Utente:LukeWiller/Sandbox/7

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Opere artistiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Altare di Sant'Ambrogio.
L'altare di Sant'Ambrogio
I corpi dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso nella cripta sottostante all'altare di Sant'Ambrogio

Notevole, da un punto di vista artistico, è il portale dell'ingresso principale della basilica, che è caratterizzato da una minuziosa decorazione a rilievo che ha come significato metaforico lo scontro tra il bene e il male, risolto allegoricamente dalla Chiesa grazie alla sua opera di redenzione e salvezza[1]. I soggetti ritratti sul portale sono fitomorfi con influenze classiche; nello specifico, è rappresentata una sovrapposizione di nastri che sono impreziositi da raffigurazioni araldiche e zoomorfe[1].

In corrispondenza del tiburio, nell'ultima campata della navata centrale, si trova il presbiterio con, al centro, l'altare di Sant'Ambrogio, realizzato tra l'824 e l'859 da Vuolvino su commissione dell'arcivescovo milanese Angilberto II, con prezioso paliotto aureo in rilievo con pietre incastonate su tutti e quattro i lati, celebre opera di oreficeria carolingia[1][2]. Su di esso è raffigurato Angilberto II in posa di donatore che è incoronato vescovo di Milano da sant'Ambrogio[1]. In origine ospitava i corpi dei santi Ambrogio, Gervasio e Protasio, in seguito trasferiti nella cripta sottostante all'altare[1]. La parte dell'altare più riccamente decorata è quella anteriore, che possiede influenze carolinge e bizantine[1].

L'altare è sormontato dal ciborio di epoca ottoniana, commissionato dall'arcivescovo di Milano Angilberto II, dal quale prende il nome. Esso poggia su quattro colonne in porfido rosso e presenta, sulle quattro facce, altorilievi in stucco raffiguranti[3]:

  • Cristo dà il mandato a Pietro e Paolo (lato anteriore),
  • Sant'Ambrogio omaggiato da due monaci alla presenza dei Santi Gervaso e Protaso (lato posteriore),
  • San Benedetto omaggiato da due monaci (lato sinistro) e
  • Santa Scolastica omaggiata da due monache (lato destro).

Nel catino absidale, si trova un mosaico, parzialmente ricostruito dopo la seconda guerra mondiale riutilizzando i resti di quello precedente distrutto dalle bombe, risalente al XI secolo[1]. Al centro vi è un Cristo redentore tra i santi Gervaso e Protaso in abiti militari e, ai lati, due scene della vita di Sant'Ambrogio, specificatamente quelle legate l'alleanza tra la Chiesa milanese e quella franca, da cui discese un forte legame tra Milano e l'Impero[1].

Notevole è anche la decorazione del sacello di San Vittore in ciel d'oro, che risale, come già accennato, al V secolo, in piena epoca paleocristiana[1]. La volta è completamente decorata da fogli d'oro, con al suo centro è rappresentato san Vittore[1]. Sulle pareti sono invece rappresentati a mosaico sei santi, tra cui sant'Ambrogio; quest'ultima è la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese[1].

  1. ^ a b c d e f g h i j k Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore italiamedievale
  2. ^ Dossier arte plus, vol.3, Editore: Giunti Scuola, A cura di: C. Pescio, Data di Pubblicazione: 2016, ISBN 8809817788, pag. 44
  3. ^ Sant'Ambrogio a Milano - Interno, su medioevo.org. URL consultato il 23 febbraio 2020.