61ª Brigata fanteria di marina "Kirkenes"

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61ª Brigata fanteria di marina "Kirkenes"
Stemma della brigata
Descrizione generale
Abbreviazione61 обрмп
Attiva20 aprile 1943 - oggi
NazioneBandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica (1943 - 1991)
Bandiera della Russia Russia (1991 - oggi)
TipoBrigata
RuoloFanteria di marina
Guarnigione/QGSputnik
EquipaggiamentoMT-LB
BTR-80
Motto"Dove siamo, c'è vittoria!" ("Там, где мы, там победа!")
MascotteOrso polare
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale
Prima guerra cecena
Seconda guerra cecena
Guerra del Donbass
Guerra civile siriana
Invasione russa dell'Ucraina
Decorazioni Ordine della Bandiera rossa
Onori di battagliaKirkenes
Parte di
Fanteria di marina russa
Comandanti
Comandante attualeColonnello Kirill Nikulin
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La 61ª Brigata autonoma fanteria di marina "Kirkenes" (in russo 61-я отдельная Киркенесская бригада морской пехоты?, 61-ja otdel'naja Kirkenesskaja brigada morskoj pechoty, unità militare 38643) è un'unità della Fanteria di marina russa, subordinata alla Flotta del Nord del Distretto militare settentrionale e con base a Sputnik nell'oblast' di Murmansk.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Unione Sovietica[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della brigata risalgono 67ª Brigata fucilieri di marina dell'Armata Rossa, creata nell'oblast' di Kujbyšev nell'ottobre 1941 da marinai provenienti dalla Flotta del Pacifico. Inquadrata nel Fronte Careliano, venne schierata in prima linea nella regione di Louchskij il 2 aprile 1942 per prendere parte all'operazione Kestenga, la quale si concluse con un fallimento per i sovietici. La brigata venne quindi ritirata nelle retrovie, dove operò come riserva strategica per circa un anno.

Questa brigata fece da base per la seconda formazione della 45ª Divisione fucilieri, ricostituita il 20 aprile 1943 in Carelia dopo che la prima venne promossa a 74ª Divisione fucilieri delle guardie nel gennaio 1943. A partire dall'ex 2º Battaglione della 67ª Brigata fu creato il 61º Reggimento fucilieri, unità della quale l'attuale brigata porta ancora la numerazione.[1] Come parte della 45ª Divisione fucilieri il reggimento ha partecipato all'offensiva di Petsamo-Kirkenes, avanzando nel territorio della Norvegia e occupando Kirkenes. Per quest'azione il reggimento è stato insignito dell'Ordine della Bandiera Rossa e intitolato alla città. Al termine della seconda guerra mondiale la divisione venne ritirata nell'oblast' di Murmansk.[2]

Nel 1957 la 45ª Divisione venne riorganizzata come 131ª Divisione fucilieri motorizzata, e di conseguenza il reggimento divenne 61º Reggimento fucilieri motorizzato.[3] Si trovava di stanza nel villaggio di Kakkurijarvi, che su richiesta del comandante del reggimento venne ribattezzato Sputnik nel dicembre 1960.

Il 14 maggio 1966 il reggimento venne distaccato dalla divisione, diventando il 61º Reggimento fanteria di marina e venendo assegnato alle dipendenze della Flotta del Nord. La 131ª Divisione invece sarebbe in futuro diventata l'attuale 200ª Brigata fucilieri motorizzata delle guardie.[4] Nel maggio 1969, con l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, elementi del reggimento furono schierati a protezione del porto egiziano di Porto Said, concesso dall'Egitto come base per le operazioni della squadriglia del Mediterraneo della marina sovietica.[5]

Il 20 novembre 1979 il reggimento venne elevato al rango di brigata, organizzata su 2 battaglioni di fanteria di marina e un battaglione d'assalto aereo.[4]

Federazione Russa[modifica | modifica wikitesto]

La brigata è stata ereditata dalla Russia in seguito allo scioglimento dell'Unione Sovietica. Nel dicembre 1994 il suo 876º Battaglione d'assalto aereo, rinforzato da diverse unità di supporto fino a superare i 1000 uomini di personale, prese parte alla prima guerra cecena. A partire dal 13 gennaio 1995 il battaglione è stato impiegato in battaglia durante l'assedio di Groznyj. Dopo la caduta della città ha combattuto nelle regioni cecene di Vedenskij, Šalinskij e Šatojskij.[6] In totale il battaglione ha trascorso 5 mesi in Cecenia, venendo ritirato dal teatro il 26 giugno 1995 dopo aver subito perdite per 77 morti e 252 feriti.[7][8]

Nel settembre 1999, in seguito allo scoppio della seconda guerra cecena, l'876º Battaglione d'assalto aereo è stato nuovamente rinforzato con artiglieria e carri armati ed inviato in combattimento in Cecenia e in Daghestan, dove ha trascorso 9 mesi registrando 16 caduti.

