Utente:Presbite/Sandbox6

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Sandbox dedicata alle voci sulle decorazioni tedesche

Medaglia di Coburgo

Terzo Reich
TipoOnorificenza dello NSDAP, poi divenuta di stato
StatusCessato
CapoAdolf Hitler
IstituzioneBerlino
CessazioneBerlino
Concessa aMembri dello NSDAP
ModellistaAdolf Hitler

Il distintivo di Coburgo fu una decorazione del Partito Nazionalsocialista, concessa nel 1932 ai partecipanti alla Marcia di Coburgo del 14-15 ottobre 1922, in occasione del primo decennale dell'avvenimento.

Inquadramento storico[modifica | modifica wikitesto]

Conferimento[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Christopher Ailsby, Combat Medals of the Third Reich, PSL, Wellingborough - Northamptonshire 1987
  • John R. Angolia, For Führer and Fatherland. Military Awards of the Third Reich, 3rd Edition, R.James Bender Publishing, San Jose 1989
  • John R. Angolia, For Führer and Fatherland. Political & Civil Awards of the Third Reich, 2nd Edition, R.James Bender Publishing, San Jose 1989
  • Brian L. Davis, Badges and Insigna of the Third Reich 1933-1945, Arms and Armour, London 1999
  • Heinrich Doehle, Medals & Decorations of the Third Reich, Reprinted and Published by Reddick Enterprises, Denison 1995
  • Giorgio Dotti, Decorazioni al Valore e al Merito delle Forze Armate Germaniche 1933-1945, Ermanno Albertelli Editore, Bologna 1991
  • Adrian Forman, Forman's Guide to Third Reich German Awards... And Their Values, 3rd Edition, R.James Bender Publishing, San Jose 2001
  • Adrian Forman, Forman's Guide to Third Reich German Documents... And Their Values, 1st Edition, R.James Bender Publishing, San Jose 1996
  • William E. Hamelman, German Wound Badges 1914-1936-1939-1944-1957, Matthaeus Publishers, Dallas s.d.
  • André Hüsken, Katalog der Orden und Ehrenzeichen des Deutschen Reiches 1871-1945, H.M.Hauschild GmbH, Bremen 1999
  • Kurt-Gerhard Klietmann, Auszeichnungen des Deutsches Reiches 1936-1945, Motorbuch Verlag, Stuttgart 1994
  • Kurt-Gehrard Klietmann, Deutsche Auszeichnungen, 2 vol., Verlag "Die Ordens-Sammlung", Berlin 1971
  • David Littlejohn, C.M.Dodkins, Orders, Decorations, Medals and Badges of the Third Reich (including the Free City of Danzig), R.James Bender Publishing, Mountain View 1968 (2 voll.)
  • Robin Lumsden, Medals and Decorations of the Hitler's Germany, Airlife, Shrewsbury 2001
  • Rolf Michaelis, Deutsche Auszeichnungen, Michaelis-Verlag, S.L. Anni vari (serie di monografie su varie decorazioni tedesche)
  • Detlev Niemann, Bewertungs-Katalog Orden und Ehrenzeichen Deutschland 1871-1945, Niemann Verlag, Hamburg 1999
  • Stephen Thomas Previtera, The Iron Time. A History of the Iron Cross, Winidore Press, Richmond 1999
  • Gordon Williamson, Thomas McGuirl, German Military Cuffbands 1784-Present, R.James Bender Publishing, San Jose 1999

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Template:Ordini e decorazioni del Terzo Reich (1933-1945)

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Marcia di Coburgo[modifica | modifica wikitesto]

Con la definizione di marcia di Coburgo o battaglia di Coburgo (in tedesco Marsch auf Coburg[1], o Kampf um Coburg[2]) è chiamata la manifestazione di massa organizzata dal Partito Nazionalsocialista (NSDAP) nel corso della Giornata tedesca (Deutscher Tag), che si tenne nella città di Coburgo fra il 14 e il 15 ottobre 1922. Ispirata alle azioni degli squadristi fascisti, la manifestazione fu segnata da ripetuti scontri di piazza fra nazisti e marxisti (socialdemocratici e comunisti). Ricordata da Adolf Hitler nel Mein Kampf[3], la marcia di Coburgo divenne una delle pietre angolari nella storia del movimento nazista, celebrata da libri, manifestazioni di ricordo e da un particolare distintivo disegnato personalmente da Hitler e concesso a tutti i partecipanti in occasione del primo decennale.

