Solecismo: differenze tra le versioni

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Il termine ''solecismi'' viene citato anche da [[Alessandro Manzoni]] nell'introduzione de "[[I promessi sposi]]".
Il termine ''solecismi'' viene citato anche da [[Alessandro Manzoni]] nell'introduzione de "[[I promessi sposi]]".

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Versione delle 13:51, 28 mag 2014

Per solecismo si intende un errore contro la purezza della lingua o contro la buona sintassi.

Venne così denominato dai grammatici dell'Evo antico, con riferimento al degrado in cui la lingua greca sarebbe stata corrotta dai coloni ellenici nella città di Soli: essi avrebbero contaminato oltre ogni regola la lingua patria con quella dell'area circostante, la Cilicia.

L'Accademia della Crusca ha ripreso il termine, che tuttavia è assai meno noto di denominazioni più comuni, risalenti alla pratica scolastica di tutti i giorni (ad esempio strafalcione ecc).

Alcuni casi

Vittorio Alfieri. Uno dei solecismi più divertenti è quello che commise Vittorio Alfieri e che descrive nella sua opera "Vita scritta da esso" nella parte riguardante l'Adolescenza in cui descrive di aver usato apposta un solecismo per sbarazzarsi di un compagno troppo invadente che lo obbligava a fare i compiti al posto suo. In una traduzione in latino fatta per il compagno al posto di usare "poteram" come imperfetto del verbo "posse" Alfieri usò il solecismo "potebam" che fece ridere tutta la classe. Da quel giorno il compagno di Alfieri credendo che non fosse poi così preparato cessò di importunarlo.

Vitaliano Brancati, nel suo Don Giovanni in Sicilia, attribuisce al protagonista Giovanni Percolla una particolare forma di solecismo, quella derivante dalla connaturata pigrizia del personaggio, irritante per i suoi interlocutori, tale che il Percolla si rifiutava di completare le frasi o di coniugare correttamente i verbi, preferendo seguire regole grammaticali e sintattiche tutte sue che "non comportavano fatica".

Degno di nota è un solecismo presente perfino nel testo della Costituzione Italiana, nonostante la revisione finale affidata da Umberto Terracini, Presidente dell'Assemblea costituente, all'illustre critico letterario Natalino Sapegno. All'articolo 86, primo comma, è presente infatti il solecismo "in ogni caso che egli non possa", versione scorretta rispetto alla più ortodossa formulazione "in ogni caso in cui egli non possa". Tale errore, ben conosciuto, non inficia in alcun modo il contenuto normativo e non ha richiesto uno specifico intervento, non essendo conveniente attivare un dispendioso procedimento di revisione costituzionale per un refuso di natura puramente formale. Peraltro nell'ambito di un recente tentativo di revisione costituzionale (disegno di legge n. 2544 della XIV legislatura), era stata prevista anche l'eliminazione del solecismo. Tuttavia la bocciatura nel referendum confermativo del 2006 ha travolto anche questo marginale effetto collaterale, con il risultato che il testo ne è ancora affetto.

Gnocco fritto. La grammatica italiana vorrebbe l'articolo deteminativo "lo" davabti al gruppo consonantico "gn"; tuttavia tutta la letteratura culinariaa[1] e la popolazione localea[2] rivendica l'uso dell'aticolo "il", come italianizzazione dell'espressione dialettale "al gnòc frètt". Tullio De Mauro, a tal proposito, afferma che "talvolta un solecismo, una forma linguistica che la grammatica definisce scorretta, può essere giustificato se il suo uso risulta continuo e radicato in una determinata area geografica".

Il termine solecismi viene citato anche da Alessandro Manzoni nell'introduzione de "I promessi sposi".

Note

  1. ^ AA.VV., Guida gastonomica d'Italia, Milano, Touring Club Italiano, 1931, pp. 231.
  2. ^ Il gnocco fritto, su giallozafferano.it. URL consultato il 28 maggio 2014.
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