Il 1 dicembre 2009 la brigata è stata riorganizzata come reggimento, per tornare nuovamente brigata il 15 dicembre 2014.[9]

Nel 2014 elementi della brigata hanno preso parte alla guerra del Donbass, penetrando in territorio ucraino nell'oblast' di Luhans'k, occupando la base del 15º Reggimento della Guardia nazionale dell'Ucraina e partecipando attivamente ai combattimenti.[10]

Nel marzo 2016 la brigata è stata schierata in Siria, dove ha cooperato con l'esercito siriano per la conquista di Palmira, assaltando direttamente la città.[11] Il 30 settembre 2017 il comandante della brigata, colonnello Valerij Fedjanin, è morto in seguito alle ferite provocate dall'esplosione di una mina mentre si trovava in Siria.[12]

Guerra russo-ucraina[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 2022 la brigata è stata trasferita sul Mar Nero per prendere parte all'invasione russa dell'Ucraina.[13] Entrata in azione nella regione di Charkiv, ha immediatamente subito numerose perdite fra cui il vice comandante della brigata, colonnello Dmitrij Safronov, il 6 marzo.[14] All'inizio di aprile un gruppo tattico di battaglione della brigata ha occupato Balaklija, nell'ambito degli sforzi condotti da due intere armate in direzione di Izjum.[15] A maggio è stata investita dal contrattacco della 92ª Brigata meccanizzata, perdendo diversi villaggi a nord di Charkiv, successivamente liberati dalla 127ª Brigata di difesa territoriale.[16] In seguito al fallimento della presa della città è stata schierata in Donbass, assaltando la città di Avdiïvka difesa dalla 56ª Brigata motorizzata ucraina.[17] Il 28 maggio è rimasto ucciso il capo di stato maggiore dell'unità, colonnello Ruslan Širin.[18] In seguito allo sfondamento operato dal Gruppo Wagner, a partire da giugno è stata trasferita nell'area di Popasna in sostituzione dei resti di due BTG della 76ª Divisione d'assalto aereo, e ha partecipato agli scontri a sud del saliente di Sjevjerodonec'k-Lysyčans'k.[19][20] Nel 2023 è rimasta di stanza nella regione di Cherson, in particolare presso capo Kinburn.[21] All'inizio di settembre la brigata è stata trasferita nell'area di Bachmut, dove ha condotto un importante contrattacco in direzione di Kliščiїvka, rientrando nel villaggio occupato dagli ucraini prima di essere nuovamente costretta a ritirarsi il 5 settembre, subendo gravi perdite.[22]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

  • Comando di brigata[23]
  • 874º Battaglione fanteria di marina
  • 876º Battaglione d'assalto aereo
  • 125º Battaglione corazzato (T-72 e T-80)
  • 1591º Battaglione artiglieria semovente (2S23 Nona-SVK)
  • 1611º Battaglione artiglieria semovente (2S1 Gvozdika)
  • 1617º Battaglione artiglieria missilistica contraerei (9K35 Strela-10 e 2K22 Tunguska)
  • 180º Battaglione genio
  • 886º Battaglione ricognizione
  • Compagnia comunicazioni
  • Compagnia manutenzione
  • Compagnia logistica
  • Compagnia medica
  • Plotone comando
  • Plotone difesa NBC

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

Unione Sovietica[modifica | modifica wikitesto]

  • Colonnello J. Pidust (1944-1948)
  • Colonnello Ivan Matveev (1948-1950)
  • Colonnello A. Vorob'ёv (1950-1952)
  • Colonnello M. Davydov (1952-1954)
  • Colonnello P. Lopatkin (1954-1955)
  • Colonnello V. Solov'ёv (1955-1956)
  • Colonnello V. Zatoka (1956-1957)
  • Colonnello M. Belov (1957-1959)
  • Colonnello V. Varennikov (1959-1960)
  • Colonnello A. Fomičёv (1960-1965)
  • Colonnello V. Krukovskij (1965-1967)
  • Colonnello A. Pachomov (1967-1974)
  • Colonnello N. Poljakov (1974-1979)
  • Colonnello A. Ermakov (1979-1984)
  • Colonnello A. Pustoutov (1984-1988)
  • Colonnello A. Borzenko (1988-1990)

Federazione Russa[modifica | modifica wikitesto]

