e marketing delle opportunità di innovazione nell'Albergo Diffuso, nei centri storici e nelle aree rurali", Collana Scienze Economiche, Edizioni universitarie CLEUP, Padova.
  • Droli, M. (2012). "Marketing innovativo nelle Alpi. Il ruolo dell'analisi di fattibilità nelle imprese per l'Ospitalità Diffusa". Topscape Paysage, pp. 674-689, ISSN 2279-7610.
  • Droli, M. (2013). "Il rilancio turistico-economico dei piccoli centri storici: risultati, innovazioni e necessità di partenariato nell'esperienza dell'Albergo Diffuso'. In: Marangon,F., Troiano, S., Sviluppo Economico Locale e Turismo Sostenibile, Udine, Forum, pp. 95-111. ISBN 978-88-8420-665-7.
  • Droli, M. (2013). ‘Il management delle opportunità imprenditoriali “a chilometro-zero”: buone prassi per l'innovazione d'impresa nell'Albergo Diffuso'. Sinergie Referred Electronic Conference Proceedings, pp-97-112, ISBN 978-88-907394-3-9; DOI: 10.7433/SRECP.2013.07.
  • Droli, M. (2013). Il rating dei borghi ai fini della creazione d'impresa nell'Ospitaltà Diffusa: realtà o utopia? Risultati ed Evoluzione di un modello-pilota. Proceedings of the XVII IPSAPA International Scientific Conference, University of Riga, Vol IV. pp. 21-33, Codice ISI (Web Of Science):000345694600002.
  • Bernecoli, M., Pepe, A., Percoco, A. e Droli, M. (2013). "La skyline dei borghi rurali italiani: una risorsa per la progettazione d'impresa nell'Ospitalità Diffusa? Un'analisi nel borgo di Montemurro", Proceedings of the XVII IPSAPA International Scientific Conference, University of Riga, Vol IV. pp. 279-290, Codice ISI (WOS): 000345694600028.
  • Così l'albergo diffuso restaurato dalla Regione ridiventa casa privata, su messaggeroveneto.gelocal.it.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Aziende: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Aziende