Şehzade Mahmud Namik

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Şehzade Namik
Şehzade dell'Impero ottomano
Nome completoŞehzade Mahmud Namik
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaIstanbul, 23 dicembre 1913
MorteIl Cairo, 13 novembre 1963
SepolturaTürbe di Mahmud II
Luogo di sepolturaIstanbul
DinastiaCasa di Osman
PadreŞehzade Ömer Hilmi
MadreHatice Fidervs Gülnev Hanım
ConsorteŞehrazad Hanım
FigliÖmer Abdülmecid Namik
ReligioneIslam sunnita

Şehzade Mahmud Namik Efendi (turco ottomano: شهزاده محمود نامك; Istanbul, 23 dicembre 1913Il Cairo, 13 novembre 1963) è stato un principe ottomano, figlio di Şehzade Ömer Hilmi e nipote del sultano Mehmed V.
È salito all'attenzione mondiale per il suo processo e conseguente imprigionamento a causa del coinvolgimento in un complotto per rovesciare il presidente Nasser e restaurare la monarchia in Egitto.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Mahmud Namik nacque il 23 dicembre 1913 a Istanbul, nel Palazzo Dolmabahçe. Suo padre era Şehzade Ömer Hilmi, figlio minore del sultano ottomano Mehmed V, e sua madre la consorte Hatice Fidervs Gülnev Hanım. Aveva una sorella maggiore, Emine Mukbile Sultan.

Nel 1924 la dinastia ottomana venne esiliata.

Namik e la sua famiglia si trasferirono prima a Beirut in Libano, poi a Nizza in Francia e infine ad Alessandria d'Egitto, dove suo padre morì nel 1938[1][2][3].

Complotto, arresto e processo[modifica | modifica wikitesto]

Namik divenne un membro attivo del gruppo Zohriya Set, che comprendeva membri delle famiglie reali egiziana e ottomana che desideravano rovesciare il presidente Nasser e restaurare la monarchia in Egitto, mettendo sul trono il principe Muhammad Abdel Moneim o suo figlio.

Nel 1956 Namik e sua cugina Neslişah Sultan si incontrarono a Saint Moritz per discutere dei possibili candidati al trono, circostanza confermata dall'ex agente britannico Julian Amery, che riferì anche di incontri anti-Nasser fra il principe e i dissidenti egiziani a Ginevra e nel sud della Francia.

Il 28 aprile 1958 Namik fu processato in contumacia e condannato a quindici anni di carcere, che non scontò subito perché in Europa, dove fece da mediatore nel combinare il matrimonio fra Faisal II dell'Iraq con la principessa Sabiha Fazile Hanımsultan, l'unica figlia del principe Muhammad Ali Ibrahim d'Egitto e della principessa Hanzade Sultan, sua parente. Il matrimonio non ci fu mai, perché Faisal venne assassinato in un colpo di Stato militare nel luglio 1958. Namik si trovava in Iraq in quel momento e venne catturato dai rivoltosi, che lo consegnarono a Nasser. Namık fu quindi trasportato in aereo a Il Cairo il 31 agosto 1958 per affrontare un nuovo processo ricevendo una condanna a quindici anni di reclusione nella prigione di Tora[4][5][6][7][8][9][10][11].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Mahmud Namik morì di ictus il 13 novembre 1963, dopo cinque anni di prigionia. Il funerale si tenne nel cortile di questa e venne sepolto prima nel mausoleo della moglie a Il Cairo e poi traslato nel mausoleo Mahmud II a Istanbul[12].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Mahmud Namik aveva una sola moglie:[2][13][14]

  • Şehrazad Hanım. Nata nel 1922, figlia di Ismail Ratib Bey e di sua moglie, la principessa Emine Bihruz, figlia del principe Ibrahim Rashid Fazil Pasha d'Egitto. Si sposarono nel 1939 e vissero a Maadi, a Il Cairo, in un modesto appartamento. Divorziarono nel 1947 e lei morì nel 1993. Ebbero un figlio:
    • Şehzade Ömer Abdülmecid Namik (4 giugno 1941, Alessandria d'Egitto - marzo 2003, Parigi). Ha sposato Beulah Banbury (8 aprile 1943 - 21 febbraio 2003, Parigi). Hanno avuto un figlio:
      • Şehzade Mahmud Francis Namik-Bambury (n. 27 aprile 1975 a Londra)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bardakçı 2017, p. 15
  2. ^ a b Adra, Jamil (2005). Genealogy of the Imperial Ottoman Family 2005. p. 33.
  3. ^ Ekinci, Ekrem Buğra (3 May 2021). "Saraydan Zindana: Şehzade Nâmuk Efendi". Retrieved 1 March 2022.
  4. ^ Dan Morrison, Lost for Decades, a Beguiling Curio from Egypt's Royal Past, in National Geographic, 24 giugno 2013. URL consultato il 25 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2013).
  5. ^ Maadi'S Ottomans, su egy.com. URL consultato il 1º maggio 2014.
  6. ^ K. Kyle, Suez: Britain's End of Empire in the Middle East, Bloomsbury Academic, 2011, pp. 148–149, ISBN 978-1-84885-533-5.
  7. ^ NESLISHAH SULTAN 1921-2012, su egy.com. URL consultato il 1º maggio 2014.
  8. ^ Egypt Investigates Anti-Nasser Plot, su The New York Times, 28 dicembre 1957. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  9. ^ Maadi's Ottomans, su egy.com. URL consultato il 1º marzo 2022.
  10. ^ Maadi's Ottomans, su egy.com. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  11. ^ Bardakçı 2017, p. 260
  12. ^ Bardakçı 2017, p. 260-261
  13. ^ Vâsıb, Ali; Osmanoğlu, Osman Selaheddin (2004). Bir Şehzadenin Hâtırâtı: Vatan Ve Menfâda Gördüklerim Ve İşittiklerim. Yapı Kredi Yayınları. YKY. pp. 296, 454. ISBN 978-975-08-0878-4.
  14. ^ Pazan, İ. (2009). Son saraylı: Şehzade Osman Ertuğrul Efendi. Babıali Kültür Yayıncılığı. Babıali Kültür Yayıncılığı. p. 96. ISBN 978-9944-118-94-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Murat Bardakçı, Neslishah: The Last Ottoman Princess, American University in Cairo Press, 2017, ISBN 978-977-416-837-6.