Lasius

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Lasius
Lasius niger
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Hymenopteroidea
Ordine Hymenoptera
Sottordine Apocrita
Sezione Aculeata
Superfamiglia Vespoidea
Famiglia Formicidae
Sottofamiglia Formicinae
Tribù Lasiini
Genere Lasius
Fabricius, 1804
Specie
  • vedi testo

Lasius Fabricius, 1804 è un genere di formiche appartenente alla sottofamiglia Formicinae, diffuse nelle aree a clima temperato dell'emisfero settentrionale, in particolare dell'Europa centrale e dell'America settentrionale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Operaie[modifica | modifica wikitesto]

Come in molte altre formicine, le operaie di Lasius sono monomorfiche. Esse sono caratterizzate da un peziolo conico di dimensioni ridotte, più basso dell'epinoto ed unito alla parte anteriore dell'addome. Il capo, di forma ovale, presenta un margine occipitale concavo ed un clipeo ed una fronte prominenti, mentre il torace, alto, irregolare e corto, presenta un pronoto rialzato rispetto all'epinoto, e separato da questo da un mesonoto convesso facilmente distinguibile. Le antenne sono costituite da 11 funicoli e, in alcune specie, presentano una parte terminale leggermente ingrossata, mentre le mandibole, piccole e leggermente distaccate dalla sommità dell'apparato boccale, presentano 6 denti all'estremità. L'addome, di forma ovale e suddiviso in 4 o 5 sezioni da bande circolari, più o meno spesse, è apopuntito all'estremità ed è di dimensioni leggermente maggiori rispetto al resto del corpo. Le zampe, corte e sottili, presentano coxe ingrossate.

Regine e maschi[modifica | modifica wikitesto]

Le regine di Lasius sono molto più grandi delle operaie. Esse sono caratterizzate dalla presenza di ocelli generalmente poco sviluppati e da un torace alto, presentante un pronoto unito al mesonoto ed un epinoto abbassato rispetto a questi. L'addome, di aspetto voluminoso, è suddiviso in 4 o 5 sezioni, come nelle operaie. I maschi, di dimensioni minori rispetto a quelle delle operaie, presentano ocelli sviluppati sul loro capo di forma vagamente triangolare, e sono caratterizzati da un addome avente una parte posteriore allungata.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le colonie di Lasius superano generalmente i 100.000 esemplari adulti. Esse nidificano in ambienti ricchi di vegetazione, costruendo il nido nel terreno o, più raramente, in alcune specie, all'interno del tronco o delle radici degli alberi. Le operaie raccoglitrici, che raccolgono il cibo autonomamente, si nutrono principalmente della melata prodotta da emitteri parassiti delle piante, quali afidi e cocciniglie, con i quali vivono in simbiosi, proteggendoli dai predatori e curandone la distribuzione sulle piante nell'ambiente esterno al nido. Le operaie immagazzinano i liquidi zuccherini che assimilano dalle secrezioni degli emitteri nell'addome semi-estensibile, per poi, all'interno del nido, distribuirli alle compagne per trofallassi (rigurgito del cibo dall'ingluvie). Le colonie entrano in letargo in alcuni mesi invernali. Le sciamature (dispersione dei maschi e delle giovani regine dal nido per l'accoppiamento e per la fondazione di nuove colonie) avvengono in estate.

Alcune specie di Lasius sono parassite sociali facoltative, in quanto praticano la dulosi nei confronti di altre specie appartenenti allo stesso genere, e ricorrono all'usurpazione (vedi "dulosi" od il paragrafo relativo nella voce "Formicidae") per fondare nuove colonie.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Lasius comprende le seguenti specie:[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Genus: Lasius, in AntWeb. URL consultato il 25 febbraio 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) online Catalog Ants of North America, su cs.unc.edu. URL consultato il 25 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2008).
  • (EN) antweb, su antweb.org.
  • (EN) myrmecos, su myrmecos.net. URL consultato il 25 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2007).