Inquadramento storico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Adolf Hitler § Il Partito Nazionalsocialista.

I comizi di Hitler[modifica | modifica wikitesto]

Fin dai primi passi nel Partito dei Lavoratori Tedeschi - Deutsche Arbeiterpartei (DAP) - non ancora divenuto NSDAP - Hitler aveva chiaramente indicato la strada che voleva percorrere: trasformare uno dei tanti gruppi völkisch del sottobosco politico bavarese in un partito di massa, sfruttando tutte le possibili forme di propaganda, prma fra tutti la sua straordinaria oratoria. Il primo vero comizio di Hitler si tenne presso la Hofbräukeller di Monaco (un bar adiacente ad una delle principali fabbriche di birra della città, a est del centro) il 16 ottobre 1919: nel Mein Kampf l'evento sarà ricordato in modo elettrizzato: "Ciò che fino ad allora era stato semplice sensazione interiore priva di consapevolezza, era adesso dimostrato dalla realtà: sapevo parlare!""[4]. Centoundici persone avevano assistito all'evento, ma grazie al clima carico di tensione che si creava in queste occasioni, al settimo comizio - qualche settimana dopo - erano presenti oltre quattrocento persone[5]. Il suo messaggio incontrò in pieno il senso di rabbia, frustrazione, risentimento ed aggressività che coglieva parte degli abitanti di Monaco in quel difficile momento della storia tedesca, tanto che le folle cominciarono ad accalcarsi ai suoi comizi: il 24 febbraio 1920, Hitler sollecitò l'organizzazione di un primo raduno di massa nel Festhaus della più importante birreria nel pieno centro di Monaco: l'Hofbräuhaus. Duemila persone assistettero alla serata, durante la quale Hitler - che a causa dell'ancora sua relativa fama non era stato inserito come oratore principale - riuscì comunque a prendere la scena, trasformando la riunione col suo violento discorso, interrotto qua e là da tumulti[6]. Alla fine del 1920 Hitler aveva pronunciato discorsi in più di trenta assemblee di massa, con un auditorio fra le 800 e le 2000 persone. Ai primi di febbraio del 1921 parlò al più imponente comizio fino a quel momento: 6000 persone nell'arena Krone, la maggiore struttura di Monaco al coperto[7]. Purtuttavia, quando nel luglio del 1921 Hitler prese in mano la guida del NSDAP in luogo del fondatore del movimento Anton Drexler, era ancora un "agitatore di birreria"[8]: ma da quel momento fino al Putsch di Monaco (8 novembre 1923) la sua fama travalicò i confini della capitale della Baviera, divenendo uno degli araldi della destra nazionalista regionale, in feroce opposzione della democrazia di Weimar[9].

Le Sturmabteilung (SA)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sturmabteilung ed Ernst Röhm.

Snodo fondamentale per lo sviluppo della figura del futuro Führer del Terzo Reich e del suo partito, fu il tumultuoso aumento del numero e della forza degli adepti dello NSDAP fra il 1921 e il 1923, dovuto sia alle indiscutibili capacità di attrazione oratoria di Hitler, sia alla presenza sempre più massiccia delle SA nella politica paramilitare bavarese, caratterizzata da un alto tasso di violenza, peraltro tipico della cultura politica in Germania fra le due guerre[10]. Una pletora di corpi paramilitari era fiorita subito dopo il conflitto, in modo particolare nella destra controrivoluzionaria: fra il 1919 e il 1922 354 furono i delitti politici attribuiti alla destra in Germania, 22 quelli attribuiti alla sinistra[11].

