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Non commettere edit impuri...


Gli orfani dell'elzeviro possono tirare un gran sospiro di sollievo: qualcosa si muove. Oggi è domenica, il giornale è prestigioso, l'articolo è qualificato "corsivo". Il titolo è "Anche per Wikipedia essere puri è un ideale irrealizzabile" e la firma è autorevole, Paolo Di Stefano, sul quale abbiamo una voce. Insomma: forse stiamo per iniziare a riavere quel diritto di noi lettori, se un giornale si fa per essi, a leggere quei brani di approfondimento spesso al confine fra giornalismo e letteratura, che erano propri di una tradizione giornalistica alta, autonoma e orgogliosamente italiana. Ci mancano. Lo dico al plurale perché sarebbe blasfemo affermare che Montale, Buzzati, Calvino, Moravia, le mille straordinarie penne della "terza" del Corriere possano mancare soltanto a un insignificante utente di WP: quella viva ricchezza intellettuale manca alla cultura, cioè manca a tutti. Lo dico al plurale perché ricordo, al nascere di Wikipedia, ma soprattutto all'apparizione della voce in inglese sul Corriere, un traffico di interessatissime e-mail con i corrispondenti utenti anglosassoni della prima ora, cui la spiegazione destava stupita ammirazione e viva curiosità. Ci manca. Di domenica di più. Ma qualcosa si muove, appunto: un grande tema, alti principi, un serio richiamo, un'ottima ragione per una discussione.
L'articolo è infatti critico, e per questo stimolante, ed evidenzia un problema che l'autore riconosce nell'edizione su commissione (nel nostro gergo questo è ciò cui si riferisce, e noi ne trattiamo qui). Il fatto stesso che abbiamo una policy in it.wiki, che segue una policy generale della Wikimedia Foundation (regolata addirittura nei Terms of use), dovrebbe - spero - sincerare che non è l'attenzione a questo rischio a farci difetto. Perciò la sollecitazione è importante, perché viene in modalità e da contesti che non possiamo dire di poco conto. Ma ci sono dei ma, che comunque potrebbero non essere per altro verso irrilevanti.
Intanto la parola "purezza" ha l'ovvio risalto del nitore, ma non ricordo che sia mai stato uno dei cavalli di battaglia della nostra rivoluzione. Pertanto sull'astratto di quel titolo possiamo pure concordare: forse non al punto di dire che la purezza sia del tutto priva di chance, mai ipotecare il futuro, ma almeno sino al dire che non ci riguarda poi così tanto direi che ci siamo. Sarei piuttosto pragmatico: se dovessimo essere tutti puri e integralmente puri, non avremmo mezzi per poter scrivere buone voci su ciò che purezza non è, e non lo faremmo bene. L'omnia munda mundis ci impedirebbe ad esempio di trattare con buona oggettività di argomenti a connotazione generalmente antitetica ai principi che Wikipedia propugna; eppure dobbiamo avere voci anche su quelli, e infatti le abbiamo e sta al lettore valutare come ne trattiamo. Non è certo richiesta esperienza come sicario per poter scrivere nella voce mafia (è il bello di non dipendere qui dall'espertitudine, gli "esperti" altrove debbono precisare), tuttavia non per questo siamo tutti dei puri che non sappian che sia. Siamo nel mondo, e già questo non è purezza nel descrivere il mondo. Gli atti impuri, è vero, principalmente non li commettiamo per finalità scientifiche o di ricerca, ma la voce orgasmo probabilmente non potrebbe esistere se qualcuno non avesse perpetrato defezione ai suoi doveri di purezza una volta o l'altra. Quindi chissà se è davvero un valore, per ora sono solo scienziati che si sacrificano e impuri wikipediani che li citano per fonte. Diciamo allora che di "purezza" non abbiamo mai parlato, di correttezza di edizione sì. E mi pare dunque che anche su questo concordiamo. Ma ci torniamo fra un attimo.
