Utente:Shahyn6/Sandbox/villa

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Villa Caffo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Divisione 1Veneto
LocalitàRossano Veneto (VI)
IndirizzoVia Bassano 21
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1739-1740
UsoBiblioteca / Eventi culturali
Realizzazione
ArchitettoGiovanni Miazzi

Villa Caffo-Navarrini è una villa veneta del Settecento che richiama disegni e strutture dell’architettura neoclassica provinciale profondamente influenzata dallo stile palladiano. Si trova a Rossano Veneto in provincia di Vicenza in un’ampia area ricca di giardini e parchi e più precisamente nella zona a nord della piazza principale, dove è situato l’imponente Duomo costruito sulle rovine di un castello del IX secolo. Nel corso della sua storia l’edificio ha cambiato nome ed è appartenuto a diversi proprietari, dai Caffo ad altre famiglie note come i Navarini, i Cecchele, i Rodighiero e i Biasion.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La residenza prende il nome dalla famiglia Caffo, originaria di Bassano del Grappa. Bartolomeo Caffo (o Bortolo fu Zuanne) era un produttore e commerciante nel settore della seta e nei dintorni della popolare cittadina possedevano diversi terreni. A inizio Settecento decise di costruire la residenza di campagna dei nobili bassanesi Caffo proprio a Rossano all’interno della propria proprietà. Si trattava di una vasta area di circa un’ottantina di campi, all’epoca una contrada tra via Crearo e via Bassano, acquistata dalla famiglia Bortolazzi. Nel contempo, a Rossano decise anche di allargare i suoi interessi commerciali, dando lavoro nel campo dell’attività serica anche a numerosi rossanesi.[2]

Nel 1739 Bartolomeo Caffo commissionò all’architetto Giovanni Miazzi (1698-1797) di Bassano del Grappa (VI),[3] già autore di numerose ville venete e altri importanti teatri e duomi delle provincie di Vicenza e Treviso, la costruzione di questa casa di villeggiatura.[4] Sin dall’inizio venne indicata con la denominazione “dotta” dal Bortolo stesso, che era profondamente appassionato di lettere e arti.[5]

Alla morte di Bartolomeo a inizio Ottocento l’intera proprietà rossanese passò al secondogenito Nicolò, che ebbe un ruolo di rilievo durante la Prima Guerra d’Indipendenza: infatti, nel 1848 fu incaricato insieme ad altri nobili bassanesi di organizzare un piano di difesa di Bassano nell’eventualità che la stessa venisse occupata da truppe nemiche.[6]

Nel 1897, dopo la scomparsa di Nicolò, Villa Caffo venne acquistata da Francesco Navarrini, noto cantante lirico, che volutamente fece apporre due lire come simbolo del canto e della musica sul portone in ferro battuto posto all’ingresso. Per tutti i rossanesi la dimora diventerà “Villa Laura” in onore della figlia del celebre basso, che venne a mancare molto giovane a causa della difterite. Per tutti i componenti della famiglia Navarrini Villa Caffo non fu mai il luogo di residenza, anche se vi tornarono spesso.[7]

Durante la Prima Guerra mondiale il Comando di Tappa si insediò fin da subito in paese e numerosi edifici a Rossano vennero occupati per essere destinati a vari impieghi da parte dell’esercito. Tra questi anche Villa Caffo, costringendo i Navarrini a farvi ritorno ancora meno. Villa Caffo, oltre a divenire temporaneamente sede degli uffici militari, ospitò anche in locali attigui un ospedale militare da campo al servizio di italiani, francesi e inglesi, e nel contempo vide passare di continuo le truppe di vari Reggimenti che si dirigevano al fronte o ritornavano.[8]

Tra i caduti della Grande Guerra anche uno dei figli dei Navarrini, Marcello, sottotenente di complemento morto sul Monte Ortigara nel giugno del 1917. Francesco sconvolto dall’evento decise di ritirarsi dalla scena e di vendere Villa Caffo nel 1919 a Matteo Cecchele, con il quale aveva condiviso anni nell’amministrazione comunale di Rossano Veneto.[9]

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu, invece, comando territoriale tedesco e magazzino per armi e alimenti destinati alle truppe. Nel 1982 passò ai Rodighiero[10] e negli anni novanta fu acquistata da “Miki” Biason, famoso pilota di rally bassanese, che mise in attuo un profondo restauro per riportare la villa agli antichi splendori e per farne la sua residenza (1994-2001).

In ultimo, nel 2001 la villa fu acquistata dal Comune di Rossano Veneto che ne cambiò la destinazione d’uso. L’ala sud ospita la biblioteca civica comunale inaugurata nel 2007[11] e intitolata a Giulio Cisco, noto giornalista e scrittore italiano, autore di “La Patria riconoscente”.[12]

Poi, grazie alla spaziosa sala conferenze, viene utilizzata per manifestazioni di ogni genere, ma soprattutto come location di numerose iniziative culturali: mostre, esposizioni, rappresentazioni teatrali, laboratori creativi per bambini e, inoltre, accogliendo negli anni tanti altri eventi.

Infine, con una delibera del 2001, il comune ha deciso di utilizzare Villa Caffo per ospitare riunioni del consiglio comunale e matrimoni civili.[13]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Circondata da un grande parco e una immensa campagna, è formata da un edificio centrale padronale quadrangolare su due piani e da due barchesse che si sviluppano su entrambi i lati, probabilmente destinate all’allevamento dei bachi da seta.

L’ingresso alla villa avviene tramite una gradinata che collega il giardino al portico.