Le origini delle SA risalgono all'inizio del 1920, quando il DAP si propose di organizzare più vasti raduni nelle birrerie di Monaco, necessitanto perciò, così come altri partiti, di una squadra di buttafuori che fu detta appunto Saalschutz, ovvero "Sicurezza di Sala". Nel novembre del 1920 il nome fu modificato in Turn- und Sportabteilung ("Sezione ginnastica e sport"), ma questo reparto fu profondamente ristrutturato dopo l'ascesa di Hitler al potere all'interno del partito, con la responsabilità - a norma del nuovo statuto - dell'"addestramento fisico della gioventù maschile dello NSDAP". Il nuovo nome "Squadre d'assalto" (Sturmabteilung, da cui l'acronimo SA) venne dato a partire da ottobre del 1921[12]. Le SA si svilupparono a quel tempo in modo decisivo grazie soprattutto allo sforzo e all'inventiva di Ernst Röhm. Quest'ultimo, entrato nella DAP nell'autunno del 1919, vi fece affluire altri simpatizzanti provenienti - come lui - dall'esercito tedesco; successivamente sviluppò l'ampia rete di contatti del partito in ambito paramilitare, divenendo personaggio chiave per le forniture degli armamenti, tanto da assumere il nomignolo di "re delle mitragliatrici" (Maschinengewehrkönig)[13]. I componenti delle SA erano circa 300 a novembre del 1921: tutti sotto i ventiquattro anni e provenienti per lo più dal ceto medio-basso di Monaco, alternavano una sorta di addestramento paramilitare (pugilato, marcia, esercizi fisici e pratica di tiro) all'attivismo politico, preparandosi allo scontro violento con gli avversari politici e nutrendo nel contempo una cieca fede nel capo. Fino al 1924, le SA mantennero sotto il profilo organizzativo una notevole indipendenza, poi Hitler riuscì ad incorporarle integralmente nel partito[14].

Il "battesimo del fuoco" per le SA ebbe luogo il 4 novembre 1921, quando nel corso di un comizio presso la Hofbräuhaus scoppiò una zuffa generale fra i presenti - prevalentemente nazisti e socialisti, venuti per disturbare la serata - durante la quale le SA si scatenarono in un pestaggio generale, grandemente apprezzato da Hitler che riteneva qualsiasi innalzamento di tono un'occasione per farsi della pubblicità[15].

Nell'estate del 1922 il presidente del Reich - Friedrich Ebert - andò in visita a Monaco, venendo accolto da Hitler e i suoi con salve di fischi, insulti e sputi[16]. Hitler ritenne venuto il momento d'iniziare a spaziare anche al di fuori della città di Monaco, e fu con queste premesse che nacque quella che poi sarà ricordata come "Marcia di Coburgo".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Così chiamata per esempio in Martin Broszat, Hartmut Mehringer (cur.), Bayern in NS-Zeit, R.Oldenbourg Verlag GmbH, München 1983, p. 463.
  2. ^ Kampf um Coburg fu nel 1939 il titolo del libro curato da Franz Schwede e pubblicato dalla casa editrice del partito nazista - Zentralverlag der NSDAP - nel quale venivano celebrati gli avvenimenti di quei due giorni.
  3. ^ Hitler dedicò all'avvenimento un intero paragrafo. Si veda Adolf Hitler, Mein Kampf, Zentralverlag der NSDAP, München 1936 (172.-173. Auflage), pp. 614-619, intitolato Der Zug nach Koburg im Oktober 1922 (Il treno per Coburgo nell'ottobre 1922).
  4. ^ Ian Kershaw, Hitler. 1889-1936, Bompiani, Milano 1999, p. 220.
  5. ^ Ian Kershaw, op. cit., p. 211.
  6. ^ Il racconto della serata in Ian Kershaw, op. cit., pp. 217-219.
  7. ^ Ian Kershaw, op. cit., p. 222.
  8. ^ Così Ian Kershaw, op. cit., p. 255.
  9. ^ Ibidem.
  10. ^ Ian Kershaw, op. cit., p. 257.
  11. ^ Ralf Dreier, Wolfgang Sellert (cur.), Recht und Justiz im "Dritten Reich", Frankfurt am Mein 1989, p. 328.
  12. ^ Ian Kershaw, op. cit., pp. 259-260
  13. ^ Ian Kershaw, op. cit., pp. 260-261.
  14. ^ Ian Kershaw, op. cit., p. 262.
  15. ^ Ian Kershaw, op. cit., p. 264.
  16. ^ Ian Kershaw, op. cit., p. 265.