Utente:Gianluca Adamo/Sandbox

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Gabriel Birkenwald[modifica | modifica wikitesto]

Gabriel Birkenwald (Bruxelles, 29 giugno 1926- Florida, 2016) è stato uno degli ebrei di Saint Martin de Vésubie che furono internati nel campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, via Drancy, sarà uno dei 39 sopravvisuti alla Shoah[1].

Numero di matricola: 167466[2]

Luogo di arresto: Borgo San Dalmazzo

Data di arresto: 18/09/1943

Numero di convoglio: convoglio n. 04a

Data di partenza del convoglio: 21/11/1943

Campo di destinazione: Auschwitz

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Il campo[modifica | modifica wikitesto]

Il 18 settembre 1943 a Borgo San Dalmazzo fu istituito dai nazisti un campo di concentramento per ebrei, sulla base di quel che era una caserma militare, che resterà attivo, in una prima fase, fino al 21 novembre 1943 e, successivamente, da dicembre 1943 a febbraio 1944.

Migrazione[modifica | modifica wikitesto]

Tra le due guerre numerose famiglie di ebrei provenienti dalla Polonia russa, arrivarono in Belgio, che in quegli anni accoglieva numerosi migranti, impiegandoli nelle proprie industrie e registrandone accuratamente le caratteristiche. "Sulla base dei dati incasellati nei vari dossier, la sicurezza di stato era costantemente informata sulla moralità, le opinioni politiche, attività professionali e movimenti degli stranieri e verificava se essi avessero o meno il diritto di rimanere sul territorio nazionale. Se no venivano espulsi"[3].

La crisi del '29 e l'ascesa di Hitler[modifica | modifica wikitesto]

Dieci anni di relativa tranquillità si interruppero dopo il 1929[4], quando, anche in Belgio, la crisi di Wall Street si tradusse in crisi economica e disoccupazione, l’arrivo dei migranti in cerca di lavoro cominciò a generare i primi episodi di razzismo .

L'inizio delle persecuzioni[modifica | modifica wikitesto]

La promulgazione delle leggi razziali in Germania segnò un cambiamento radicale dell’emigrazione degli ebrei verso il Belgio, che divenne terra di asilo dalla persecuzione nazista, ma solo alla fine del 1938 l’antisemitismo determinò la cacciata degli ebrei residenti da tempo in Belgio, in un crescendo ti espulsioni e soprusi che pareva preparare all'imminente invasione tedesca (10 maggio 1940). Una vera e propria marea di rifugiati stranieri e di ebrei fuggono verso la Francia: tra di loro ci sono quelli che, tre anni dopo, arriveranno a Borgo San Dalmazzo. A partire dal 1942 la persecuzione di diffonderà anche in Francia e nella primavera del 1943 rastrellamenti, arresti e deportazione faranno spostare nella zona libera quasi tutti gli ebrei di Borgo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Il 2 aprile 1919, poco dopo il termine della guerra, Pinkus Birkenwald, padre di Gabriel, arriva a Bruxelles da Varsavia, dopo una breve tappa a Vienna. Il suo matrimonio con Stella Duckstein, che lo ha raggiunto da Varsavia, è celebrato l’anno dopo. Pinkus fabbrica o ripara oggetti di pelle lavorata e ad Anderlecht, trova lavoro in un grande stabilimento. Alla coppia nascono, tra il ’21 e il ’23, Rachel, Sarah e Louis, mentre tre anni dopo arriva Gabriel. Nel 1937, finalmente, arriva anche la naturalizzazione: tutta la famiglia acquisisce la cittadinanza belga. Dalla metà dell'anno successivo, purtroppo però, dopo l'Anschluss, il Belgio respinge gli ebrei che fuggono dall'Austria e diventa un paese sempre meno accogliente e decisamente pericoloso in seguito all'attacco tedesco del 10 maggio 1940.

Ritroviamo Gabriel e la sua famiglia, nel marzo del 1943, a Barcelonnette, situata nella zona di occupazione italiana, considerata sicura perché gli italiani non consegnano gli ebrei ai nazisti[5]. Purtroppo, però, nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre tra l’Italia fascista e gli Anglo-Americani, i Birkenwald insieme a circa 700 ebrei provenienti dalla Francia del sud, seguono la IV Armata nell'attraversamento delle Alpi e si rifugiano in Val Gesso .

Deportazione[modifica | modifica wikitesto]

Auschwitz I entrance snow.jpg
Auschwitz: entrata innevata

Il 18 settembre in seguito al “Bando di Muller”[6] metà degli ebrei decide di fuggire e nascondersi, mentre 334, compresi i Birkenwald, vengono rinchiusi nella caserma di Borgo San Dalmazzo, trasformata in un campo di concentramento.

Il 21 novembre vengono condotti in treno via Savona- Nizza nel campo di Drancy a Parigi. Il 7 dicembre, 357 ebrei, compresi i prigionieri di Borgo,vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz[7]. Gabriel Birkenwald, sopravvissuto alla marcia della morte, arriva a Buchenwald, dove viene salvato dai soldati americani (11 aprile 1945).

Memorie[modifica | modifica wikitesto]

Memoriale della deportazione al campo di Borgo San Dalmazzo

Alla stazione ferroviaria di Borgo San Dalmazzo, presso il Memoriale della deportazione si possono vedere in posizione eretta i nomi di diciannove sopravvissuti, mentre distesi a terra sono disposti i nomi di quelli che non sono tornati.

I sopravvissuti furono trentanove e tra questi Gabriel Birkenwald, unico della sua famiglia[7]. Non tutti, però, sono riusciti a ricostruirsi una vita. Ci fu chi, tornato, non volle mai parlarne,come Gabriel: troppo violenta era stata la sua esperienza nei campi, troppo stretta la morsa del dolore per riuscire a ripescare nel fondo della memoria quel frammento della sua esistenza[8]. Suo figlio Richard ha riferito alle autrici di Oltre il nome, che Gabriel fece intendere di ritenere responsabili delle sue sofferenze i genitori, in quanto non furono in grado di immaginare quanto sarebbe successo. Per questo diede un taglio netto con il suo passato, religione compresa: nel 1948 sposò una ragazza di fede cattolica, si trasferì nel Congo belga, dove nacquero i due figli, Richard e Michel. Non tornò più in Europa e morì in Florida nel 2016.

Bibliografia e sitografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Oltre il il nome, Le chateau Edizioni, p. 638.
  2. ^ (EN) regesta.exe, Birkenwald, Gabriel - CDEC - Centro di Documentazione Ebraica - Digital Library, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 26 aprile 2018.
  3. ^ Oltre il nome, Le Château Edizioni, Aosta, 2016, p. 249.
  4. ^ Oltre il nome, Le Château Edizioni, Aosta, 2016, p. 247.
  5. ^ Oltre il nome, Le Château Edizioni, Aosta, 2016, p. 528.
  6. ^ Il bando del capitano tedesco Muller ordina a tutti gli stranieri che si trovano in quel momento nel territorio di Borgo e nei comuni vicini di presentarsi in caserma, altrimenti verranno arrestati e fucilati. (Oltre il nome, Le Château Edizioni, Aosta, 2016, pag. 583)
  7. ^ a b Oltre il nome, Le Château Edizioni, Aosta, 2016, p. 654.
  8. ^ Oltre il nome, Le Château Edizioni, Aosta, 2016, p. 575.