La facciata, molto chiara e pulita, presenta una loggia centrale composta da tre aperture ad arco. Il basamento che sostiene l’intera struttura è in netto contrasto e caratterizzato da risalti sporgenti lavorati.[14]

Annessa alla villa si trova anche una cappella gentilizia privata che venne costruita nel 1789 e venne dedicata alla Madonna Immacolata, di cui ancora oggi si può vedere l’iscrizione in latino all’ingresso.[15]

Successivamente fu sottoposta ad altre modifiche: furono aggiunte delle colombare a fianco delle barchesse, alcune aperture delle barchesse vennero chiuse, sul lato ovest venne annesso un porticato.[16] Del medesimo periodo dovrebbero essere anche le raffigurazioni decorative in stile neoclassico presenti nelle stanze adiacenti all’ingresso: trattasi di affreschi di paesaggi monocromo verdi di Stefano Madonetta, pittore vicentino.[17]

Ma fra tutti spicca l’importante restauro degli anni novanta,[18] grazie al quale nel 2015 l’Istituto Regionale Ville Venete (IRVV) ha assegnato alla villa un riconoscimento per lo stato di conservazione.[19]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Franco SIGNORI, Toponomastica di Rossano Veneto – zolle di terra natia, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2002, pp. 88, 122 e 206.
  2. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Franco SIGNORI, Toponomastica di Rossano Veneto – zolle di terra natia, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2002, pp. 79 e 122 e Stefano TONIETTO, Commune et homines villae Rossani - Rossano Veneto dalle origini al 1815, Cittadella, Biblos, 2006, vol. 1, pag. 341.
  3. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Franco SIGNORI, Toponomastica di Rossano Veneto – zolle di terra natia, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2002, pag. 122.
  4. ^ Stefano TONIETTO, Commune et homines villae Rossani - Rossano Veneto dalle origini al 1815, Cittadella, Biblos, 2006, vol. 1, pag. 337.
  5. ^ Villa Caffo Navarrini, su old.comune.rossano.vi.it. URL consultato il 25 novembre 2021.
  6. ^ Franco MARCHIORI, Paolo MIOTTO, …e la guerra arrivò a Rossano 1914-1918, Cassola, attiliofraccaroeditore, 2018, pp. 34-35.
  7. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita, Cassola, Editore Moro, 1990, pag. 58 e Franco MARCHIORI, Paolo MIOTTO, …e la guerra arrivò a Rossano 1914-1918, Cassola, attiliofraccaroeditore, 2018, pag. 261.
  8. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita, Cassola, Editore Moro, 1990, pag. 58 e Franco MARCHIORI, Paolo MIOTTO, …e la guerra arrivò a Rossano 1914-1918, Cassola, attiliofraccaroeditore, 2018, pp. 47 e 57.
  9. ^ Franco MARCHIORI, Paolo MIOTTO, …e la guerra arrivò a Rossano 1914-1918, Cassola, attiliofraccaroeditore, 2018, pp. 190-191, 265.
  10. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita, Cassola, Editore Moro, 1990, pag. 58.
  11. ^ Biblioteca, su comune.rossano.vi.it. URL consultato il 25 novembre 2021.
  12. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Mosaico di voci antiche, Galliera Veneta, Veneta Stampa, 2000, pag. 14.
  13. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Franco SIGNORI, Toponomastica di Rossano Veneto – zolle di terra natia, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2002, pp. 123 e 206.
  14. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita, Cassola, Editore Moro, 1990, pp. 57-58.
  15. ^ Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita, Cassola, Editore Moro, 1990, pp. 57-58 e Clelia LUNARDON MARIN, I capitelli di Rossano Veneto “Ciò che sfugge all’uomo d’oggi”, Cassola, Editore Moro, 1997, pag.19.
  16. ^ Villa Caffo Navarrini, su old.comune.rossano.vi.it. URL consultato il 25 novembre 2021.
  17. ^ Sergio MARMELLI, Vincenzo MANCINI, Gli affreschi nelle ville venete – L’Ottocento, Venezia, Marsilio, 2015, pag. 458.
  18. ^ Villa Caffo, Navarrini, Cecchele, Rodighiero, Biason, detta "Ca' Dotta", su irvv.regione.veneto.it. URL consultato il 25 novembre 2021.
  19. ^ Premio Villa Veneta 2015, su old.comune.rossano.vi.it. URL consultato il 25 novembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita, Cassola, Editore Moro, 1990.
  • Clelia LUNARDON MARIN, I capitelli di Rossano Veneto “Ciò che sfugge all’uomo d’oggi”, Cassola, Editore Moro, 1997.
  • Clelia LUNARDON MARIN, Rossano Veneto – Mosaico di voci antiche, Galliera Veneta, Veneta Stampa, 2000.
  • Clelia LUNARDON MARIN, Franco SIGNORI, Toponomastica di Rossano Veneto – zolle di terra natia, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2002.
  • Franco MARCHIORI, Paolo MIOTTO, …e la guerra arrivò a Rossano 1914-1918, Cassola, attiliofraccaroeditore, 2018, ISBN 978-88-961-3661-4.
  • Stefano TONIETTO, Commune et homines villae Rossani - Rossano Veneto dalle origini al 1815, Cittadella, Biblos, 2006, vol. 1.
  • Sergio MARMELLI, Vincenzo MANCINI, Gli affreschi nelle ville venete – L’Ottocento, Venezia, Marsilio, 2015 , ISBN 978-88-317-2124-0
  • Francesco MILIZIA, Memorie degli architetti antichi e moderni, Bologna, Tipografia Cardinali e Frulli, 1827, Tomo II.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]