Zecca di Villa di Chiesa
La zecca di Villa di Chiesa o di Iglesias fu una zecca di epoca medievale con sede nella città di Iglesias, in Sardegna.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Le prime notizie sull'esistenza della zecca di Villa di Chiesa risalgono agli ultimi anni del XIII secolo, durante la dominazione dei della Gherardesca, conti di Donoratico.
La prima moneta coniata fu un grosso tornese in argento voluto da Guelfo della Gherardesca, figlio del defunto conte Ugolino, da collocarsi tra il 1295 e il 1302, anno in cui la città passò sotto il controllo diretto del comune di Pisa che ne interruppe la produzione, in quanto espressione di una fazione avversa al potere centrale della repubblica pisana, e la sostituì con l'aquilino[1].
Dopo la conquista aragonese di Villa di Chiesa nel 1324, la zecca venne restaurata e fu fatto arrivare nuovo personale specializzato dalla Catalogna. La nuova moneta aragonese fu l'alfonsino in argento, destinato a sostituire le monete in circolazione, di conio pisano e genovese. La produzione venne interrotta nel 1354 a causa dell'occupazione della città mineraria da parte degli Arborea, nell'ambito della guerra sardo-catalana. A seguito del trattato di pace dell'anno seguente la città tornò in mano iberica; vi furono vari tentativi da parte aragonese di ristabilire la zecca iglesiente che cadde però gradualmente in declino a vantaggio di quella di Cagliari, anche a causa della nuova occupazione arborense che durò, a parte una breve interruzione, fino al 1409.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Giorgio Viani, Villa di Chiesa volgarmente detta Iglesias, in Rivista italiana di numismatica, Milano, 1892.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ciro Manca, Fonti e orientamenti per la Storia economica della Sardegna aragonese, Padova 1967.
- AA.VV., Studi su Iglesias medievale, Pisa 1985.