  • Colonnello J. Šakalov (1990-1993)
  • Colonnello B. Sokušev (1993-1995)
  • Colonnello G. Semёnov (1995-1999)
  • Colonnello Aleksandr Černov (1999-2002)
  • Colonnello N. Klimov (2002-2005)
  • Colonnello A. Sorogin (2005-2008)
  • Colonnello N. Magomedžanov (2008-2010)
  • Colonnello A. Maslov (2010-2016)
  • Colonnello Valerij Fedjanin (2016-2017) [12]
  • Colonnello Kirill Nikulin (2018-in carica)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (RU) Sergei Vasiliev, ПО ДОЛГУ «ЧЕРНОГО БЕРЕТА» [SUL DOVERE DEL "BERRETTO NERO"], su Krasnaja Zvezda, 6 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2017).
  2. ^ (RU) 200-я Печенгская ордена Кутузова 2-й степени отдельная мотострелковая бригада (пгт Печенга Мурманской области) [200ª Brigata autonoma fucilieri motorizzata Pechenga Ordine di Kutuzov di 2° grado (villaggio di Pechenga, regione di Murmansk)], su lexicon.dobrohot.org.
  3. ^ (EN) Michael Holm, 131st Pechengskaya order of Kutuzov Motorised Rifle Division, su ww2.dk.
  4. ^ a b (EN) Michael Holm, 61st independent Kirkenesskaya Red Banner Naval Infantry Brigade, su ww2.dk.
  5. ^ (RU) Udmantsev Vadim, Они прикрывали порт- Саид и штурмовали Сокотру [Hanno coperto Port Said e preso d'assalto Socotra], in vpk-news.ru, 6 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2019).
  6. ^ (RU) Sergei Vasiliev, ГДЕ ОНИ — ТАМ ПОБЕДА [DOVE SONO, C'È VITTORIA], su Krasnaja Zvezda, 30 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2016).
  7. ^ (RU) Aleksandr Vostrikov, СУДЬБА КОМБРИГА [IL DESTINO DEL COMANDANTE DI BRIGATA], su Krasnaja Zvezda, 25 febbraio 2005 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2017).
  8. ^ (RU) 61-я отдельная Киркенесская Краснознаменная бригада морской пехоты Краснознаменного Северного флота [61ª brigata marina separata della bandiera rossa di Kirkenes della flotta settentrionale della bandiera rossa], su morpeh.spb.ru (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2017).
  9. ^ (RU) Морской пехоты в Арктике станет больше [Ci saranno più marine nell'Artico], in Vesti.ru, 28 novembre 2014.
  10. ^ (EN) Askai707, Russia's 61st Separate Naval Infantry Brigade in the Donbass, su Bellingcat, 15 novembre 2016.
  11. ^ (EN) Russian Marines at Palmyra, su informnapalm.org, 18 aprile 2016.
  12. ^ a b (RU) От ранения в Сирии погиб российский полковник: опубликовано фото [Un colonnello russo è morto per una ferita in Siria: foto pubblicata], su apostrophe.ua, 1º ottobre 2017.
  13. ^ (EN) Atle Staalesen, Hundreds of Russian Arctic troops believed to be involved in war crimes in Ukraine, in The Barents Observer, 2 marzo 2022.
  14. ^ (EN) Dmitry Sofronov, su topcargo200.com.
  15. ^ (EN) Tom Cooper, Ukraine War, 4–5 April, 2022, su xxtomcooperxx.substack.com, 6 aprile 2022.
  16. ^ (EN) Tom Cooper, Ukraine War, 9 May 2022, su xxtomcooperxx.substack.com, 10 maggio 2022.
  17. ^ Jomini of the West, 5/ Severodonetsk-Donetsk OD., su Twitter, 1º giugno 2022.
  18. ^ (RU) В двух селах Амурской области открыли мемориальные доски в память о погибших в спецоперации амурчанах [In due villaggi della regione dell'Amur sono state aperte targhe commemorative in memoria dei residenti dell'Amur morti in un'operazione speciale], in AMUR.LIFE, 6 settembre 2022.
  19. ^ (EN) Tom Cooper, Ukraine War, 6–7 June 2022, su xxtomcooperxx.substack.com, 8 giugno 2022.
  20. ^ Jomini of the West, 5/ Severodonetsk-Donetsk OD., su Twitter, 28 giugno 2022.
  21. ^ (EN) CDS Daily brief (06.02.23), su defence.org.ua, 7 febbraio 2023.
  22. ^ (EN) Tom Cooper, Ukraine War, 8 September 2023: General Update, su xxtomcooperxx.substack.com, 8 settembre 2023.
  23. ^ (RU) 61-я отдельная Киркинесская Краснознаменная бригада Морской Пехоты Северного флота (в/ч 38643 пос Спутник) [61ª Brigata del Corpo dei Marines della Bandiera Rossa separata di Kirkines della Flotta del Nord (unità militare 38643 insediamento Sputnik)], su mptaifun.ru, 5 maggio 2023.

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