Quanto alla "democrazia del sapere", invece, è tempo che chi si interessa del nostro "esperimento" (perché continuiamo ad essere sperimentatori in spirito anche quando siamo seduti con i nostri plebei lombi sulla vetta di un successo editoriale che non ha alcun genere di paragone nella storia della comunicazione) faccia egli stesso l'esperimento di provare a guardar dentro ai meccanismi tutt'altro che segreti della costruzione di questo sapere; se lo facesse scorgerebbe che "democrazia" non è la parola che meglio aderisce ai contesti che qui si sviluppano. In WP non governa alcun popolo, i concetti vanno nelle voci secondo pochi principi che restano immutabili e che non si curano di conte numeriche, ma di regole di edizione. Allora, giusto perché lo spirito di sperimentazione non deve mai mancare, proverei a sottoporre al vaglio della discussione un concetto di "demogenesi", perché il fatto che questo sapere sia prodotto dal popolo è molto più vero e forse anche molto più significativo rispetto a quella definizione che rischia di diventare erroneamente scontata. WP è demogenesi del sapere, non democrazia. E' più vicina ad un Rechtstaat hegeliano che non a populismi di comoda declinazione e non è affatto incline a pilatesche accondiscendenze alle volontà delle maggioranze: qui non conta se il popolo vota per liberare Barabba, l'informazione in quel caso non è Barabba, punto, qualunque possa essere la percentuale dei suoi supporter. Non dobbiamo contentare nessuno, dobbiamo trasmettere l'informazione, gradita o meno che sia. E la produciamo noi, senza "un editore e dei curatori dichiarati", perché non siamo firme adatte agli elzeviri, siamo gente comune, con ciò che di buono e di cattivo questo comporta. Altri riflettano dunque, se davvero non son gente comune o fuori se ne chiamano, su cosa è oggi il frutto del sapere che è stato distribuito, dell'istruzione che è stata impartita, di come è stata formata o aiutata a formarsi la gente comune. Anche questa è una demogenesi, e noi la raccontiamo con questo strumento. Senza colpa del risultato.
Il lato più gradevole della discussione è certamente che questo articolo abbia una certa fonte. Applicando un principio di presunzione di buona fede, che qui in Wikipedia è fondamentale ed è oggettivamente una condizione di relazione di gran vantaggio, se ne può trarre - poiché in buona fede non può esservi altro intento - che vi è oggi la buona intenzione di Di Stefano, e del Corriere tutto, se non correrà a smentirlo, di aiutare questo Progetto a combattere i subdoli tentativi di inquinamento per interesse; e come potrei essere men che lieto di questo aiuto insperato? E' un aiuto che valuto in tutta la sua portata, ne sono entusiasta. La qualità degli interlocutori mi autorizza peraltro a dare per scontato che tutti sappiamo bene che l'edit su commissione è tale sia che abbia per corrispettivo una remunerazione per specifico edit, sia che procuri per utile in qualsiasi modo indiretto un "miglioramento" di certe modalità di apparizione di persone o società o enti. Pertanto non è diverso il discorso per ciò che riguarda le piccole manovre di "rifinitura" (...) condotte con piccoli interventi sporadici e in apparenza discreti, è sempre la stessa materia. E' per questo che prendo buon atto del richiamo, perché non è senza effetto. Immagino infatti che ciò voglia dire ad esempio che - poiché continuo a concordare che la purezza è una pia illusione - da certi IP non riceveremo più edit "opachi" (solo per citarne alcuni a campione da un ip solo: 1, 2, 3) che poi si scoprono essere venuti dagli IP dell'azienda, e non ne avremo da semplici tifosi. Sì, non è attendibile chi scrive in proprio delle cose sue, ma all'opposizione soggettività/oggettività aggiungo che concorre anche la riflessione logica sul paradosso del mentitore, per cui paradossalmente nessuno che interviene a parlare di sé ne parla mai male, e per ragioni statistiche questo implica che necessariamente qualcuno fra quelli che parlano di sé non dice il vero, e diviene probabile che se glielo chiedessimo direbbe che sono gli altri, i bugiardi. Non ci sono i presupposti logici per voler attribuire valore alla "fonte in proprio", il Cicero pro domo sua vale qui solo come figura retorica, abbiamo da dare informazioni e questo ci riguarda più da vicino. La contribuzione su commissione, ed in genere tutta la contribuzione che ha per sua ragione interventi sull'immagine di persone o enti o società, a partire dal farsi fonte di sé stessi, è e rimane un abuso dei server che ospitano WP e la sua enciclopedia. Chiunque la faccia. Ma accetto toto corde e senza rancore la riflessione che conduce a riconoscere di aver sbagliato, in WP siamo sempre pronti a ricominciare a dialogare su nuove basi.
Saluto dunque questa nuova attitudine con grande piacere, e invito tutti a un sincero plauso perché questo è un cessate il fuoco che interrompe un cecchinaggio su chi non ri-sparava indietro. Eravamo e siamo, dal nostro lato della terra di nessuno, in pace e in apertura; ora che è stata smontata quella unilaterale trincea, guardo con avida curiosità alle prossime pratiche possibilità di interazione sulla via della purezza, nell'esclusivo interesse dei rispettivi lettori, alcuni dei quali evidentemente abbiamo in comune :-)
Bentornati elzeviri, anche per questo, e comunque, con sincerità, grazie Corriere ;-) -- g · ℵ (msg) 23:18, 1 mar 2015 (CET)[rispondi]

quando leggo certi articoli mi viene quasi da piangere, abbiamo speso parecchie ore a spiegare che wikipedia non è una democrazia, per esempio, poi leggi 'ste cose.. --93.44.197.108 (msg) 20:08, 2 mar 2015 (CET)[rispondi]