Utente:Xubia/Kyriarchia

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Nella teoria femminista, la kyriarchia è un sistema sociale o una connessione di sistemi sociali costruiti attorno al dominio, all'oppressione e alla sottomissione. La parola è stata coniata da Elisabeth Schüssler Fiorenza nel 1992 per descrivere la sua teoria di sistemi di dominio e sottomissione interconnessi, interagenti e autoestensibili, in cui un singolo individuo potrebbe essere oppresso in alcune relazioni e privilegiato in altre. È un’estensione intersezionale dell’idea di patriarcato oltre il genere.[1] La kyriarchia comprende sessismo, razzismo, abilismo, ageismo, antisemitismo, islamofobia, anticattolicesimo, omofobia, transfobia, classismo, xenofobia, ingiustizia economica, complesso carcerario-industriale, colonialismo, militarismo, etnocentrismo, specismo, linguicismo e altre forme di gerarchie dominanti in cui la subordinazione di una persona o gruppo a un altro è interiorizzata e istituzionalizzata. [2] [2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine è stato coniato in inglese da Elisabeth Schüssler Fiorenza [3] nel 1992 nel suo libro But She Said: Feminist Practices of Biblical Interpretation. [4] Deriva da in greco κύριος, kyrios?, "signore, padrone" e in greco ἄρχω, árcho?, "guidare, governare, governare". [4] [2] La parola kyriarchia ( in greco κυριαρχία, kyriarchia?), esisteva già in greco moderno, e significa “sovranità”.

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

Il termine è stato originariamente sviluppato nel contesto della teologia femminista ed è stato utilizzato in alcune altre aree del mondo accademico come descrittore di sistemi di potere non basati sul genere, in contrapposizione al patriarcato [5] È anche utilizzato al di fuori dei contesti accademici[6], per esempio dal richiedente asilo curdo-iraniano Behrouz Boochani nel suo racconto autobiografico No Friend But the Mountains, che descrive la sua prigionia nell'isola di Manus.[7]

Posizioni strutturali[modifica | modifica wikitesto]

Schüssler Fiorenza descrive le "stratificazioni interdipendenti di genere, razza, classe, religione, eterosessualismo ed età" come posizioni strutturali [4] assegnate alla nascita. Lei suggerisce che le persone ricoprano diverse posizioni e che le posizioni privilegiate diventino punti nodali attraverso i quali vengono vissute altre posizioni. Ad esempio, in un contesto in cui il genere è la posizione privilegiata primaria (ad esempio patriarcato, matriarcato ), il genere diventa il punto nodale attraverso il quale vengono vissute la sessualità, la razza e la classe. In un contesto in cui la classe è la posizione privilegiata primaria (cioè il classismo ), il genere e la razza vengono vissuti attraverso le dinamiche di classe. Fiorenza sottolinea che la kyriarchia non è un sistema gerarchico in quanto non si concentra su un punto di dominio ma è un "sistema piramidale complesso" in cui coloro che si trovano alla base della piramide sperimentano il "pieno potere dell'oppressione kyriarcale". La kyriarchia è riconosciuta come status quo e pertanto le sue strutture oppressive potrebbero non essere riconosciute. [4] [8]

Per mantenere questo sistema, la kyriarchia si basa sulla creazione di una classe, razza, genere o popolo servitore. La posizione di questa classe è rafforzata attraverso "l'educazione, la socializzazione, la violenza bruta e la razionalizzazione maschilista". [4] Tēraudkalns suggerisce che queste strutture di oppressione sono autosostenute dall’oppressione interiorizzata ; quelli con potere relativo tendono a rimanere al potere, mentre quelli senza tendono a rimanere senza diritti. [9] Inoltre, le strutture di oppressione si amplificano e si alimentano a vicenda. [8]

  1. ^ Kwok Pui-lan, vol. 25, 2009, DOI:10.2979/fsr.2009.25.1.191, https://oadoi.org/10.2979/fsr.2009.25.1.191.
  2. ^ (EN) Caroline Vander Stichele e Todd C. Penner, Her Master's Tools?: Feminist And Postcolonial Engagements of Historical-critical Discourse, BRILL, 2005, ISBN 9004130527.
  3. ^ Elisabeth Schüssler Fiorenza, Wisdom Ways: Introducing Feminist Biblical Interpretation, Orbis Books, 2001, ISBN 1608332527.
  4. ^ a b c d e Elisabeth Schüssler Fiorenza, Prejudice and Christian beginnings: investigating race, gender, and ethnicity in early Christian studies, Fortress Press, 2009, ISBN 978-1451412840.
  5. ^ Susana Morris, Close Kin and Distant Relatives: The Paradox of Respectability in Black Women's Literature, University of Virginia Press, February 4, 2014, ISBN 978-0813935515.
  6. ^ vol. 14, DOI:10.1177/1473095213516443, https://oadoi.org/10.1177/1473095213516443.
  7. ^ ISSN 0799-4354 (WC · ACNP), https://maroons-jamaica.com/conference2017/modules/mod_flipbook_3/tmpl/mobile/index.html#p=21.
  8. ^ a b vol. 28, DOI:10.2979/jfemistudreli.28.1.178, https://oadoi.org/10.2979/jfemistudreli.28.1.178.
  9. ^ Valdis Tēraudkalns, Religion and political change in Europe: past and present, PLUS, 2003, pp. 223–232, ISBN 8884921414.

Riferimenti[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Disuguaglianza sociale]] [[Categoria:Femminismo]] [[Categoria:Teologie femministe]]